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Fil rouge per vittime e carnefici

Post n°629 pubblicato il 06 Aprile 2012 da LivinginFortaleza
 

  

Oktoberfest 2011 a Blumenau (Santa Catarina)

E' davvero sorprendente quando capita che, decidendo di abbinare due storie, apparentemente slegate, di accostare le trame di due film, diversi ma sentiti come "imparentati" fra loro, si scopra in seguito- addentrandosi nella ricerca, che più di tanto la casualità non c'entra e che sono solo due facce della stessa medaglia, ovvero si viene a scoprire che chi li ha diretti, a distanza di parecchi anni, è poi lo stessa persona. Il regista è Silvio Back, nato nel 1937 a Blumenau (colonia fondata da emigranti tedeschi, nello stato di Santa Catarina e sede di una famosissima Oktoberfest versione brasiliana) da padre ebreo ungherese e madre tedesca, solo due anni dopo che i genitori erano sbarcati in Brasile, per sfuggire agli orrori della guerra. Non sorprende pertanto che, cresciuto e diventato regista, Silvio Back abbia deciso di affrontare l'argomento, così opprimente e determinante, sviscerandolo da diverse angolazioni.

locandina del film "Aleluia Gretchen"

La prima angolazione - quasi autobiografica- è quella di "Aleluia Gretchen", la saga della famiglia Kranz, che fugge dalla Germania nazista per le idee liberali del padre e si rifugia nel sud del Brasile, in Paranà. La famiglia compra un hotel, che verrà chiamato Florida- quasi un anagramma di Adolf Hitler -all'interno del quale gli  altri membri della famiglia, invece fedeli al nazismo-  ricreano esattamente lo stesso ambiente - fisico e mentale- dal quale sono fuggiti, si avvicinano al Partito Integralista e l'albergo diventa ben presto un punto di riferimento per tutti i simpatizzanti nazisti della zona. Più che in Brasile, ci si sente all'interno di una tipica pensioncina tedesca, tutta pulita ed ordinata, con i caminetti e le immancabili pinte di birra, con una bella cena di Natale, all'ombra della svastica nazista appesa alla parete,  con le parate militari e le esercitazioni  di bambini ed adolescenti, per la tanto agognata formazione di una gioventù hitleriana brasiliana,  e il clima poi è quello tipico delle denunce, sopraffazioni, torture.. 

scena del film "Aleluia Gretchen"

L'intento era quello di mostrare,  sottilmente e polemicamente, i legami fra l' Ação Integralista Brasileira  ed il Terzo Reich, una tematica un tantino provocatoria, visto che il film venne girato nel 1976, in piena epoca di dittatura militare. Si ispira ai suoi ricordi, coglie a piene mani  dalle sue origini culturali, sceglie  per la colonna sonora, una Cavalcata delle Walkirie di  Wagner -simbolico inno adottato dai nazisti in chiave antisemita-  ma arrangiato - in modo dissacratorio- in versione rock o in versione samba. L'azione ruota attorno al piccolo hotel a gestione familiare, frequentato da vari tipi di clienti, ne registra la quotidianità, ciascun membro della famiglia sembra  incarnare gli elementi peculiari dell'ideologia nazista - la purezza della razza, l'annichilimento delle voci dissidenti- l'oppressione e la forte convinzione in ideali focalizzati in chiave unilaterale ed inequivocabile, ma c'è anche la difficoltà di chi, come un malcapitato viaggiatore di passaggio, un intruso,  vi ci si trova nel mezzo, non riuscirà ad adattarvisi e, per questo incorrerà in seri problemi.

scena del film "Aleluia Gretchen"

 Anche se il regista riesce a non emettere giudizi, ad essere il più obiettivo possibile, presentando e facendo muovere i personaggi con la loro, di testa, e non con la sua, è innegabile essere spinti verso determinate considerazioni : quanto e in che modo una politica estrema, in questo caso quella nazista, possa, in modo contorto, influire sulle persone,  e come, nonostante l'umanità venga sacrificata,  non cessi comunque di esistere, sebbene avvilita e sconfitta.

 

scene del film "Lost Zweig"

Dopo 26 anni il regista ritorna sull'argomento, ma questa volta l'angolazione è, come dire, dalla controparte.. quasi a riequilibrare le cose.. ispirato al libro di Alberto Dinis "Morte no paraiso, a tragedia de Stephan Zweig", condensa le ultime settimane di vita dello scrittore ebreo, suicidatosi nel 1942 a Petropolis. Nato a Vienna da un ricco industriale austriaco e da madre italiana, si laurea in filosofia, fa vari viaggi in Asia e America. Nel 1920 si sposa con Fredericke Maria Von Winternitz, con la quale condivide la passione per la cultura e la letteratura. Durante la Prima Guerra Mondiale risiede in Svizzera, ha contatti con Hermann Hesse e James Joyce. Alla fine della guerra rientra nel suo paese e vive a Salisburgo. E' un periodo felice della sua vita, allegro, ha un grande successo come scrittore, guadagna molto con i diritti d'autore, ed è sempre in viaggio, in Russia, Italia, Francia. Scrive poesie, novelle, una serie di biografie (Dickens, Casanova, Tolstoj, Balzac, Stendhal, Dostowieskj, Freud, Maria Antonietta, Maria Stuarda) scegliendo accuratamente personaggi che lo interessano. Grazie alle sue cospicue finanze può permettersi il lusso di comprare e collezionare manoscritti originali antichi.. ne aveva di Mozart, Bach, Beethoven, Goethe e Balzac. All'avvento del nazismo, partecipa attivamente al movimento territorialista ebraico, prodigandosi per trovare un luogo ove gli ebrei si potessero rifugiare, tanto da intavolare trattative anche con il dittatore portoghese Salazar, al fine di ottenere territori in Uganda.

scene del film "Lost Zweig"

  Nel 1933, la situazione precipita, le sue opere vennero bruciate dai nazisti sulla pubblica piazza, l'anno dopo Stephan lascia l'Austria e vive a Londra. Nel 1938 chiede la cittadinanza inglese e divorzia dalla moglie. Nel 1939 sposa la sua segretaria Lotte Altman, bruttina, asmatica, rachitica, con nessuna corrispondenza spirituale ma devota e fedele, e con lei va a vivere a New York. Nel 1941 la coppia arriva in Brasile, e prende casa a Petropolis ( Rio de Janeiro). Non era la sua prima volta in Brasile. C'era stato già nel 1936, per fare ricerche su Amerigo Vespucci, del quale poi scrisse la biografia. Aveva scritto anche"Brasile, il paese del futuro" , dove dichiara il suo amore per questo paese, per il suo popolo, la sua musica, la sua allegria, il paesaggio.. l'unico suo libro ad essere scritto in tutta fretta e non con i consueti studi di approfondimento. In vari passi del libro, emerge anche un'altra motivazione : il Brasile avrebbe potuto essere un luogo di prosperità e felicità per gli ebrei. La sua idea era proprio quella di aprire loro il cammino. Rieccolo quindi presentarsi nel paese del futuro colmo di speranze, ma la delusione sarà immensa. La stampa ed il pubblico avranno reazioni - con sua grande sorpresa- alquanto negative, sarà accusato di aver scritto il libro su richiesta del dittatore Vargas, di essere un suo tirapiedi, di appoggiarlo, di aver scritto libro contro il Brasile, pieno di ambiguità. Lo scrittore scopre con amarezza che il suo successo era tutto una montatura e che la maggior parte delle migliaia di copie vendute, in realtà erano state acquistate dal governo stesso.

scena del film "Lost Zweig"

Tenterà e chiederà più volte il visto per sè e soprattutto per molte altre famiglie ebree che speravano di sfuggire alle persecuzioni naziste e che aspettavano speranzose in Austria. Tutti i suoi incontri e contatti con  Getulio Vargas erano tesi a questo scopo, ma il governo brasiliano giocò un pò al gatto con il topo, tentennò, rimandò, poi lo concesse ma solo per la coppia, rigettando le altre richieste, dicendosi impossibilitato ad accoglierle. Lo scrittore venne anche fatto oggetto di ricatti e pressioni .. in cambio gli si chiedeva di scrivere biografie su personaggi illustri brasialiani, come sul padre dell'aviazione brasiliana Santos Dumont, gloria nazionale che però morì suicida, e Zweig si rifiutò categoricamente. Continuò a mantenere un rapporto epistolare con l'ex moglie Fredericke, dalle cui lettere traspaiono tutti i suoi sentimenti e pensieri durante il soggiorno in Brasile.  Dapprima le speranze,  il conforto dato dalla natura rigogliosa, dalla bellezza e dal colore di ciò che lo circonda, ma dopo l'attesa, arrivano la delusione e la disillusione. Quando si rende conto che non potrà fare niente per i suoi amici ebrei , che praticamente è come se fossero già morti, vive la più profonda delle frustrazioni.  E' sempre preso da tristezza e malinconia per ciò che accade in Europa, assiste al carnevale, ma non può esserne coinvolto. Il senso di colpa lo pervade, perchè loro sono vivi e vegeti e gli amici invece moriranno. Medita che paradossalmente è scappato da un dittatore, per ritrovarsene davanti un altro.

locandina del film "Lost Zweig"

Gradatamente incomincia a pensare al suicidio, come forma di resistenza, come forma di protesta. E più l'idea si concretizza, più ci pensa e più si sente meglio, sollevato dal quel peso che lo opprime, dalla sofferenza soffocante, dal pessimismo più estremo e si sente persino felice.. Non c'è altra via d'uscita. Gli ultimi giorni scorrono tranquili, la coppia incontra gli amici, cena insieme a loro, si comporta normalmente e non lascia trasparire nulla, si commiatano perchè devono partire, brindando "al volo di una farfalla". Una preparazione meticolosa, falò di carte, libri e documenti e poi l'ultimo atto  : Stephan si suicida per primo con una pastiglia di cianuro e Lotte successivamente, quando già Stephan era morto, forse con del veleno per topi. Anche da morto Stephan Zweig causò, suo  malgrado, polemiche, vedendo contrapposte la comunità ebraica di Rio de Janeiro da una parte e le autorità dall'altra.. i primi esigevano funerale e seppellimento in rito ebraico, i secondi ne desideravano uno in pompa magna e cattolico.. Tutti  comunque rimasero sgomenti ed increduli dal gesto, avvolto di mistero, visto che Getulio Vargas proibì categoricamente l'autopsia. Tutto questo racconta "Lost Zweig", omaggio del regista ad uno scrittore del tutto attuale, pacifista ante-litteram,  anti-militarista, contrario ai totalitarismi, che sognava un'Europa senza frontiere, con una moneta unica e dove regnasse la libertà di espressione.

 
 
 
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