Creato da LivinginFortaleza il 16/12/2009

Fortaleza Report

Giorno dopo giorno da Fortaleza

 

 

« Con l'acqua alla gola...Affamati concentrati »

Partire dalle radici

Post n°261 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da LivinginFortaleza
 

Colta, e pertanto  sprovvista di arroganza, sembrava non avere dubbi, ma chiedeva sempre: il suo metodo di conoscere ed inventare partiva dal refutare e dal contraddire, per arrivare al nucleo della poesia. Spesso terminava una perfetta spiegazione scientifica dicendo di aver voluto solo fare una "cosa poetica". Dallo studio di problemi complessi di un progetto alla poesia al dominio e ad un adeguato incorporamento delle tecnologie più avanzate, Lina, lo dico senza timore, fu il maggior e più completo architetto brasiliano del suo tempo ed insisto sul "brasiliano". Produsse alcuni dei più straordinari frammenti urbani di questo secolo. Tutte le sue poche opere e disegni sono capolavori, sviluppati accanto ad un'ampia attività intellettuale, riflessioni e ricerche sul Brasile, notevoli come la sua architettura, allestimenti di mostre, interviste, seminari, conferenze.Una sedia disegnata da Lina è un pezzo da museo. E furono molte. "
Joaquim Guedes

Questo l'omaggio a Lina Bo Bardi, una delle figure più significative e rivoluzionarie dell'architettura contemporanea, che nonostante la sua profonda brasilitudine, ampiamente dichiarata, era del tutto italiana. Era nata a Roma nel 1914, dove si laurea nel 1939. Svolge un'intensa attività professionale a Milano, presso lo studio di Giò Ponti e  sarà una delle fondatrici del Movimento di Studi per l'Architettura (MSA). Apre poi un suo studio che, durante il bombardamento su Milano del 13 agosto 1943, verrà distrutto. Nel frattempo entra a far parte del Partito Comunista clandestino e la sua casa diventa un punto di incontro di artisti ed intellettuali. Alla fine della guerra, Lina viaggia per l' Italia per realizzare un  reportage sulle aree colpite dal conflitto. A Roma fonda la revista settimanale "La Cultura della Vita", con Bruno Zevi, e participa al  Congresso Nazionale per la Ricostruzione. Nel 1946,si sposa con Pietro Maria Bardi ed insieme decidono di abbandonare l'Italia e trasferirsi definitivamente  in Brasile. A Rio de Janeiro  i due conoscono personalità come Lúcio Costa, Oscar Niemeyer, Rocha Miranda, Burle Marx e Assis Chateaubriand. Sarà quest'ultimo a chiedere a Pietro di fondare e dirigere un museo di arte nel paese (il Masp che sarà progettato dalla moglie). Architettura, design, scenografia, museografia, cinema, attività editoriale e didattica, sono i settori in cui Lina Bo Bardi operò.  Difficile darle una collocazione per la quantità di temi che affrontò e  per l'intensità del suo stile di lavoro. Fondamentale fu il suo ruolo per lo sviluppo della cultura brasiliana. Le sue ricerche nell'ambito dell'artigianato e della cultura popolare, la sua difesa delle radici africane, della tradizione manuale brasiliana la porteranno a fondare, fra le altre cose, il Museo di Arte Popolare e la Casa del Benin a Bahia..

Sesc Pompeia San Paolo

In ambito architettonico realizza pochi edifici privati e numerosi edifici pubblici (musei, teatri, centri di convivenza, chiese, padiglioni per esposizoni internazionali).  Il Sesc Pompeia (1977) a San Paolo, è  forse il più rappresentativo. Si tratta di un complesso di edifici multifunzionali (palestre, piscina, deck-solarium, spazi per esposizioni, biblioteca, atelier per pittura, teatro, ristorante, bar, e grande soggiorno con specchio d' acqua) ad uso e consumo  dei dipendenti del terziario del quartiere. Ristruttura un'ex- fabbrica formata da una serie di padiglioni in successione. 

Lina Bo Bardi nel cantiere del MASP

Progetta un' architettura povera, minimale, forme pure, senza ornamenti, di calcestruzzo vivo. In contrasto con la forma quadrata dell'edificio disegna finestre a forma di ameba e per far comunicare i due edifici costruisce passerelle aeree di cemento vivo. Disegna tutto persino i mobili, le sedie, fino alle divise dei dipendenti. Lo stile è volutamente  spoglio, che lascia visibile i diversi impianti. I capannoni ospitano mostre d'arte, spettacoli musicali e teatrali, corsi di pittura, di ceramica, di fotografia, una biblioteca e gli uffici amministrativi. 

Masp di San Paolo

Altro suo capolavoro è il Masp di San Paolo, a proposito del quale la Bo Bardi così si espresse «Cosa deve essere un museo?- diceva- Un tumulo di mummie illustri? Un deposito di opere umane... già obsolete che devono essere amministrate con senso di pietà? I nuovi musei devono aprire le loro porte all'aria pura, alla nuova luce. È in questo senso sociale che ho progettato il Masp, rivolto specificamente alla massa non informata, non intellettuale: il fine del museo è di creare una atmosfera per indurre nei visitatori quella forma mentale atta a comprendere l' Arte, senza distinzione tra quella antica e quella moderna».

atelier di Lina Bo Bardi- Palazzo di vetro - San Paolo

Progettista a tutto campo disegnò  dalle tazze di cucina a capi di abbigliamento femminile, progetti urbanistici,  gioielli e  numerose scenografie e costumi teatrali. Prima della Seconda Guerra Mondiale e dal '41 fino al '43 aveva collaborato con diverse riviste, scrivendo e disegnando per "Stile", "Tempo", "Grazia", "Vetrina", "l'Illustrazione Italiana", ed aveva editato la collezione "Quaderni di Domus". Visse e lavorò in una casa ovviamente progettata da lei. Questa dimora, conosciuta come «casa di vetro», è stata la prima opera di San Paolo ad essere conosciuta a livello internazionale, ed anche a essere costruita nel quartiere Jardim Morumbi, sul luogo di un' antica fazenda che sorgeva in piena mata atlântica.  E' a pianta quadrata su due piani, e dà quasi l'impressione di galleggiare sull'aria: ha una struttura in cemento armato e poggia su pilastri sottili formati da tubi di acciaio.

Palazzo di vetro 1951 San Paolo

 La natura lussureggiante di piante, alberi, animali selvatici, si può godere e quasi entra dentro la casa, attraverso le ampie facciate a vetro. La struttura di pilastri crea spazialità e luminosità e permette una stupenda visione del paesaggio circostante. Sicuramente nel progettarla Lina Bo Bardi deve aver pensato a Le Corbusier degli anni 20 e 30: l'appoggio su pilastri, il pianterreno non abitabile, la vetrata allungata. E' decisamente una casa bella, funzionale ed ecologica, ossia costruita nel rispetto della natura, preoccupazione costante della Bo Bardi. Tutte le residenze private da lei progettate, si inseriscono nel verde con rispetto e senso di continuità.

Lina Bo Bardi muore a San Paolo nel 1992 e muore felice perchè realizza il sogno di lavorare fino alla fine e nel luogo da lei espressamente scelto.

 "Quando a gente nasce, não escolhe nada, nasce por acaso. Eu não nasci aqui, escolhi esse lugar para viver. Por isso, o Brasil é meu país duas vezes, é minha 'Pátria de Escolha', e eu me sinto cidadã de todas as cidades". (Quando si nasce non si sceglie nulla, si nasce a caso. Io non sono nata qui, ho scelto questo luogo per viverci. Per tale motivo, il Brasile è il mio paese due volte; è la mia patria per scelta e mi sento cittadina di tutte le città") 

Lina Bo Bardi

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

ULTIME VISITE AL BLOG

stranelanequipolskapierluigi.feltrialexander880LivinginFortalezabisonicod1salessia.camplonebimbasexy78Franko10frei86Berlaloryn.corbolotto52
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

LE MIE FOTO

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963