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Caucciù per la vittoria

Post n°125 pubblicato il 04 Ottobre 2010 da LivinginFortaleza
 

Le alternative non erano delle più rosee..o partire per il fronte oppure affrontare fame e siccità.. in 55.000, per lo più tutti provenienti dal Nord est partirono per l'Amazzonia e là furono lasciati. Vennero chiamati "soldados da borracha", i soldati del caucciù, erano poverissimi e vennero attratti dalla campagna promozionale lanciata dal governo di Getulio Vargas che nel 1942 aveva stretto un patto economico con gli Stati Uniti (Accordo di Washington).

 Secondo tale accordo il Brasile permetteva l'installazione di una base militare americana a Natal e la fornitura di materie prime quali l'alluminio, il caffè, ed il caucciù, materiale  quest'ultimo, assai richiesto in tempo di guerra, sia per  veicoli ed aerei, ma anche per altri usi quotidiani.

Da una parte si reclutarono forzatamente tutti i giovani in età militare, dall'altra si creò un ente, la Semta (Serviço Especial de Mobilização de Trabalhados para a Amazônia) che si occupò  capillarmente dell'organizzazione e della propaganda affindando al pittore svizzero Pierre Chabloz la realizzazione di manifesti e depliant che dipingevano e promettevano la conquista di un benessere ben lontano dalla realtà.

  L'Amazzonia diventava una sorta di terra promessa, rappresentava un riscatto per gente che non possedeva nulla, l'occasione di cambiare il proprio destino. Di fatto fu un reclutamento ad ampio raggio di un esercito di manodopera a bassissimo costo, sfruttata in modo quasi schiavistico. Nel 1943 i muri di Fortaleza e di tutto il Nordest vennero tappezzati di carte e manifesti di grandi dimensioni (di quasi due metri) che inneggiavano al patriottismo ed ovviamente nascondevano le pessime condizioni di lavoro.. vennero organizzate marce per raccogliere collette..

Promesse di premi in denaro e grandi guadagni ed infiammati discorsi patriottici del presidente Vargas illusero la gente che iniziò un vero e proprio esodo che durò mesi. Dalla caatinga, campagna inospitale dell'interno del Nordest, i reclutati proseguivano per treno e nave fino ai ricoveri creati a Fortaleza, Manaus e Belem.

 Qui, in  luoghi molto simili a campi di concentramento, essi ricevevano in "regalo" un kit composto da : un paio di calzoni azzurri, una camicia bianca, una blusa bainca, un cappello di paglia, un paio di sandali, un piatto fondo, un cucchiaio, un'amaca e un pacco di sigari.  Un esame medico e la firma del contratto con la Semta trasformavano il contadino in un impiegato, con un salario di mezzo dollaro al giorno fino all'imbarco per  Boca do Acre, dove  i proprietari delle piantagioni venivano a scegliere  i lavoratori.. quasi fosse un mercato di schiavi.

Scampati agli attacchi dei sottomarini tedeschi, i reclutati arrivavano a destinazione con problemi  e difficoltà a non finire.. bisognava addentrarsi nella selva, affrontare felini e serpenti, nonchè insetti e malattie.. anche l'individuazione della pianta non era così semplice nè il lavoro di incisione..

Secondo alcune statistiche ne morirono quasi 31.000 per febbre gialla, epatite, malaria ed attacchi di felini.  Il pagamento del cibo, dei vestiti, delle medicine, delle armi e dgli strumenti di lavoro veniva detratto dal salario, stabilito in base alla quantità di caucciù estratto..Mentre i prezzi dei beni da comprare erano raddoppiati, la quotazione del caucciù veniva dimezzata..

Finita la guerra, i soldati del caucciù vennero abbandonati sul "fronte", non ricevettero nulla di ciò che era stato loro promesso, nemmeno la possibilità di ritornare a casa. Dimenticati. Ignorati.

Una recente  mostra al MAUC (Museo di Arte Università del Cearà) di Fortaleza intitolata "Vida nova na Amazonia" ed un libro "Mais borracha para a Vitoria!" di Adelaide Gonçalves e Pedro Eymar ha ricordato tutti loro attraverso schizzi, disegni preparatori, cartelloni pubblicitari e fotografie, tratti dall'archivio Pierre Chabloz.

 
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