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Rio de Janeiro - Il Cristo Redentore

Post n°661 pubblicato il 18 Maggio 2012 da LivinginFortaleza
 
Tag: Brasile

Mirante Dona Marta

"Lasciate ogni romanticismo voi che andate".. così potrebbe recitare una targa da affiggere lungo la strada per il Corcovado. Dimenticate pure il silenzio, la solitudine e la tranquillità.. recarsi a visitare il Cristo Redentore è una tappa obbligata, un voto da sciogliere, un dovere da compiere.. e i pellegrini sono tanti - di tutte le età, razze, lingue e religioni-.. inconcepibile pensare di goderselo tutto soli soletti..Qualcuno lassù, in sostanza, ce lo trovi sempre..Sarebbe bello prendere l'elicottero e fare le boccacce a quelli giù in basso, accalcati.. ma è solo un'idea e tale rimane.. 

Cosme Velho- Stazione treno del Corcovado

Come funziona la cosa, lo capisci appena arrivi nella piazzetta di Cosme Velho, davanti alla piccola stazione ottocentesca tutta dipinta..è un movimento continuo di turisti, taxisti, autisti, operatori turistici, oltrechè dei normalissimi abitanti del quartiere per niente stravolti, anzi avvezzi a questo frastuono.La meta è una sola : guadagnare il Corcovado, non importa come, quanto costa e in quanto tempo. C'è chi opta per il trenino, rosso fiammante, che dopo un lungo tragitto, si inerpica per ripidi pendii nella foresta della Tijuca, per poi depositarti a destinazione. Si può sempre andare a piedi o in bicicletta- opzione questa solo per chi ha buone gambe e tanto, tanto fiato.

baia di Guanabara e Rio de Janeiro vista dal Mirante Dona Marta

L'alternativa, pratica, moderna, economica c'è.. i pulmini. E' un vero business, tutto ben organizzato, studiato, rodato da anni di esperienza turistica, meglio dire da decenni ed anche di più..L'offerta è del tutto professionale, ti attirano suadenti, spiegandoti  per filo e per segno, ti caricano, ti applicano un bollino di riconoscimento ed infine ti scaricano come pacchetti postali nei punti prefissati.Se ritardi, ti lasciano lì, ma niente paura.. salirai sul van successivo.. tanto, è un passaggio continuo, un riciclo di gente, una vera industria del divertimento..

Laguna De Freitas, Zona sul e il Corcovado visti dal Mirante Dona Marta

Famiglie, gruppi di amici, fidanzati, coppie di una certa età, giovani globetrotter, fotografi della domenica, una varia umanità, quella che aspetta speranzosa di affacciarsi sul terrazzo panoramico più famoso al mondo. La strada, la lastricata Ladeira dos Guararapes, sale su, fra ville ed antichi edifici immersi nel verde, percorsa da un salire e scendere continuo di furgoni con turisti ammutoliti.. per fortuna la radio dell'autista tiene su il morale. Fra una curva e l'altra, lungo la Estrada das Paneiras, spunta ogni tanto un lembo di favela..

Il Mirante Dona Marta offre un assaggio del panorama che si godrà più in sù, vale a dire, un antipasto prima del dessert..Oltrepassata una fitta boscaglia di bambù, la raccolta terrazza offre una vista magnifica sulla città. Bisogna sgomitare per farsi posto, per guadagnarsi uno spazietto ed il diritto - sacrosanto- di farsi una foto-ricordo. Gli altri concorrenti, in questo gioco " a chi si fotografa di più" sono assai agguerriti, per niente disposti a cedere di un passo. Scatti di gruppo, singoli, di coppia, in pose ammiccanti, con tutta la famiglia, con varie spiritosaggini...

souvenirs sul Corcovado

Mi sembra quasi che siano tutti più attenti e interessati a fotografarsi, piuttosto che ad osservare e cogliere la bellezza del paesaggio, captare con lo sguardo l'immensità della baia, scoprire l'intreccio urbano della città, scorgere Niteroi dall'altra parte, lo Stadio Maracanà, l'aeroporto, seguire il profilo del lungo ponte fra i due versanti. Mi immagino, estraniandomi da tutto, scontri navali, fantastico di attacchi di pirati e mentre un aereo- appena decollato dall'antico aereoporto cittadino Santos Dumont- vira sopra la spiaggia di Botafogo, penso a quando circa due secoli fa, qui, fra queste acque, si cacciavano balene, per estrarne il famoso olio.. 

Arcipelago  Isole Cagarras, visto dal Corcovado

Altra sosta d'obbligo è quella per pagare il biglietto d'ingresso al Parco della Tijuca, un grandioso polmone verde, area ecologica preservata, divisa in quattro unità, a due passi dalla città, e in parte dentro la città stessa. Addentrandosi nei numerosi percorsi del parco, ci si può tranquillamente imbattere nel Tangará-dançador (Chiroxiphia caudata), nell'Arapaçu-verde (Sittasomus griseicapillus), nel Saíra-de-sete-cores (Tangara seledon) e nel tropicalissimo Tucano-de-bico-preto (Ramphasto vitellinus). I più fortunati possono anche sperare  nell'incontro con speci rare dell'avi-fauna. I turisti frettolosi, di passaggio vedono poco in realtà, ma ben nascosti ci sono cascate e laghi, foreste e picchi a strapiombo, dove praticare l'arrampicata libera e il parapendio.

souvenirs sul Corcovado

Ancora qualche chilometro per una strada a serpentina e si è arrivati. I turisti si agitano come formiche impazzite.. si abbarbicano sui gradini, li affrontano con determinazione - per i più pigri e per chi ha problemi motori ci sono pur sempre ascensori e scale mobili - Per alcuni sembra una salita al Calvario, e come nella via Crucis ci sono le Stazioni Dolorose, qui ci sono snack-bar e negozi di gadgets.. Così, mentre prendi fiato tra una rampa  e l'altra, puoi sempre confortarti con bibite e panini, comprare ricordini e cartoline, sostare sotto un ombrellone.

 Rampe di gradini per accedere alla terrazza del Corcovado

Il Cristo appare a prima vista, di spalle.. sembra fare il gesto di spiccare il volo o più prosaicamente di aprire le braccia- rigide ed erette- per un esercizio di ginnastica..la terrazza è ricolma e imperversa la febbre incontenibile dello scatto/auto-scatto, malattia contagiosa, mentre il Redentore è impassibile e guarda oltre.. forse, se potesse muoversi, incrocerebbe le braccia, chissà..Chi si sdraia sul pavimento, chi si torce di 3/4, chi si inginocchia, l'importante è inquadrarsi insieme al Cristo. Il panorama è mozzafiato, nonostante questa calca e un generale vociare.. Non ci si può proprio raccogliere, lanciare uno sguardo in religioso silenzio, ripercorrere mentalmente sforzi e fatiche fatti da chi ha costruito tutto questo..immaginare vagamente l'emozione dei primi viaggiatori che salivano fin quassù col trenino, per fare un giro fuori porta..

Giardino Botanico, laguna De Freitas, Ipanema e Leblon, isole Cagarras- visti dal Corcovado

Alla fine la città non ha più segreti, riconosci le vie, individui gli edifici, localizzi i punti.. è come vederla al computer, sulle mappe satillitari, solo che qui non puoi zoomare.. e allora mi diverto a farlo con la fotocamera.. immortalare la mia faccia, non mi interessa, la conosco fin troppo bene.. Ecco le coordinate che stavo cercando, la percezione dello spazio che mi mancava..  e pensi -una volta vista Rio de Janeiro da quassù, non ti ci puoi più perdere..

souvenirs sul Corcovado

Mi soffermo poi, con una nota di masochismo, nei negozi di souvenirs.. spille e magneti, portachiavi, di plastica e metallo, colorati, rosari e tazze, statuine in gesso, legno, alabastro, Cristi dorati, platinati, bruniti, argentati.. su magliette e cappellini, foulard e accendini.. una fiera del cattivo gusto - uguale qui come in altri luoghi- che non finisce mai di stupirmi..

Il giro è finito.. rien va plus..

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