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STRATEGIE CHIRURGICHE PER L'OBESITA'

Post n°318 pubblicato il 04 Settembre 2016 da allofme00

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Il nostro paese gode di un primato; ovviamente con le proporzioni del numero di abitanti, di obesità; circa il 10% della popolazione è obesa in forma patologica, nel senso che, l'obesità  si è rivelata causa di patologie sencodarie ad essa. Si calcola ancora, che abbiamo circa il 40% di popolazione che è in sovrappeso. E tuttavia, la cosa ancora più grave è che circa la metà è in età pediatrica. Questo ultimo aspetto suscita un significativo allarme che obbliga l'area medica ad assumere un atteggiamento attento per questo problema. E questo perchè, i bambini, i ragazzi gli adolescenti di oggi, saranno senz'altro  gli individui adulti obesi di domani. Per avere un'idea di quello che comporta  l'obesità, segnalo un dato in termini sociali ed economici. Si calcola che nel nostro paese vengono spesi circa un milione di euro l'ora, soltanto per trattare pazienti diabetici perchè sono obesi. Il paziente obeso, trova non poche difficoltà a mantenere un percorso dietetico a lungo, per cui, capire quando si può proporre  l'atteggiamento chirurgico. Ebbene va chiarito che la proposta chirurgica non è indicata per tutti. A questo approccio si arriva quando il paziente ha fatto numerosi tentativi terapici che si sono rivelati fallimentari. A questi fallimenti segue di conseguenza un aumento di peso inarrestbile, fino a quando l'individuo arriva ad avere  anche il 90-100%  di peso in più rispetto al peso standard. Faccio un esempio. L'individuo alto 170 centimetri dovrebbe avere un peso ideale di circa Kg 70, e invece pesa kg.120. In questo caso, che è un'obesità di una certa entità, e questa obesità  h provocato malattie secondarie come l'ipertensione, problemi rspiratori, problemi cardiologici, il diabete, allora, in questi casi si  fa avanti l'ipotesi chirurgica.  E' ovvio che si dovrebbe intervenire prima per limitare i danni. C'è un dato che va fatto conoscere, ed è che in Italia, solo l'1% dei pazienti obesi, che avrebbero necessità di venire operati; cioè, i pazienti obesi in maniera patologica che avrebbero indicazione alla chirurgia,  si è in grado di operarne soltanto 1/100. I motivi vanno visti, prima prchè è il paziente stesso a  non volersi operare perchè preso dalla paura della chirurgia; anche se, vivere da obesi ha rischi maggiori. Va detto pure, che in Italia, non ci sono molti centri specializzati  per la chirurgia di sola obesità; diciamo che ve ne è uno per regione.

Cerco adesso; per quanto mi è dato conoscere,  di  vedere come viene impostato l'iter chirurgico. Bisogna tenere presente di due  cose. Il primo è quello che i chirurghi chiamano BMI; ovvero, l'unità di misura dell'obesità ; nel senso che, sulla base di una formula: superficie corporea del paziente, peso corporeo distribuito nella superficie corporea, si ricava l'entità della obesità. Quando l'indice BMI è superiore a 35,  anzichè entro 25, , e ha problemi respiratori, avrebbe buone indicazioni alla chirurgia. Poi c'è un'altra cosa che aiuta il chirurgo nella scelta da adottare, ed è il comportamento alementare del paziente. In questi casi è utile la presenza dello psicologo esperto in comportamenti alimentari a cui vengono inviati tutti i pazienti che debbono andare  a chirurgia Faccio un esempio, per rendere bene l'idea. Se si ha un paziente che ha un comportamento alimentare  non decisamente alterato; ovvero, un paziente che rispetta le ore dei pasti, ma che ama mangiare abbondante, questo paziente  si può trattare  con interventi di tipo restrittivo( che più avanti cercherò di illustare ). Nel caso di un paziente che ha l'abitudine di spiluccare di continuo durante la giornata e soprattutto dolci, questo paziente non può essere trattato col "Tipo restrittivo" ma di tipo diverso in quanto rischierebbe il fallimento. In pratica gli interventi vengono classificati in due  grosse tipologie; quello di tipo restrittivo, il cui fine è quello di restringere il canale alimentare a un certo livello; in genere lo stomaco, riducendone il diametro, quindi rendere difficoltoso il transito del cibo e di riempire questa cavità, divenute più piccole, quindi  fornire un maggior senso di sazietà. Inoltre, si ha l'intervento di tipo malassobitivo; nl senso che il paziente mangia una determinata quantià di cibo, ma al di là di quella quantità non lo assimila più. C'è una via di mezzo che sta fra questi due tipi, e cioè,  quello di tipo metabolico. Questo intervento viene eseguito riducendo la cavità gastrica. La parte di sopra che si va a rimuovere è una parte di stomaco che produce un Ormone con funzione oressizzante che si chiama  "Grelina" il cui ruolo è quello di stimolare l'appetito. Il chirurgo, togliendo questo ormone; è chiaro che rimuovendo quella parte di stomaco non viene più prodotta Grelina, il paziente mangia meno, non solo perchè ha uno stomaco più piccolo, ma sta anche bene, perchè non avverte  necessità di mangiare. Ebbene, a tutto questo procedimento interessante,  va anche detto che qualcosa di meno favorevole c'è, e cioè,  che la chirurgia ha come solito i suoi aspetti rischiosi; anche se oggi si gode  di tecniche operatorie affinate che rendono accettabili questi rischi, e anche grazie ai passi da gigante  fatte nel campo anestesiologico, e tutti gli interventi che vengono eseguiti oggi si possono eseguire  per via mininvasiva mediante laparoscopia similmente a come si esegue oggi, una colecistectomia. COME HO DETTO ALL'INIZIO, NOI IN ITALIA ABBIAMO SOLO L'1% DI PAZIENTI TRATTATI; QUINDI, IL PUNTO è CHE BISOGNA DARE UNA RISPOSTA AL 99% RESTANTE DI PAZIENTI. NON SOLO, MA BISOGNA INTERVENIRE IN MANIERA PRECOCE, SIA IN TERMINI DI PESO SIA IN TERMINI DI ETA'. QUINDI, LA PREVENZIONE; obiettivo principale nell'obesità e che è assolutamente delicato. Non si può pensare di risolvere l'obesità solo tramite la terapia; sia essa  chirurgica sia essa non chirurgica, fermo restando che la dieta non riesce a dare  al paziente soddisfacenti risultati, e che solo la chirurgia  riesce a farlo, ci sono molti trattamenti; che si chiamano parachirurgici finalizzati ad aiutare il paziente che è in sovrappeso o con una obesità  tale per cui l'indicazione chirurgica non vi è, oppure procedure che servono a preparare al meglio il paziente alla chirurgia dell'obesità. Una di queste è il pallone intragastrico( vedi immagine sopra ). Diciamo pure che ci sono delle alternative quali, la metodica intraluminale; ovevrosia, entrare attraverso la bocca all'interno dei visceri, arrivare nella cavità gastrica e cercare di rifare l'intervento chirurgico  che dìsi fa oggi per via laparoscopica dall'esterno, quindi farli dall'inerno.

Come funziona il pallone intragastrico ? Intanto diciamo che è quello più usato oggi, e che si chiama BIB. Tramite una valvol è connesso a un catetere e viene introdotto per via endoscopica nella bocca del paziente fino alla cavità  addominale. Viene praticata una blanda anestesia locale e l'operatore lo gonfia con un po' di soluzione fisiologica al catetere. Il chirurgo inserisce la punta di una siringa 50ml e trasferisce la soluzione nel palloncino, che gonfiandosi lo si manterrà all'interno della cavità gastrica per non meno di sei mesi. Ebbene, cosa fa il pallone all'interno della cavità? Non fa altro che aumentare il senso di sazietà, oltre ovviamente ad occupare spazio. In ultima analisi, è come se il paziente avesse consumato un pasto intero. Quindi aumento di sazietà, rallenta lo svuotamento gastrico; il che signific che ciò che viene mangiato dal paziente rimane nello stomaco un tempo più lungo. Ovviamente il paziente deve seguire una dieta preparata dal nutrizionista.

Per concludere, il pallone intragastrico prepara il paziente prima della chirurgia bariatrica, quindi di ridurre il rischio anestesiologico e chirurgico.

 

 

 
 
 
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