Il messaggio del Presidente Napolitano (foto da Repubblica.it) (scritto ieri ma non pubblicato finora causa problemi tecnici) Oggi 2 Giugno si celebra la Festa della Repubblica ed il compleanno del sottoscritto. Non mi si chieda l’età che per motivi di privacy non scrivo qui e non dico esattamente. Chi mi conosce personalmente ne ha un’idea. E poi è solo un numero all’anagrafe. Non mi si dica neppure che “faccio come le donne”, l’abituale e superata cantilena che mi tocca ascoltare in segno di protesta da quei pochi a cui possa interessare. Nel suo messaggio di ieri, non diretto a me personalmente, (il mastro Giorgio, in senso buono e concittadino, se n’è dimenticato perché preso dall’impegno istituzionale) il capo dello Stato ha rivolto un appello che nei suoi punti salienti chiede a tutte le forze politiche di restituire credibilità alle istituzioni politiche, auspicando soluzioni condivise in Parlamento, sottolineando che la macchina della burocrazia deve essere alleggerita e dichiarando che bisogna agire per rinnovare la politica e diminuirne i costi di funzionamento. Leggiamo alcuni punti toccati dal Presidente Napolitano riportati dal Corsera: «La politica deve trovare un terreno comune, in gioco c'è il futuro». Per questo, serve un «confronto in Parlamento». E per risolvere la crisi di fiducia dei cittadini, è necessario «attuare riforme di ampio respiro e diminuire i costi delle istituzioni». SOBRIETA' - A proposito dei costi della politica, Napolitano spiega che «la macchina istituzionale e burocratica resta pesante e costosa. È indispensabile alleggerirla, renderla più razionale ed efficace, diminuirne i costi». «Si impone perciò sobrietà e rigore nei bilanci pubblici e nei comportamenti pubblici», aggiunge il Capo dello Stato. Sono soprattutto i costi di funzionamento del parlamento che vanno ridotti, il numero dei parlamentari..non c'è bisogno che aggiunga io ciò che giornalisti (Stella e Rizzo) alcuni politici (Salvi e altri), commentatori e speciali televisivi stanno mettendo in evidenza da un po' di tempo. CONFRONTO - «Dall'altra parte - aggiunge Napolitano - si deve sapere che per rinnovare la politica e le sue regole, i meccanismi elettorali e le istituzioni, non c'è altra strada che quella di confronti e accordi tra le forze presenti in Parlamento e in altre Assemblee elettive. Importanti sono le sollecitazioni che possono venire dall'opinione pubblica, dalle forze sociali e culturali, e da una maggiore partecipazione dei cittadini: ma nulla può sostituire la ricerca di intese, (che non si arrivi però a larghe intese dannose) la scelta di soluzioni largamente condivise in Parlamento, specie per riforme di ampio respiro che ormai si impongono nell'interesse generale». «E dunque mi chiedo - afferma il capo dello Stato - si può trovare ora, nonostante le difficoltà, questo terreno comune tra forze di maggioranza e di opposizione, senza confondere i ruoli, senza attenuare la gara per il governo del paese? Continuo a credere che sia possibile, e a ripetere il mio appello in questo senso. È in gioco il nostro comune futuro». LA RIPRESA - Sulla situazione economica del nostro Paese, il presidente della Repubblica afferma che «la ripresa c’è ma non è sufficiente e ognuno, dalle istituzioni agli imprenditori, deve fare la propria parte per consentire al paese di crescere davvero». «Non spetta a me, sia chiaro, dare giudizi sull'azione di governo - aggiunge Napolitano - non interferisco nel dibattito tra gli opposti schieramenti politici. Ma posso e sento di dover dire grazie a quanti di voi, imprenditori, lavoratori, contribuenti sensibili al dovere civico, hanno reso possibile la ripresa dell'economia, che è tornata a crescere, e il miglioramento dei conti pubblici». (questo è da sottolineare, a dispetto delle semplicistiche critiche che provengono da chi è capace di guardare solo al proprio piccolo) «Un miglioramento, una ripresa che non sono sufficienti, che debbono andare al di là dei risultati già raggiunti - puntualizza Napolitano -. E ciò richiede ulteriori sforzi. Avendo di mira la creazione di ancora maggiori possibilità di lavoro, (ricordiamo anche il precariato, che "stanca") soprattutto in alcune parti del paese. E guardando alla sfida dell'innovazione, della partecipazione all'Europa, della competizione globale: perché è di qui che passa lo sviluppo, e il ruolo, dell'Italia nel prossimo avvenire». In gioco c'è il futuro di tutti: «È una sfida - spiega il Capo dello Stato - che ci impegna tutti, dalle imprese allo Stato. Faccia ciascuno la sua parte, fino in fondo, con coerenza».
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Non so dire con certezza, però, se è un segno d'inizio... Inviato da: fabri.t il 23/03/2012 alle 13:20 Inviato da: fabri.t il 12/02/2012 alle 12:48 Inviato da: dueoreper1Nick il 12/02/2012 alle 10:49 Inviato da: fabri.t il 13/02/2011 alle 12:12 Inviato da: Le_cento_botte il 13/02/2011 alle 12:02 DISCLAIMER
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