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Graffiti invisibiliDi solito, l'artista cerca sempre di dare visibilità alle proprie opere. Mai, in nessun caso, sceglie luoghi reconditi, nascosti, inacessibili e sporchi. E', invece, esattamente quello che fa José Augusto Amaro Capela, detto Zezão, conosciuto proprio per lasciare i suoi graffiti, nelle fogne, nelle discariche, nei tunnell sotterranei o in case diroccate, nelle periferie di San Paolo. Graffitaro dal 1995, Zezão, dal corpo tatuato, quasi graffiti anch'essi.. è entrato nel mondo dell'arte quasi per caso. Disegnava, così, senza pretesa e ha sempre amato la strada, la sua intenzione era quella di abbellirla con i suoi segni. Abbandona la scuola per "mancanza di pazienza nell'ascoltare e ripetere discorsi che poco o nulla aggiungevano alla mia vita". La sua arte è a disposizione del mendicante, del barbone, del povero che non ha i soldi nè la possibilità di andare in una galleria d'arte e comprarsela. E' un'arte per la gente di strada. I suoi colleghi hanno fatto un pò di fatica a capirlo. Nessuno voleva accompagnarlo nelle scorribande graffitare. Per Zezao, più il luogo è nascosto e più c'è la possibilità che il suo lavoro rimanga vivo e si conservi a lungo. Sottile deduzione. Un graffito sui muri delle strade principali verrebbe facilmente coperto e rimosso. Ma invece.. chi si infilerebbe nelle fogne per ripulirle da un graffito e da una scritta ? Ne-ssu-no. Nonostante tutto però, nel 2005 alcune sue opere sono state esposte nella galleria Choque Cultural, una galleria d'arte del tutto tradizionale, e da allora ha esposto in varie parti del mondo fra cui New York, Londra, Parigi, Germania. Lavora anche su commissione, graffita negli appartamenti di industriali, pubblicitari, dirigenti, ma ciò che lo diverte maggiormente, la parte più seducente del suo lavoro rimane quella di gironzolare per la città alla ricerca di nuovi luoghi di ispirazione, dove lasciare il segno. Nella sua casa espone orgogliosamente, appeso in cornice, un diploma di Vandalismo. Il graffito è innanzitutto sovversione. Nel film No traço do invisível di Laura Faerman e Marília Scharlach, girato nel 2007, il graffitaro conduce lo spettatore nei cunicoli abbandonati, in luoghi bui e ricolmi di spazzatura, apre cancelli chiusi, si arrampica come un uomo ragno, con stivaloni di gomma si immerge nelle fogne, si cala nei tombini e nei canali di scolo delle acque pluviali della metropoli. Armato solo di torcia e vernice azzurra, che stende con un piccolo rullo, realizza i suoi delicati, eleganti, ricami graffitati. |
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