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RAI: DI TUTTO, DI PIU'

"Mamma Rai in "pericolo" dopo l'acquisto di Endemol da parte di Mediaset". "Rai, una tv da svecchiare". "La Rai, l'azienda che floppa".

I titoli giornalistici potrebbero essere centinaia e con un'unica protagonista, la televisione di Stato.

C'è da dire che le polemiche la cara Mamma Rai le cerca pure e se l'uscita di questi giorni di nuove selezioni per future assunzione nella televisione pubblica fanno sperare che qualcosa possa cambiare anche in questo bisogna vederci molto chiaro.

Andando sul sito della Rai si possono leggere i rispettivi due bandi destinati a LAUREATI  e PROFESSIONISTI

Fermi fermi tutti. Vediamo nel dettaglio cosa dicono i bandi di concorso. Mi soffermerei sul tipo di laurea richiesta per concorrere ovvero Lauree in economia e commercio, giurisprudenza, ingegneria elettronica, ingegneria informatica, scienze statistiche.

La domanda sorge spontanea. Ma le lauree in Scienze della Comunicazione dove stanno e perchè non sono considerate? Con tutto rispetto per le lauree richieste dal bando non ne comprendo l'attinenza. Per niente.

Altra osservazione e qui c'è da storcere il naso. Il tipo di laurea richiesto dal bando è del Vecchio Ordinamento oppure Laurea Specialistica del Nuovo Ordinamento e con la condizione che i candidati non abbiano compiuto i 27 anni entro la data del 31 Maggio 2007.

Due considerazioni veloci ed efficaci. I laureati del Vecchio Ordinamento ormai hanno concluso i propri studi ed i rimasti ancora all'interno delle Università li stanno completando.

Fattore ben più importante è proprio il vincolo dell'età relativo al tipo di laurea richiesto visto che tutti i laureati del Vecchio Ordinamento a priori hanno superato già i 27 anni o resta solo un caso possibile relativo alla classe "1981" che potrebbe concorrere. (Le prime cavie del Nuovo Ordinamento sono infatti i nati nel 1982)

I primi laureati della Specialistica del Nuovo Ordinamento si accingono a concludere il loro percorso di studi e si contano sulla punta delle dita quelli che lo hanno già portato a termine.

Continuiamo con i vincoli richiesti tra cui quella relativa al punteggio di laurea che è di 110 con lode che tuttavia in questo caso viene dato come "corsia preferenziale". Poniamoci un'altra domanda, visto la notevole difficoltà del titolo di studio richiesto in quanti nati SOLO NEL 1981 hanno davvero conseguito il risultato di 110 e lode?

L'assurdo tocca il suo punto più alto col secondo bando in cui si cercano PROFESSIONISTI.

Si cercano Professionisti in possesso di una significativa e documentabile esperienza nella gestione e nell’organizzazione di complesse produzioni televisive e che non abbiano superato l'età dei 30 anni entro il 31 Maggio 2007.

In questo bando la laurea viene considerata solo una "corsia preferenziale" e non è neppure richiesta.

E' chiaro come questo secondo bando sia rivolto e destinato a chi già lavora all'interno dell'azienda e ha acquisito delle esperienze significative e documentabili nell'ambito della gestione di produzioni televisive.

La domanda che vi pongo: chi ha avuto un contratto in Rai a tempo determinato per diverse trasmissioni televisive come ha fatto? Semplice, la chiave di tutto in Italia: la conoscenza o più comunemente conosciuta come "l'essere figlio di.."

Non serve essere laureati o aver maturato competenze specifiche nel settore per un contratto in azienda.

In una redazione di programmi televisivi Rai trovi stagisti stra-laureati, stra-masterizzati che non hanno modo di mettere in pratica quello che hanno studiato e per farlo devono accettare di lavorare 12 ore al giorno A-GRATIS addossandosi il lavoro di chi un contratto lo ha. (parlerò presto della figura professionale "dei consulenti televisivi)

Stagisti sostituiti da diplomati in ragioneria o a over quarantenni alla loro prima esperienza in Rai.

Premetto che non ho nulla contro i ragionieri o contro gli over quarantenni sia chiaro ma se per fare l'avvocato serve una laurea in Giurisprudenza e per fare il medico serve una laurea in Medicina perchè non è lo stesso per chi vuole lavorare in televisione?

E soprattutto perchè non è richiesta nemmeno una laurea?

Non perdetevi il prossimo post in cui racconterò il mio primo ingresso in una redazione proprio Rai..

La Rai si fa sentire puntualmente quando devi pagare il canone mandando se fai ritardo di qualche giorno la letterina a casa con tanto di raccomandata.

La Rai è lo specchio del nostro Paese, un paese "malato" che non dà valore alla meritocrazia e non valorizza i suoi giovani alimentando "la cultura del non-sense"..

Nessun motto sarebbe migliore. Rai, di tutto di più!