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Rio de Janeiro - Il centro

Post n°663 pubblicato il 19 Maggio 2012 da LivinginFortaleza
 

Camminare per il centro di Rio è come trovarsi dentro un grande puzzle scomposto.. non sai da che parte cominciare per ricomporlo e all'inizio ti sembra tutto fuori posto. E' una città stratificata Rio, ma qui, dove lo spazio non fa difetto, gli strati si sono sviluppati in orizzontale e non in verticale, come di solito accade e si è costruito adattandosi al terreno, seguendo le mode e gli stili del momento, aggiungendo qualcosa lì accanto, girandoci attorno, un pò come si è riuscito e un pò come si è potuto..

Scalinata del Selaron

Un mosaico variegato come quello che tappezza la Scalinata del Selaron..è da qui che inizio il mio percorso. Vista da lontano, di sbieco, in fondo ad un vicolo squallido, con i suoi colori vibranti e lucidi, sembra un macro tappeto srotolato dall'alto. In 215 gradini, 4 metri di larghezza, mattonelle quadrate, romboidali, rettagolari, dipinte a mano o industriali, stampigliate o impresse, che dicono qualcosa o non dicono niente, con accostamenti tematici o in totale contrasto. L'arte musiva di  Jorge Selaron è del tutto latina.. non per niente lui, con il suo barbone brizzolato e l'immancabile t-shirt rosso fuoco, è cileno, artista autodidatta che dopo aver girato il mondo è qui, lungo la scalinata che porta al convento di S.Teresa, che ha deciso di fermarsi.

  

Murales nel quartiere della Lapa

Il quartiere della Lapa, luogo effervescente, prediletto da intellettuali e gente di spettacolo - qui vissero Machado de Assis, Jorge Amado, Carmen Miranda, Heiror Villa-Lobos fra gli altri - si è sviluppato attorno al settecentesco acquedotto (Arcos da Lapa) con due ordini di archi, che taglia la piazza in trasversale. Peccato non vedervi più scorrere sopra il bondinho (tram) giallo - uguale uguale a quelli che circolano per il centro di Lisbona - .. purtroppo è stato - si spera momentaneamente - disattivato. Saliva su a Santa Teresa, collina verdeggiante e zona residenziale, ricolma di villini Art Nouveau, alcuni dei quali trasformati in pousadas e B&B. 

Scalinata del Selaron

Reminiscenze portoghesi si scorgono nella chiesa che ha dato il nome al quartiere N.S. do Carmo da Lapa,  dalle forme severe addolcite da bordure di azulejos e nei tanti edifici, meritevoli tutti di un poderoso restauro, dalle facciate decorate, con volute e maschere, con fregi e ghirlande. Centri culturali ed associazioni, ex-cinema trasformati in pub, vie diventate centro della "boemia" carioca, la vita notturna. Bisognerebbe spingersi qui di notte, con le luci accese e la musica nell'aria --dal forrò al rock, dallo choro al samba -in questi "botequins" riammodernati, mentre altri sono rimasti tali e quali, magari un pò scalcinati, perfetti per bere e socializzare. E' qui, fra questi tavolini che negli anni'30-'40 ed oltre, autori talentuosi si sfidavano a colpi di canzoni, al ritmo di samba, improvvisati sul momento, con le rime ineccepibili, le frecciate allusive, duelli sonori in piena regola, che certe volte finivano male. E' proprio qui, fra queste vie, che è nato il "malandro carioca" con tutto il suo bagaglio di significati e simbologie.

 

Scalinata del Selaron / mural

Adesso sono i graffitari a confrontarsi, colorando i muri della città di meraviglie a suon di bombolette spray, con grande creatività, grande abilità, tanta tecnica e fantasia.Un tassello un pò stonato è la vicina cattedrale metropolitana di S. Sebastiano .. sembra una navicella spaziale, caduta da chissà dove.. tronco-cono gigantesco che stride con tutto il resto. Una capsula modernista nel cuore di Rio che ospita il museo di arte sacra ed è in grado di accogliere folle di fedeli - fino a 20.000. Giri l'angolo e ti ritrovi invece nel Brasile coloniale, quello degli acquerelli di J.B. Debret per intenderci, con le strade percorse da carrozze, signore in crinoline ed ombrellini e tanti schiavi a vendere mercanzie. Il convento e la chiesa di S. Antonio, fondati dai primi francescani giunti in città sono un esempio di architettura coloniale secentesca.

Antiga cattedrale / edifici coloniali in largo do Boticario

Qui venivano sepolti i membri della famiglia imperiale, da qui uscirono frati importanti per la storia brasiliana. Un santo potente, cui votarsi in caso di pericolo, di attacchi ed invasioni e così, dato che funzionava meglio di un esercito, fu nominato dapprima capitano di fanteria e poi tenente colonnello, ed il suo stipendio regolarmente pagato al convento. Adesso abbarbicato sulla collinetta omonima, un poco malridotto e in fase di restauro, il convento è costretto a convivere con le bancarelle del mercato sottostante, con il viavai di passanti frettolosi, banchi di libri  a metà prezzo e gadget calcistici. Tutt'intorno si spandono a volume altissimo inni di squadre di calcio, neanche fossero arie d'opera e il Teatro Municipale, guarda caso, è a due passi..

Teatro Municipale

Con un involucro neoclassico degno della migliore musica, non gli manca niente :   le statue allegoriche ci sono, le cupolette scure pure, così come i decori dorati e le colonne doriche. Fu inaugurato nel 1909, suscitando meraviglia e stupore. Era l'imponenza che doveva rappresentare, con quella pomposità tipica da Operà di Parigi, che appunto imitava. Marmi e cristalli, affreschi e vetrate, balaustre e mobilia, specchi e macchinari, tutto importato dall'Europa, affinchè la copia non sfigurasse minimamente rispetto all'originale.   

Real Gabinete Portugues de Leitura

Le grandi avenidas, dove centinaia di macchine in fila indiana si incolonnano come modellini in un plastico, decido di snobbarle e mi addentro fra le vie pedonali, quelle che conservano ancora qualche traccia sporadica del passato, che talvolta sorprende. Il Real Gabinete Portugues de Leitura lo individui subito, è una biblioteca, ma non semplicemente e solo quello. Fuori.una facciata da manuale, in stile neo- manuelino (dal re Dom Manuel I 1491-1521) con le sue guglie esuberanti e l'esaltazione della lusitanità nelle statue di Vasco de Gama e Luis de Camoes. Quasi una fotocopia del XX secolo di celebri edifici lisbonensi, vedi Monastero dos Jeronimos e Torre di Belèm.. Dentro, un ambiente apprezzabile da bibliofili e non, dove il libro è coccolato, curato, custodito e vezzeggiato entro grandi scaffalature che sono tutto un traforo e un intaglio.. osservo rapita e respiro quest'aria buona, libresca, liberatoria..

Confetteria Colombo, dal 1894

Qua e là qualche antico negozio,  come la profumeria dal nome poetico "O jardim engarrafado da cidade" (il giardino imbottigliato della città) che dal 1947 vende lozioni profumate ed ogni genere di flaconi e bottigliette - dimenticate l'odiosa plastica, qui è tutto di vetro- e dove il vecchio proprietario si nasconde, mostrando una timidezza e una riservatezza che non pensavo ancora esistessero.O come una vecchia pasticceria art Decò con le vetrate decorate ed i dolci in scatole di latta, o come la rinomata Confeiteria Colombo, sontuosa caffetteria storica, in piedi dal 1894.

antica profumeria "O jardim engarrafado da cidade", dal 1947

Qui il tempo sembra si sia fermato, credenze in jacaranda, banconi in marmo italiano, vetrine bombate, pavimenti floreali, sedie impagliate, specchi dorati, soffitti con vetrate.. tutto un luccichìò per il tempio della pasticceria portoghese, dove reali, politici, scrittori ed artisti erano serviti con i guanti bianchi, su vassoi d'argento e porcellane raffinate con rifiniture d'oro. Biscottini, ripieni o da the, cialde, pasticcini, e poi pingo de tocha, pastel de nata e trouxinha de ovos - dolcetti realizzati con la stessa ricetta dei maestri confettieri portoghesi.

 

Confetteria Colombo, dal 1894

Il centro è un'alternanza di vicoli con negozi chic e vie più popolari, dove, tra bandierine multicolorate appese,  trovi di tutto, negozi per animali, ricambi per elettrodomesttici, rivendite alimentari, e dove le cabine telefoniche sono tappezzate interamente - stile horror vacui - da annunci di "particolari servizi a domicilio", senza che ci siano dubbi su quale genere di servizio si tratti..nel loro accostare i colori dei cartoncini, mi ricordano tanto una favela di Rio, vista qualche giorno prima.. il gusto cromatico sembra proprio lo stesso..

orelhão (cabina telefonica)/favela

Mi spingo verso il mare, laddove si concentra il nucleo più antico della città, la piazza XV è contornata dalla severissima antica cattedrale, da una fontana piramidale, opera di uno dei più famosi scultori rococò brasiliani, il mulatto Mestre Valentim e dall'altra, dal Palazzo Imperiale, fin quasi modesto per un impero così vasto..residenza di governatori, re e poi imperatori, ora è un centro culturale. Qui avvenivano le udienze reali, qui avvennero le incoronazioni e le acclamazioni popolari, qui venne firmata la Lei Aurea, che sancì l'abolizione della schiavitù.

Palazzo Imperiale 

Lo skyline di un tempo puoi solo immaginartelo - ora irrimediabilmente rovinato da un brutto viadotto -la costa in lontananza e l'Ilha Fiscal, abbastanza vicina..un posto di controllo delle merci in entrata e in uscita dal porto di Rio, che più che una dogana mi sembra un castello delle fiabe, tutto verde- azzurro con le guglie neo-gotiche. Fu l'imperatore Dom Pedro II- evidentemente sensibile a questioni estetiche- a deciderne le forme, in uno stile che non deturpasse il bel paesaggio della baia. Si optò per un gotico alla Viollet-le-Duc, un capriccio medievaleggiante e si pensò anche al verde, impiantando palme di cocco. Dal 1913 l'isoletta fu consegnata al Ministero della Marina che la utilizzò come sede di istituti idrografici e metereologici. Adesso è un sogno architettonico che si specchia sull'acqua, da raggiungere a piedi o con un battello.

Ilha Fiscal

Vicino vicino un'altra perla dell'architettura coloniale di Rio, il Museo Storico Nazionale, ma la sua storia e quello che c'è dentro l'ho già raccontata..

 
 
 
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