Uno dei temi che ha alimentato la polemica, e lo scarno e sfuggevole confronto, fra maggioranza e opposizione, fra portatori di interessi e opinione pubblica sul Piano Urbanistico Generale di Vico del Gargano, all'esame della Regione Puglia e del Parco Nazionale del Gargano, è stato il fabbisogno abitativo, il dato tendenziale della popolazione e la sovrabbondanza di offerta fra case e locali di ogni genere e foggia. Intorno a questo sottaciuto e nascosto argomento sono volate, di qua e di là, stime e percentuali mutevoli, cangianti a secondo della provenienza favorevole o contraria. Se a queste aggiungiamo le case in vendita a San Menaio, e le tante campagne abbandonate ed incolte, ci troviamo di fronte ad una preoccupante esplosione di offerta sottocosto, frutto di miopia e di dissennata incapacità di interpretare, nella giusta misura, una economia compatibile con gli investimenti, con il tempo e con il territorio. Nessuno: esperti, professionisti, ma soprattutto amministratori, ha avuto il buon senso di spiegare che un settore estremamente dilatato, e con l'aggravarsi della crisi e il peso di oneri di varia natura, avrebbe portato alla forte penalizzazione del settore edilizio. Fino a qualche anno fa si riusciva ancora a trovare chi, raschiando il fondo di famiglia, puntava alla seconda casa, oppure, alla casa di vacanza o di campagna. Oggi si mette in vendita a prezzi stracciati. Resta il capitolo del centro storico con interventi costosi e, spesso disordinati, su cui si sono spesi fiumi di chiacchiere e nessuna seria politica di conservazione e di rilancio complessivo. Spuntano ovunque cartelli “ VENDESI “ e “ AFFITTASI “. Una rapida, grossolana indagine sulle due direttrici perpendicolari: da via Papa Giovanni a Fuoriporta, e dal Convento dei Cappuccini a via della Resistenza, e proseguendo al fondo di via del Risorgimento, ha certificato quello che si mormora da tempo:” Vico del Gargano, un paese in vendita.” Sono centinaia i cartelli in bella vista che sommati alla ridondante zona 167 alza la percentuale di case e locali vuoti, secondo gli operatori edili, fra il 40 e 45%. Un noto operatore immobiliare ci ha confessato che ormai è inutile continuare a perdere tempo “ non si vende nulla, a meno di un tracollo dei prezzi “. Completamente fermi gli affitti, rare, ridotte a poche unità le compravendite. Situazione più grave e complessa è quella di San Menaio, dove ormai il settore delle seconde case in affitto estivo si è ridotto al lumicino, con ricavi da elemosinieri, in guerra con alberghi e campeggi per concorrenza sleale, in una inutile battaglia di sopravvivenza. Un patrimonio edilizio scarsamente qualificato, sottostimato e sottoutilizzato; quando va bene occupato per venti giorni all'anno. L'ultima spiaggia, per questo inutile e invasivo patrimonio edilizio, resta il prossimo intervento dei Fondi Strutturali Europei 2014- 2020 che, se ben intercettati e incanalati, come la Regione Puglia si accinge a fare, potrebbe cambiare il volto e l'economia dei nostri luoghi. Loredana Capone, Assessore regionale allo Sviluppo Economico, ha tenuto a precisare in più occasioni che la nuova programmazione di sostegno al turismo passa per la riqualificazione e l'ammodernamento del patrimonio esistente, senza l'uso di nuovo cemento per grandi alberghi. Manca completamente una intelligente e puntuale azione di politica locale, si cammina alla cieca, senza cercare gli strumenti per facilitare, ed entrare in sintonia, con il percorso della programmazione regionale. Da questo, e solo da questo, parte l'esigenza di adeguare e aggiornare gli strumenti per il governo del territorio. Non c'è tempo da perdere, né lavarsi pilatescamente le mani in attesa che altri decidano per noi. Michele Angelicchio |
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
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