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Post n°288 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da LivinginFortaleza
Se un gatto sembrava un strano, che dire allora di un santo con gli stivali? Non è uscito da qualche fiaba ma è venerato nella tranquilla cittadina di Aquiraz, a pochi km di distanza da Fortaleza. Si chiama São José de Ribamar, che un tempo dava il nome all'intera comunità (Vila de São José de Ribamar) e che adesso sopravvive nella chiesa d'epoca coloniale. Sull'altare maggiore una statua di S.Giuseppe con mantello e Bambin Gesù in braccio- come iconograficamente è sempre ritratto- ma ai piedi, al posto di semplici sandali, porta alti calzari, stivali in verità, come proprio come quelli dei bandeirantes, esploratori portoghesi del XVII-XVIII secolo. Per vedere altre statue di S.Giuseppe basta recarsi nel piccolo ed adiacente Museo di Arte Sacra, di recente restaurato. In tutte, da quelle minuscole a quelle più grandi, con abbondanti decori barocchi, gli stivali non mancano mai. IL palazzetto è semplice, a due piani; nella parte bassa, era adibito a prigione (1742)- la presenza di grate e cancelli di ferro ne sono testimonianza- mentre il piano superiore che venne costruito utilizzando come manodopera i retirantes della famosa secca, nel 1877, ospitava la Prefettura e la Casa de Câmara. Nel 1967 padre José Hélio Paiva, riuscì a raccogliere, di sua iniziativa, numerosi pezzi di arte sacra, per lo più provenienti dal collegio gesuitico vicino, prima scuola di latino del Cearà. Con il tempo, la collezione si è arricchita di altri oggetti, in tutto 1400 pezzi, che vanno dal XVIII al XIX secolo. Argenteria, sculture in legno, messali, oreficeria, mobilia, candelieri in latta, paramenti sacri, immagini popolari ed altri oggetti usati nelle processioni, provenenti da varie località del Cearà. Un 'altra particolarità del museo sono le "santas do pau oco". Così erano chiamate le immagini scolpite nel legno al cui interno c'erano cavità, spesso utilizzate per trasportare l 'oro estratto nel Minas Gerais fino a Paraty, evitando così gli attacchi di rapinatori. Ma le statue cave venivano usate anche per evitare le tasse imposte dalla Corona portoghese nel XVIII secolo sull'oro e le pietre preziose estratte, imposte che ammontavano al 20%, una cifra altissima. In tal modo le gemme e l'oro nascosti nelle statue oltrepassavano i posti di controllo, estremamente rigorosi, evitando così ai cercatori d'oro e ai minatori, la pesantissima tassa. Le statue venivano spedite in Europa e ritornavano in Brasile ricolme, al loro interno, di denaro falso. Oggi l'espressione “santo do pau oco”, viene usata per indicare gli ipocriti, i falsi e i bugiardi. Peccato che ben poco ho visto dei 1400 pezzi e nessuna santas de pau oco..una collezione nascosta fin troppo bene... |
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