L' Italia del 2 giugno
Post n°191 pubblicato il 03 Giugno 2007 da fabri.t
Tag: articoli di stampa, ricorrenze
(foto e articolo tratto da aprileonline.info) 1 giugno-pubblicato solo oggi causa problemi tecnici) di Mario Tronti Con la scelta repubblicana cadeva, insieme alla monarchia succube del fascismo, l'intera conquista regia del paese. Un mito fondativo della nostra storia Il 2 giugno è mito fondativo del nostro Paese. I miti di fondazione stanno all'origine di tutte le grandi realtà politiche moderne. La Costituzione americana a Filadelfia, l'incendio della Bastiglia a Parigi, la presa del Palazzo d'Inverno a Pietroburgo. Roma antica costruiva il suo percorso repubblicano sul mito di fondazione dell'urbe. Sono momenti in cui si raggruma la storia di un'epoca. Poi quei momenti o si coltivano e restano, oppure si tradiscono e si perdono. Il 2 giugno rappresenta infatti una frattura storica: e come tale va letto. Non fu una buona idea definire la Resistenza secondo Risorgimento. La Resistenza è stata una lotta armata di popolo, esattamente quello che il Risorgimento non è stato. Con la scelta repubblicana cadeva, insieme alla monarchia succube del fascismo, l'intera conquista regia del paese. Con un colpo solo crollavano l'italietta liberale e l'italiaccia fascista. I partiti di massa diventavano i nuovi protagonisti della vita politica. Le classi dirigenti, oligarchiche e notabilari, dovranno aspettare i fasti della cosiddetta seconda Repubblica per ricomparire, un po' sgangherate, sulla scena. Se prima del 2 giugno c'è la Resistenza, dopo il 2 giugno c'è la Costituzione. Senza Repubblica non ci sarebbe stata Costituzione. Pensate: ci saremmo tenuto un aggiornamento dello Statuto albertino! La Costituzione è il capolavoro della "nostra" prima, e sola, Repubblica. Purtroppo, questa parola indica oggi niente più che...un giornale. Io mi aspetto sempre che, un giorno o l'altro, con l'aria che tira, venga su qualcuno a proporre in Parlamento una modifica costituzionale dell'articolo uno: "L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro". Potrebbe argomentare con ragione che in quell'articolo c'è una contraddizione tra Costituzione formale e costituzione materiale del paese. Lo stato delle cose dice il contrario di quanto prescrive la Carta costituzionale. A chi vorrebbe cambiare la Costituzione, bisogna rispondere che forse è il caso di cambiare lo stato delle cose che la contraddice. Teniamo sveglia la nostra memoria storica nel presente sonno della ragione politica. Lo spirito repubblicano deve tornare a soffiare con forza. Non sappiamo ancora come, e quando. Dovrà pur venire un giorno in cui la mitica sequenza Resistenza- Repubblica-Costituzione ripeterà il suo corso. In nuove forme, certo, con nuovi soggetti. E' quello che cerchiamo ancora.
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