A Foggia previsti a breve altri 50mila documenti.
Sommersi dalle carte. Quasi 120mila atti di Equitalia sono stati letteralmente vomitati negli uffici Albo pretorio dei sei comuni capoluogo di provincia pugliesi dal primo di gennaio a oggi. A Foggia, poi, sono nel panico. Agli oltre 21 mila atti già accatastati negli uffici, dovrebbero presto aggiungersene altri 50 mila nei prossimi giorni. Gli impiegati sono disperati, per consegnare un atto - servizio che prima richiedeva non più di un paio di minuti - adesso occorrono almeno 15-20 minuti, nonostante si cerchi di catalogarli in ordine alfabetico o con altri criteri che dovrebbero agevolarne la ricerca. Tutto inutile. Ma cosa è successo? Dall'inizio di quest'anno, Equitalia si avvale della collaborazione di Poste italiane, che si è aggiudicata la gara pubblica per il servizio di notifica. Il servizio prevede che, prima di inviare alla Casa comunale, l'addetto dovrebbe fare una serie di tentativi per consegnare l'atto al destinatario. «In assenza di persone titolate a ricevere l'atto - spiegano da Equitalia -, e qualora non vi siano termini stringenti per la notifica, l'addetto redige e lascia un avviso di cortesia che riporta l'indirizzo e gli orari di uno degli specifici uffici postali dove è possibile recarsi per il ritiro entro: 10 giorni. Se l'atto non viene ritirato direttamente dall'interessato, verrà fatto un nuovo ulteriore tentativo presso la sua abitazione. Se anche questo secondo tentativo non va a buon fine, come da normativa vigente si provvede al deposito alla Casa Comunale, lasciando all'indirizzo del contribuente opportuno avviso». Tutto questo in teoria. La pratica, purtroppo è ben diversa: Come raccontano i residenti di un condominio di Brindisi, comune che, fino all' ormai annunciato e imminente sorpasso di Foggia, è primo in Puglia per numero di atti. Il condominio è dotato di un servizio portineria e l'addetto è autorizzato aritirare qualsiasi atto destinato ai residenti; dalle notifiche giudiziarie alle raccomandate. Ed è così che funziona da sempre, senza intoppi. Da qualche tempo, però, come per incanto, i residenti di quel condominio - almeno per Equitalia - sembrano essere, diventati improvvisamente irreperibili, come gli extracomunitari o i senza fissa dimora, così, anche per un mancato pagamento di poche decine di euro, ci si ritrova costretti a recarsi al Comune e mettersi in coda. E se per distrazione ci si dovesse dimenticare di andare a ritirare l'atto, la conseguenza è l'affissione del proprio nome all'Albo pretorio come debitore o, peggio, evasore. Una sorta di pubblica gogna. Ma Equitalia insiste: «A chiusura di tutto questo iter (i vari tentativi di consegna; ndr) è prevista, infine, una raccomandata con ricevuta di ritorno che avvisa il contribuente del tentativo di notifica, del deposito dell'atto e dell'affissione alla sua porta dell'avviso di deposito». Tutte «accortezze» che i diretti interessati non si sono mai visti rivolgere. La situazione negli uffici comunali, ieri, era poco meno che drammatica. Quarantamila atti depositati all'Albo pretorio del Comune di Brindisi, 21 mila in quello di Foggia, 20 mila a Bari e Lecce, 15 mila a Taranto, poco più di un migliaio ad Andria Ogni settimana arrivano migliaia di atti, spesso con obbligo di affissione nello stesso giorno della i consegna, e gli impiegati non sanno più cosa fare. Proprio ieri mattina, negli uffici del Comune di Foggia - dove circola una voce, per ora ufficiosa, che darebbe in arrivo nelle prossime ore altri 50mila atti -, i funzionari erano alla ricerca di un metodo per «uscirne vivi o senza troppi danni». Un articolo di legge, un codicillo, una clausola qualsiasi che metta un freno a questa valanga di carte che non si sa più dove sistemare, che diventa sempre più difficile gestire e consegnare, che rischia - trascorsi senza successo i 90 giorni di affissione all'Albo -, di andare ad aggiungersi alla catasta di altre carte già depositate negli archivi. E tutto questo con ovvi aggravi di costi per l'intera collettività. Certo, quello che svolge Equitalia non è tra i servizi più apprezzati dagli italiani. Proprio ieri, la Camera dei Deputati ha bocciato la proposta di legge del Movimento 5 Stelle, a prima firma Azzurra Cancelleri, sulla soppressione dell'agenzia. Per il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate «si tratta di una pagina tristissima per la democrazia italiana e di una occasione persa per un fisco più equo». Molti dipendenti comunali sottoscriverebbero questa affermazione. Francesca Mandese (ha collaborato Antonella Caruso) Corriere del Mezzogiorno |
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