Il turismo in Puglia vale (valeva nel 2019 e avrebbe potuto raggiungere e magari superare quel livello nell’anno in corso) quasi il 15% della ricchezza regionale. L’emergenza Covid-19 però s’è abbattuta sul comparto come un sisma di vastissime proporzioni e, come insegnano le linee guida di Protezione civile, il primo problema che s’è imposto con urgenza è stato quello di reperire dati utili alla valutazione del danno; cruciale per poter pianificare qualsiasi intervento. Purtroppo - come denunciammo su queste pagine in un’inchiesta del 10 marzo - la Puglia su questo fronte s’è trovata scoperta.
I dati sul Turismo sono «a naso» o bisogna aspettare tre o sei mesi oppure fare riferimento a colossi privati, come STR Global, che però censisce soltanto il Salento. Ecco perché, a maggior ragione in questo momento in cui tutte le realtà produttive e istituzionali sono sottoposte a un forte stress (basti pensare all’impatto dello smart working), è davvero da apprezzare lo sforzo di Unioncamere Puglia che ha deciso di rispondere alle necessità di operatori, analisti e decisori politici, pubblicando nuove indagini su alcuni comparti-chiave dell’economia pugliese. Il primo rapporto sarà diffuso oggi e sarà interamente dedicato al Turismo.
Da quanto si apprende, l’organizzazione (presidente Alfredo Prete e segretario generale Luigi Triggiani, con in Giunta Alessandro Ambrosi, Alfredo Malcame, Damiano Gelsomino e Luigi Sportelli) ha scelto di dedicare i report alle «filiere regionali del turismo, food, commercio, meccanica, costruzioni, legno arredo, moda». Tutti i dossier saranno raccolti sotto il titolo, suggestivo ed esemplificativo al tempo stesso, di «Il sismografo».
L’obiettivo è quello di scattare una «foto» dell’economia pugliese prima dell’emergenza Covid. In seguito ne sarà «scattata» un’altra per capire se e come il fenomeno avrà impattato sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio.
L’Ufficio studi di Unioncamere Puglia, quindi, ora analizzerà tutti i dati annuali disponibili (confrontandoli con quelli del 2014, assunto come anno di benchmark della crisi 2007-13) e poi, nella seconda metà del 2020, bilanci alla mano, studierà le conseguenze dell’emergenza sul primo semestre dèll’anno.
In attesa di saperne di più (sui dettagli bocche cucite in Unioncamere, fino a oggi) possiamo certamente affermare che in Puglia i primi «crolli» dovuti alla (per altro doverosa sul piano sanitario) decretazione d’urgenza legata all’emergenza li hanno subiti gli albergatori pugliesi che tradizionalmente ospitano scolaresche (i tre stelle e i 4 stelle che fanno particolari politiche di prezzo).
Per loro le difficoltà sono incominciate prima di tutti gli altri, 0 4 marzo, col decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) che ha chiuso scuole e università fino al 15 marzo. Poi, il 9 marzo, con tutta la Penisola diventata «zona rossa» la debacle del Turismo è diventata evidente ma difficilmente quantificabile anche per la, citata, mancanza di dati aggiornati. Il tema
era condiviso anche dall’assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone, che disse di aver «avvertito questa necessità e per questo motivo» aveva voluto istituire «un Osservatorio con tutte le Associazioni di categoria.
Una struttura che faccia ricerca e ci consenta di fare scelte in tempi ravvicinati». L’Osservatorio, portato in Giunta regionale un paio di mese fa non è ancora nato perché, spiega ora Capone: per istituirlo occorrono, come da delibera, le designazioni di Anci e di tre rappresentanti delle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative che firmano il Contratto nazionale di lavoro (come Confesercenti, Confindustria e Confcommercio; ndr). «Noi - conclude l’assessore - abbiamo già mandato loro la nota per avere i loro designati».
Marisa Ingrosso
gazzettamezzogiorno
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