Creato da LivinginFortaleza il 16/12/2009

Fortaleza Report

Giorno dopo giorno da Fortaleza

 

 

« Rio de Janeiro- la citt...Rio de janeiro - i musei II »

Rio de Janeiro - i musei I

Post n°658 pubblicato il 18 Maggio 2012 da LivinginFortaleza
 

Museo Carmen Miranda-RJ

L'idea dell'architetto Afonso Eduardo Reydi era quella che creare un edificio che richiamasse la forma di una fisarmonica, per ospitare balli e concerti. In cemento armato, basso e circolare, sembra più un bunker, ed ospita dal 1976  il Museo Carmen Miranda, la pequena notavel. Tra le vetrine alcuni dei 65 abiti di scena donati al museo nel 1956, solo un anno dopo la sua morte, ed accuratamente restaurati - camicie, gonne, bluse, tuniche, corpetti, cappotti. Colorati, ridondanti, esuberanti come la sua personalità, le mises e i copricapi ricoperti di paillettes e passamaneria, indispensabili per i suoi travestimenti da "bahiana", la bigiotteria vistosa,  le famose scarpe a piattaforma, per le quali Carmen andava matta e che collezionava avidamente - molto simili a certe calzature "avvenieristiche" viste sulle passerelle di moda degli stilisti più eccentrici -

Museo Carmen Miranda -RJ

Abiti a sirena sfavillanti, gonnellone a ruota e corpetti aderenti, abiti bordati, frangiati, con canutiglia plasticosa, perline, pizzi, pietre e cristalli e paillettes dorate o argentate.. tutti indossati in famosi film e spettacoli. L'accessorio aveva un'importanza fondamentale.. borsette, cinture e gli inconfondibili turbanti, che Carmen confezionava da sè, così come i cappelli, avendo lavorato da giovane presso la "Maison La Femme chic" nel centro di Rio. Per decorarli, usava dalle piume ai cestini di frutta, dai nastri alle banane di plastica, persino piccoli giocattoli.

Due modelli di mises da "bahiana" - a destra quello "modernista" creato da J.Luiz nel 1938, per lo spettacolo presso il Cassino da Urca- Museo Carmen Miranda-RJ

Tutto coordinato e pensato nei minimi dettagli da lei e da costumisti di scena esperti, o da stilisti di Hollywood- Helen Rose, Gwen Wakeling, Yvonne Wood, Travis Bantos, Sasha Brastoff, Barjansky- al fine di creare un personaggio che rivoluzionò la moda e il costume degli anni '40-'50, introducendo il cosiddetto stile "latino". Chi volesse approfondire, può spulciare le 1500 fotografie dell'archivio, consultare i suoi documenti privati- ma anche ritratti, caricature, disegni, inviti, premi, manifesti - leggere ritagli e copertine di giornale od ascoltare nastri con le sue canzoni più famose.

Museo dell'Indio-RJ

In tutt'altro clima invece ci riporta il Museo dell'Indio, in una silenziosa via del quartiere Botafogo, dal nome evocativo, Rua das Palmeiras (Via delle Palme), dove si susseguono una serie di edifici con balaustre e decori in stucco, risalenti al XIX secolo- abitazioni private di ricchi industriali, come quella che ospita il museo, di proprietà di un imprenditore carioca del campo alimentare. All'esterno, gigantografie di maschere indigene ci accompagnano fino all'ingresso, dentro una capanna di taipa che funge da biglietteria e showroom. Una scala con tettoia merlettata ci introduce fra miti e culture ancestrali, per ricordare tutta la ricchezza di tali tribù e quanto sia stato fondamentale il loro contributo alla formazione della cultura brasiliana. La ricostruzione di un lakuh, spazio sacro per la danza torè, tipico dell'etnia Oiapoque, sottolinea la profonda religiosità degli indios, la necessità di trovare una connessione con entità divine, in forma di animali e piante che abitano i fiumi, i laghi, mari, le foreste e il firmamento e che si manifestano solo attraverso gli sciamani, richiamati ed evocati con canti e danze.  

Copricapi - Museo dell'Indio, RJ

Copricapi elaborati, dipinti e assemblati vengono indossati con orgoglio dai pajè (sciamani/sacerdoti), maracà sacre con piume e penne, quasi piccoli stendardi, sono agitate per entrare in trance, con il loro ritmo ripetitivo, e connettersi con l 'altro mondo, in feste che durano due giorni, cui tutta la comunità partecipa, dove ogni cosa, persona e oggetto ha un suo posto e un suo preciso significato. Così come i tatuaggi che ricoprono i loro corpi, messaggi in codice, forme ispirate ad elementi della natura e dipinte o stampate con colori naturali - urucù, jenipapo e cumatè

panchette rituali - Museo dell'Indio, RJ

E poi oggetti d' uso quotidiano, che denotano anche una certa abilità artigianale, l'intaglio del legno per creare panchette sacre a forma di animale, giocattoli che rappresentano la fauna conosciuta- il coccodrillo, il serpente, uccelli, l'armadillo, il giaguaro- il tutto sempre decorato da colori e grafismi geometrici, astratte e personali  interpretazioni di pelli, squame, musi di animali, cortecce di alberi, oppure onde del mare, stelle e nuvole. E se ogni artigiano ha un suo stile, l'ispirazione viene sempre dall'alto, le decorazioni sono "sognate" dallo sciamano, suggerite dagli spiriti.

Museo dell'Indio, RJ

L'uso dei prodotti naturali, delle risorse che la foresta può offrire, senza nulla togliere in più di quello che realmente serve, si ritrova nella varietà di oggetti intrecciati, cesti e contenitori, stuoie, cappelli e setacci, attività questa tipicamente maschile e  nella sequenza di cuias, ciotole ricavate da piccole zucche, scavate, ripulite, essiccate e decorate - attività del tutto femminile - con vari motivi geometrici e non, foglie di palma, maiali selvatici, tele di ragno, squame di tartaruga, ma anche numeri  e nomi, e più recentemente disegni copiati da riviste e ritagli. Molteplici gli usi di questo utensile domestico, di varie dimensioni, usato per servire bevande sacre durante le feste, per mangiare alimenti brodosi, per prendere l'acqua o conservare semi.

 

Museo Internazionale d'Arte Naif, RJ

Anche l'edificio bianco-azzurro che è sede del MIAN, Museo Internazionale di Arte Naif, nella piazzetta di Cosme Velho, è della medesima epoca e stile, stessi bei pavimenti con "ladrilhos idraulicos", stessi decori alle finestre, stesse balaustre in facciata, stessa scala e tettoia. Il luogo è fin quasi strategico, visto che è a due passi dalla stazioncina, con uguale bicromia, da cui parte il treno che sale al Corcovado. Quello che regna sovrano qui è il colore, nei piccoli quadretti come nelle grandi tele, figurine tanto semplici, d'obbligo però, dimenticare  prospettiva e  proporzione, per poter apprezzare  i disegni ingenui e, per questo, commoventi..

 

Museo Internazionale d'Arte Naif, RJ

Grande spazio è dato ai padroni di casa, i maestri naif brasiliani, fra i tanti anche il cearense Chico da Silva - e come poteva mancare..- processioni, giochi sulla spiaggia, balli e feste, paesaggi, paesini, quasi delle cartoline di Rio, animali e fiori poi, scene di vita quotidiana, campestre o urbana, leggende e miti, eventi sociali ed episodi storici.. non manca proprio nulla, in questa caleidoscopica raccolta.

 

Museo Internazionale d'Arte Naif, RJ

Una enorme tela lunga 7 metri ed alta 4, della pittrice Lia Mitarrakis, dal titolo "Rio gosto de você, gosto desta gente feliz" (Rio mi piaci, mi piace questa gente felice) condensa l'amore per la città, dominata dalla sagoma bianca del Redentore, della quale si scorgono monumenti e quartieri, il ponte di Niteroi, la Laguna de Freitas, le spiagge, le case, le navi, le macchine, le chiese e naturalmente anche il museo..Circa 6000, dal XV secolo ad oggi,  le opere della collezione Lucien Finkelstein, appassionato estimatore dell'arte "primitiva" e fondatore del  museo, aperto nel 1995.

Museo Internazionale d'Arte Naif, RJ

Scorre lungo tutta una parete il quadro "Brasil 500 anni" della pittrice Aparecida Azedo, che celebra in 24 metri tutta la storia brasiliana, condensandola in alcuni momenti, i più significativi. Dalla scoperta del Brasile alla fondazione di Brasilia, passando per le missioni, i bandeirantes, l' Inconfidencia mineira, il ciclo della canna da zucchero, la schiavitù, l'arrivo della corte portoghese, la scoperta e lo sfruttamento dell'oro,  la dichiarazione d' Indipendenza, il ciclo del bestiame e del cotone, l'Abolizionismo, il ciclo del caffè, la proclamazione della Repubblica, il ciclo del caucciù, la scoperta del petrolio, l'industrializzazione. Presente nel museo anche uno spazio dedicato ad un grande pittore naif, Rousseu il Doganiere" ed una serie di quadri provenienti da tutti gli angoli del pianeta, per godere di tale ingenuità visiva sotto le più differenti forme e intrepretazioni.

Lia Mitarrakis "Rio gosto de você, gosto desta gente feliz"- Museo Internazionale d'Arte Naif, Rj

 
Commenta il Post:
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

ULTIME VISITE AL BLOG

stranelanequipolskapierluigi.feltrialexander880LivinginFortalezabisonicod1salessia.camplonebimbasexy78Franko10frei86Berlaloryn.corbolotto52
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

LE MIE FOTO

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963