Nella festa liturgica della santa Croce, così cara a don Antonio Spalatro, si è svolta nella chiesa concattedrale, all’insegna della sobrietà e della intensità di significati, la cerimonia di conclusione del processo diocesano durante la quale i membri del Tribunale hanno sottoscritto pubblicamente il verbale conclusivo ed hanno consegnato all’Arcivescovo il ‘corpus’ di documenti e testimonianze raccolte nelle svolte sessioni del Tribunale, atte ad evidenziare l’eroicità delle virtù teologali e cardinali vissute dal Servo di Dio. Delle casse contenenti la documentazione, chiuse e sigillate, due saranno con cura recate a Roma e depositate presso la Congregazione delle Cause dei Santi, la terza invece sarà depositata presso l’Archivio Storico Diocesano in Manfredonia. Gratitudine e ringraziamento, per questo atteso traguardo, vanno all’arcivescovo p. Franco Moscone, all’arcivescovo emerito mons. Domenico D’Ambrosio, all’arcivescovo Michele Castoro, di felice memoria, ognuno dei quali, nel segmento di guida della nostra Arcidiocesi, ha voluto che tutto ciò avvenisse in tempi e modi adeguati. Gratitudine va anche al Postulatore don Giorgio Trotta
e si estende alla Commissione storica, ai Censori, e soprattutto ai membri del Tribunale per l’attento ascolto dei testimoni. Ed anche a questi ultimi, protagonisti decisivi, il grazie fraterno per avere condiviso conoscenze e memorie personali, importanti affinché rifulgesse più chiaramente possibile la luce di santità di don Antonio Spalatro. Allora, il grazie più forte e sentito va proprio al nostro don Antonio Spalatro che ci ha permesso di guardare in faccia il volto di una Chiesa bella, autentica, vicina, familiare, caritatevole e soprattutto credibile.
NEGLI ARCHIVI TRACCE DI SANITA’
La presente relazione è organizzata come su di un dittico: sulla prima tavola è iscritto il quadro “normativo”, sulla seconda quello “esecutivo”
- Quadro “normativo”
Esso è composto da piccoli pannelli che richiamano i principali contributi dei Magistero nell’impiantare, arricchire, ammodernare il particolare iter di istruzione delle cause di beatificazione.
Possiamo considerare punto di avvio della conversazione la Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II del 25 Gennaio 1983 [AAS 75(1983) 349-355]1.
Anticipiamo fin da subito la sua decisa novità: nella disposizione delle Norme da seguirsi nella fase diocesana è posta in primo piano l’indagine storico-documentaria (cfr. Norme 2-3), cui segue l’escussione dei testimoni, cioè l’istruzione del processo vero e proprio. Quest’ordine (indagine storica e escussione dei testimoni) viene a modificare un sistema antico.
Ma procediamo per tappe, le più significative, che riduciamo a due2
La canonizzazione si fonda 1/sulla memoria, in seno alla comunità cristiana, della presenza del santo e dei suoi carismi anche dopo il dies natalis, cioè dopo la sua morte; 2/ sui miracoli.
Il Vescovo, quindi, riconosce il culto di tali persone e procede alla iscrizione nel catalogo dei santi.
A partire dal sec. X va profilandosi lentamente una concreta legislazione canonica, soprattutto a livello locale, attraverso il metodo della traslazione delle reliquie (secc. XI-XII), come conseguenza di un motus devozionale da parte del popolo di Dio, e attraverso una Vita scritta a testimonianza della santità del Servo di Dio. Questo movimento spontaneo, talora anarchico, ritrova i binari di un ordinamento giuridico: 1) con la erezione della Congregazione dei Riti (22 Gennaio 1588) da parte di papa Sisto V3 (Istituzione poi divisa da Paolo VI in due Congregazioni: Cause dei Santi e Culto divino) e 2) con interventi specifici dei Papi che forniranno le fonti canoniche nei processi di canonizzazione.
Una raccolta ordinata e particolareggiata della procedura, nei principi giuridici, storici, dottrinali, fu sistemata dal card. Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, nel De vorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione4. Per il Lambertini «la vera forza probatoria risiede nelle escussioni testimoniali», cioè la «base più sicura per accertare non solo la fama di santità, ma anche l’esercizio eroico delle virtù... risiede nelle affermazioni e dichiarazione dei testi»5. Si tratta di un quadro squisitamente giuridico.
Il fondamento della credibilità è il giuramento e il dibattito processuale costituito da domande rivolte dal giudice e risposte del teste (n. 3). Quale, dunque, la forza probatoria dei documenti?
Il termine assegnato al documento è adminiculum, “ammennicolo, pezzo d’appoggio” e dunque “oggetto di poco conto, accessorio”.6 Una notevole apertura all’accoglienza dei documenti d’archivio avviene ad opera di un decreto di Pio X, così intitolato: De aliquorum locorum disciplina in initio causarum Servorum Dei emendanda, et de historiéis cumentis ad ipsascausa recte
bendis [AAS 5(1913) 436-438] del 26 agosto 1913.
Il papa dispone che in tutte le cause, in specie le antiche, deve essere accolta e consultata l’intera documentazione storica, edita ed inedita, sottoponendo eventualmente ad interrogatorio specifico i custodi dei relativi archivi (p. 437). I documenti devono essere sottoposti all’esame di esperti, scelti dalla Sacra Congregazione dei Riti per verificarne la autenticità e la forza probativa (p. 438) Tali disposizioni non saranno mai applicate, perché, con la pubblicazione del CJC del 1917, viene ripresa la formulazione lambertiniana: Histórica monumenta adminiculum tantum praestare possunt (can. 2020 §3).
Un ulteriore ritocco viene dato dal motu proprio di Pio XI dal titolo Già da qualche tempo [AAS 22(1930) 87- 88],
Il papa distingue tra cause storiche (= quelle che non dispongono di testi contemporanei) e cause recenti. Perciò, «tenuto conto dello sviluppo raggiunto dalle discipline storiche e dei perfezionamenti portati ai loro metodi», istituisce nell’allora Congregazione dei Riti una Sezione Storica, con a capo un Relatore «al quale incomberà la direzione dei lavori storici» (p. 87).
Sottolineiamo che un simile lavoro spetta alla S. Congregazione dei Riti. C’è ancora un testo, quello di Pio XI (del 4.01.1939) [AAS 31(1939) 174- 175], nel quale si propone al Vescovo (ecco la svolta svolta: dalla Congregazione dei Riti al tribunale diocesano) di nominare commissionem trium membrorum, quorum penda circa historicas metodos et circa archivâtes investigationes omnino sit probata, e che agiscano solidum. Le norme emanate, e in seguito discusse e approfondite, stabiliscono, in buona sostanza, i campi di investigazione della Commissione storica diocesana:
- gli scritti del o sul Servo di Dio;
- gli scritti di altre persone contemporanee o posteriori;
- alcune tipologie documentarie: «lettere, memoriali, diari, necrologi, registri, attestati, stampe»;
- contestualizzazione storica della vita e del percorso formativo del Servo di Dio;
- estensione delle indagini «a tutti gli archivi e biblioteche, civili ed ecclesiastici, pubblici e privati». Torniamo alla Divinus perfectionis Magister di papa Giovanni Paolo II, per sottolineare che, mentre quanto affermato dai documenti ora esaminati riguarda solo le cause storiche o antiche, con la nuova costituzione si estende l’utilizzo delle scienze storiche e della ricerca documentaria a tutte le cause: storiche, recenti e recentissime.
Le medesime prescrizioni sono fatte proprie da papa Benedetto XVI nella istruzione Sanctorum Mater (22.02.2007) [AAS 99(2007) 465- 510], dove c’è anche qualche spiegazione dei termini. Ad esempio: «Una causa è recente quando le virtù o il martirio del Servo di Dio possono essere provati mediante le deposizioni orali di testi oculari» (p. 474). Mentre «una causa è antica quando le prove relative alle virtù in specie o al martirio del Servo di Dio si desumono solo da fonti scritte, in quanto mancano i testi oculari».
In conseguenza di tali interventi legislativi, le scienze storiche e la investigazione archivistico-documentaria acquistano un ruolo fondamentale, e costituiscono l’altra gamba (assieme alle escussioni testimoniali) dell’intero organismo processuale. Aggiungo una semplice constatazione che dia una spiegazione del titolo della nostra conversazione. Perché gli archivi nascondono “tracce di santità”? Immaginiamo di avere sotto gli occhi un registro di battesimo; apriamolo ad una pagina qualsiasi; troviamo un formulario in cui sono riportati il giorno, mese ed anno della celebrazione del battesimo del tal bambino, figlio di N. e di N.; il celebrante è il sacerdote N., mentre il padrino/madrina è N. Accanto a questa registrazione troviamo dei brevi richiami alla data della cresima, con un rimando al registro della cresima, alla data del matrimonio e relativo rimando, alla data della morte e relativo rimando al suo registro. Battesimo, Confermazione, Matrimonio... non sono precisamente le tappe in cui il Signore incontra e santifica il bambino, l’adolescente, gli sposi e accoglie nel seno di Àbramo il frutto compiuto dell’azione divinizzante sua? Ma anche negli archivi di altre istituzioni è possibile scoprire percorsi di vita compiuti alla luce della santità.
La ricerca va, dunque, svolta nel modo più ampio possibile, raccolta con cura, selezionata negli elementi necessari che offrano motivazioni per un giudizio sulla santità di vita di un candidato. Dunque, nei limiti ragionevoli, ad una ricerca archivistica interessa qualsiasi documento che apra allo sfondo storico, ai luoghi, al personaggio in questione, alle relazioni intessute...
- Quadro “esecutivo”
A partire da questo retroterra di conoscenza e, in aggiunta, nell’osservanza delle Normae servandae in in- quisitione ad Episcopis faciendis in causis Sanctorum del 7 febbraio 1983 [AAS 75(1983) 396-403], ha pianificato e portato a termine il suo lavoro la Commissione di periti in scienze storiche ed archivistiche.
I suoi componenti, precisamente i signori Cavallini dr. Alberto, Di Nunzio sac. Angelo, Tomaiuoli prof. Antonio, sono stati nominati da mons. M. CASTORO l’il giugno 2010 e riconfermati nell’incarico il 1° Novembre 2014, data in cui hanno prestato il giuramento solenne. Loro compito è stato di:
- - elencare i documenti e gli scritti reperiti;
- - elencare gli Archivi consultati (anche se non si sono trovati documenti, specificandolo);
- - dare un giudizio sull’autenticità e il valore di scritti e documenti;
- - dare un giudizio sulla personalità e spiritualità del Servo di Dio da come si evince dagli scritti, non omettendo eventuali aspetti negativi;
- - riferire eventuali ostacoli e/o difficoltà di natura teologica o morale.
Previamente la Commissione ha ipotizzato la serie di elementi-chiave da cui trarre le necessarie indicazioni utili al lavoro richiesto e così raggruppati:
- - Ambiente familiare e storico del Servo di Dio: nascita, ricordo del suo ministero e delle sue virtù nella cittadina di Vieste.
- - Formazione spirituale e culturale nei Seminari di Manfredonia e Benevento.
- - Ministero sacerdotale
- - Malattia
- - Memoria della sua vita santa
- - Valutazione storiografica della personalità del Servo di Dio
I nuclei tematici hanno di necessità delineato i confini storici (1926, anno della nascita - 1954, anno della morte) e geografici (Vieste, Manfredonia, Benevento) dell’intera vicenda del Servo di Dio e finalizzato gli Archivi da consultare, precisamente:
1- VIESTE: Archivio comunale (per la certificazione civile); della Cattedrale (certificazione religiosa); delle Scuole Elementari (studi primari); della Curia (per il percorso istituzionale); quello che abbiamo intitolato “don Antonio Spalatro” (e di cui abbiamo ricostruito la storia) c/o la Parrocchia SS. Sacramento; quello della Postulazione (vera miniera che ha facilitato le nostre ricerche); quello della Parrocchia SS. Sacramento.
- - MANFREDONIA: Archivio del Seminario “S. Cuore” e quello storico diocesano c/o la Curia Arcivescovile.
- - BENEVENTO: Archivio Seminario Regionale c/o il Seminario Arcivescovile, in seguito alla chiùsura del Seminario Regionale.
- - Archivi Cliniche di BARI - TRIGGIANO - ROMA.
Un ulteriore passo è stato la verifica di autenticità del materiale archivistico, mediante l’adozione di due principali criteri:
- - criterio estrinseco: riguardante
- la materia, cioè la natura della carta e la misura dei fogli;
- la scrittura: oggetto, peraltro, di esame calligrafico. La sua analisi ha permesso lo scarto di qualche quaderno della raccolta;
- lo stile letterario;
la sede;
- i segni tipici relativi alla documentazione fornita da enti pubblici (intestazione, struttura del testo, sottoscrizioni, sigillo...)
- - criterio intrinseco: ossia l’appurare se in qualche documento fossero presenti notizie in contrasto con quelle già accertate.
Si è proceduto quindi all’ordinamento archivistico.
L’intero materiale è stato raggruppato in 3 serie archivistiche: la - Documentazione relativa al percorso di vita del Servo di Dio 2a - Suddivisione dei quaderni manoscritti in quattro sottoserie:
- Scritti spirituali
- Appunti scolastici
- Schemi di omelie e predicazione
- Appunti di Pastorale
3a - Acquisizione di pubblicazioni relative al Servo di Dio, debitamente scelte.
La trascrizione e l’ordinamento del materiale documentario (che abbraccia oltre 6000 pagine) ha richiesto fatica e tempo: lavoro necessario per stendere il breve profilo biografico del Servo di Dio, contestualizzato nel periodo storico della città di Vieste e di quello dei Seminari di Manfredonia e Benevento e per formulare alcune considerazioni relative alla personalità e spiritualità del Servo di Dio
Lo schema del profilo ha previsto l’analisi dei seguenti momenti:
- Infanzia
- Percorso formativo seminaristico
- Sacerdozio e suo ministero
- La malattia e la morte Dell’intera documentazione manoscritta si è proceduto ad una fedele trascrizione. In questa operazione ci siamo avvalsi anche di persone di buona volontà, i cui nomi sono scritti nel cielo e che pubblicamente ringraziamo.
A chiusura dell’Inchiesta cognizionale diocesana, tutti gli atti (quelli prodotti dal Tribunale e dalla Commissione storica, uniti alle relazioni dei censori teologi) vengono inoltrati alla Congregazione per le Cause dei Santi, la quale, accertata dell’esistenza delle virtù eroiche, pubblica il decreto di Venerabilità. Subito dopo si pone la presentazione di un miracolo, che se approvato, dà luogo alla celebrazione della Beatificazione. Se successivamente si verifica un secondo miracolo si procede alla Canonizzazione.
Due, dunque, sono i percorsi per giungere alla Beatificazione e Canonizzazione:
a.- quello compiuto in sede diocesana e, all’interno della Congregazione per le cause dei Santi, nella Positio.
b- la richiesta d’intercessione per ottenere grazie e l’auspicato miracolo. Quest’ultimo compito è richiesto all’intera nostra Diocesi e a noi tutti fedeli, chiamati a rivolgerci con fede profonda alla intercessione di D. Antonio per l’esaudimento delle nostre preghiere.
Antonio Tomaiuoli
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
Inviato da: cassetta2
il 12/10/2023 alle 19:22
Inviato da: Dott.Ficcaglia
il 28/06/2023 alle 13:50
Inviato da: cassetta2
il 22/08/2022 alle 16:08
Inviato da: amistad.siempre
il 30/06/2022 alle 17:12