Creato da LivinginFortaleza il 16/12/2009

Fortaleza Report

Giorno dopo giorno da Fortaleza

 

Messaggi di Dicembre 2011

Cartolina d'auguri

Post n°574 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Buon Natale

 

 

 

 

 

 Feliz Natal

 
 
 

Cromoterapia floreale

Post n°573 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

 
 
 

Muro, Mural, Murales

Post n°572 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

sui muri di Fortaleza

 
 
 

Altro che infantile..

Post n°571 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Riassumere la vita di José Bento Renato Monteiro Lobato è piuttosto complicato, talmente poliedrica è la sua figura..nell'arco di tempo che va dalla sua nascita  1882 - alla sua morte 1948- fece tante di quelle cose, in disparati settori,visse in tanti di quei posti, ricoprì tanti di quegli incarichi, affrontò con veemenza tante di quelle lotte,  pioniere sotto parecchi aspetti,  che alla fine si può dire che visse più di una vita.  Fu prima di tutto un grande scrittore, di letteratura didattica ed infantile per lo più, ma fu anche un sagace editore, un talent-scout si direbbe oggi, imprenditore instancabile, petroliere democratico, ed uno strenuo difensore della brasilianitudine.

Cresce in campagna, a Taubatè dove era nato, e dove apprende i primi rudimenti del sapere dalla madre prima e da un insegnante privato poi. Monteiro Lobaro scopre  a 7 anni il meraviglioso mondo della lettura per ragazzi nella ricca biblioteca del nonno materno, il Visconte di Tremembè. Collabora con giornalini scolastici, divora tutti i libri che trova, colleziona ritagli e testi che lo interessano.  Studia all'Istituto Ciências e Letras a São Paulo e si accorge, nel frattempo, che gli piace anche disegnare. Vorrebbe entrare alla Scuola di Belle Arti, ma il nonno gli e lo impedisce. Il suo destino sarà quello di occuparsi degli affari di famiglia e viene iscritto alla Facoltà di Diritto.

 

Prosegue la sua collaborazione a riviste studentesche, fonda il gruppo letterario Arcádia Acadêmica, di cui poi diventerà presidente, emergendo per il suo senso dell'umorismo, un pò inglese e un pò francese, la sottigliezza, l'originalità dei suoi commenti, anticonvenzionali, diretti. Diplomatosi, ritorna a Taubatè. E' il 1904, conosce Maria Pureza da Natividade ("Purezinha") con la quale si sposa nel 1908, e dalla quale avrà quattro figli Marta, Edgar, Guillerme e Ruth. Fa l'avvocato ma tale professione  è troppo tranquilla per lui. Si butta in progetti imprenditoriali, dapprima sogna di aprire una fabbrica di marmellata, poi un negozio di alimentari, investe nella costruzione della ferrovia locale, successivamente nella costruzione del Viadotto del Chà a São Paulo. Contemporaneamente scrive e manda articoli e disegni a giornali della capitale paulista - A tribuna, Fon Fon, Gazeta de Noticias-  traduce articoli del Weekly Times per O Estado de São Paulo, ed opere letterarie straniere. Si sente sempre come un topo in gabbia, insoddisfatto e desideroso di nuovi cimenti. 

  

A 29 anni, Lobato eredita la Fazenda Buquira, dove si trasferisce con tutta la famiglia ed inizia per lui una nuova fase. Diventa fazendeiro, si dedica alla coltivazione ed all'allevamento, tentando di modernizzarli. Si scontrerà  invece con un ambiente retrogado, ostile. Da un suo articolo sull'argomento" Velha Praga" -una sorta di indignazione per i costanti incendi appiccati nelle terre - che causerà non poche polemiche, scrive il  racconto, poi trasformato nel suo primo libro, "Urupês" (1918), in cui fa la sua comparsa un personaggio -Jeca Tatu - che diventerà assai celebre. E' un contadino (caipira)  pigro ed indolente, assai diverso dalle figure idealizzate dalla letteratura romantica dell'epoca, che diventa il simbolo dell'arretratezza e della miseria delle campagne. Il libro avrà una grande ripercussione, dividendo il paese su tale ritratto, per alcuni fedele, per altri esagerato.  L' esperienza agricola finisce a seguito di una tremenda gelata e di una crisi finanziaria che lo investe e lo costringe a vendere la fattoria. Nel 1916 rieccolo a São Paulo, questa volta nelle vesti di scrittore-giornalista, svolge ricerche, scrive reportages sia per   "O Estado de São Paulo", per  la rivista nazionalista "Revista do Brasil" che più tardi acquisirà, e per una pubblicazione da lui fondata a Caçapava, "Paraíba". 

 Contrario a tutti gli "ismi" provenienti dall'Europa, è fortemente polemico con gli artisti modernisti, non esita ad attaccarli e criticarli.Tacciato di essere reazionario, in realtà Monteiro Lobato desiderava ardentemente che si producesse un'arte esclusivamente brasiliana, autoctona, senza intromissioni ed influenze esterne.  Diventato editore, prima della Rivista do Brasil, poi della casa Editrice Monteiro Lobato & C. ed infine della Companhia Editora Nacional, dà spazio a nuovi talenti, oltre che a scrittori già affermati. Lungimirante e con uno spiccato senso per gli affari, lancia idee che allora erano vere e proprie novità nel campo editoriale.."il libro è come un dolce.. deve essere messo sotto il naso del cliente", diceva.. Di qui l'attenzione alle copertine- accattivanti, dalla grafica impeccabile- nuovi sistemi distributivi con venditori autonomi e distributori sparsi per tutto il paese. Critico sarcastico, affronta tematiche, talvolta di costume, legate sempre e solo al Brasile, impareggiabile la sua inchiesta in ambito folclorico "O Saci Pererê: Resultado de um Inquérito".

 

La sua prima opera infantile "Negrinha e A Menina do Narizinho Arrebitado", con illustrazioni di Lemmo Lemmi, famoso disegnatore dell'epoca - da cui poi nacque il personaggio della bambina Lucia nel libro "Sítio do Picapau Amarelo", venne lanciata poco prima del Natale 1920, ed in gennaio, centinaia di esemplari furono regalati alle scuole - due scaltre operazioni di marketing ante litteram.. Le avventure di Narizinho (ossia Nasino) proseguiranno poi in tanti altri libri, con una prolificità senza pari. Il successo fu immenso e le alte tirature, costrinsero Monteiro Lobato ad occuparsi a tempo pieno dell'attività editoriale, mettendo da parte quella giornalistica. Importa nuovi macchinari di stampa dall'America e dall'Europa, ma per problemi finanziari legati anche a crisi economiche e all'inflazione, nel 1925 dichiara il fallimento. Ma cìò non significò la fine del suo sogno editoriale.

Apre la nuova casa editrice Companhia Editora Nacional, con Octalles Marcondes,  a Rio de Janeiro. Le sue pubblicazioni erano sempre sinonimo di qualità, buon gusto ed enorme successo di pubblico. Continua a scrivere libri infantili con Narizinho ed altri personaggi per lo più legati alla cultura brasiliana, recuperati da leggende e dal folclore, mescolati alla mitologia greca, ai fumetti ed al cinema. Pioniere anche nella letteratura para-didattica, pubblicò testi per insegnare matematica, storia e geografia, in modo divertente.

 

Nel 1927 viene inviato negli Stati Uniti come addetto commerciale per lo stato di San Paolo.  Rimarrà impressionato dalla quantità e qualità delle strade statunitensi, ritenendole causa del progresso americano. Si trasferisce a New York. E' entusiasta delle innovazioni tecnologiche, e farà di tutto per convincere il suo governo  a creare qualcosa di simile anche in Brasile. Dopo una visita alla Ford e alla General Motors a Detroit, fonda un'impresa brasiliana per produrre acciaio. Gioca in borsa e perde tutto, coinvolto nel crack del 1929, e deve vendere le sue azioni della Companhia Editora Nacional. Nel 1931 ritorna a São Paulo sempre più convinto che siano ferro,  petrolio e  strade le tre chiavi per raggiungere il successo. Appoggia  nella sua candidatura a presidente dello stato, Julio Prestes, che, di fatti, una volta eletto realizzerà progetti di sfruttamento del petrolio nel territorio paulista.  Difficile immaginare uno scrittore di libri per ragazzi che diventa petroliere..Monteiro Lobato mette su la Companhia Petroleos do Brasil e fonda varie imprese per la perforazione dei pozzi, ma così facendo è destinato a scontrarsi con interessi politici ostili , sia brasiliani che stranieri.

 

Monteiro Lobato durante la Campagna del Petrolio- Belo Horizonte 1937

Comincerà una lotta dalla quale uscirà impoverito, disgustato ed  ammalato. All'epoca c'era interesse e volontà che si pensasse che in Brasile non ci fosse petrolio.Monteiro Lobato era fortemente convinto del contrario ed affrontò pubblicamente i suoi avversari.  Per alcuni anni si dedicò anima e corpo a tale campagna per il petrolio, sognava idealisticamente un Brasile progredito, il cui popolo, grazie allo sfruttamento del petrolio, avrebbe avuti garantiti degli standard di vita elevati, mentre continuava, per mantenersi,  a pubblicare libri infantili e a tradurre best sellers di Jack London o Rudyard Kipling..Nel suo dossier del 1936 presentato all'Academia Paulista de Letras, dal titolo "Lo scandalo del petrolio", accusò il governo di "non perforare e non permettere la perforazione". Sempre in contrasto con il governo di Getulio Vargas, cui periodicamente inviava lettere di protesta e denuncia, verrà condannato a sei mesi di prigione, per atteggiamento sovversivo. Intellettuali ed amici promossero allora una campagna per favorire l'indulto, permettendogli così di essere scarcerato dopo tre mesi. Nonostante ciò, Monteiro Lobato continuò ad essere controllato e perseguitato dal governo, che fece di tutto per soffocare le sue idee. Fu in quel periodo che Lobato iniziò a denunciare  maltrattamenti e torture praticate dalla polizia.

Partecipa al I Congresso Brasiliano degli Scrittori firmando una dichiarazione di principi democratici, la rivendicazione del bisogno di una completa libertà di espressione del pensiero e della necessità di una ri-democratizzazione del paese.  Vista l' aperta presa di posizione, diventa quasi scontata la sua adesione al Partito Comunista - decisione presa dopo la chiusura e la censura, da parte del governo dittatoriale , di tutte le sue compagnie.. Monteiro Lobato rifiuterà l'invito a candidarsi, ma offrirà tutto il suo sostegno al partito. Diventato direttore dell'Istituto Culturale Brasile- Urss,  per gravi problemi di salute è costretto a lasciare l'incarico. Nel 1946 si trasferisce a Buenos Aires. Ritorna in Brasile l'anno successivo, sotto il governo del generale Gaspar Dutra. Sin dal suo sbarco all'aeroporto, davanti ai numerosi giornalisti giunti ad intervistarlo, Monteiro Lobato sarà fortemente critico nei confronti del regime. Nel suo ultimo libro Zé Brasil, riappare il personaggio di Jeca Tatu,  rielaborato in un lavoratore sem-terra , stritolato dal sistema latifondistico. Tutto il suo disincanto per la democrazia restrittiva del governo Dutra lo riverserà nel testo di protesta A Parábola do Rei Vesgo (la parabola del re strabico), che sarà letto e acclamato dalla folla riunitasi il 18 giugno in comizio nella Vale do Anhangabaù.

 

Due giorni prima di morire, concederà un'ultima intervista in cui strenuamente, fino alla fine, anche con problemi motori, difenderà la campagna "il petrolio è nostro". Monteiro Lobato, intelligente e appassionato uomo dalla mille sfaccettature ma sempre mosso da un forte interesse,  il benessere del suo paese, morirà il 4 luglio 1948 a 66 anni, per spasmi cerebrali.

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°570 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Katia Dotto canta "Cinco cores"

 
 
 

Guarda come dondolo..

Post n°569 pubblicato il 10 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Visitare la fabbrica Vitoria a Fortaleza è come entrare in un piccolo tempio, luogo sacro dedicato a sua maestà l'amaca..  lo showroom sembra un lussoso accampamento, quasi stile "mille e una notte" in versione brasiliana..realizza ancora oggi, dal 1964, amache con le tecniche artigianali, con quattro grossi e rudimentali telai di legno e due operai che lavorano otto ore al giorno..  ciascuno tesse una ventina di metri al giorno, usano grosse bobine di filato bianco o già colorato, una miriade di spolette già pronte con tutti i colori dell'arcobaleno, anche quelli glitterati,  fra pelucchi di fibra sparsi ovunque, navette, forbici e pesi.

Fabbrica di redes Vitoria - Fortaleza

Nei locali adiacenti grandi vasche per sbiancare i filati di cotone, operaie che stirano i tessuti, altre che cuciono i  pezzi e rifiniscono con belle e alte bordature (varanda) all'uncinetto,  che impreziosiscono il tutto..amache per tutti i gusti, da personalizzare a proprio piacimento, da abbinare a tende, cuscini, copriletti, scendiletto, tappetini, cortine varie in una profusione di righe dai toni pastello o dai colori decisi.. il servizio proposto è completo : dalla manutenzione al lavaggio, dalla riparazione al montaggio,  con sostituzione di parti danneggiate e consumate.

Fabbrica di redes Vitoria - Fortaleza

La Vitoria è una delle 380 fabbriche sparse per tutto il nord del Brasile, con una produzione annua di circa 650.000 amache, in filo, corda o maglia. A Fortaleza - ed in altre capitali del nord est, come Recife- sono vendute per le strade del centro, in negozi specializzati tutt'intorno alla Cattedrale, appese in bella mostra o impacchettate e impilate, suddivise per colori e fantasie. Le ritrovi i in quantità anche nel vicino Mercado Central, e ce ne è davvero per tutti i gusti e  prezzi. Da quelle industriali, più economiche e meno rifinite, a quelle artigianali, con tessuto fitto o più morbido, con bellissime frange a macramè o all'uncinetto, con tessuti a quadretti, a righe o più sofisticate monocromie. Semplici o molto lavorate, con tessuto a nido d'ape, disegni  a rilievo,  colori vistosi, o in bianco panna naturale.

negozi di amache nel centro di Fortaleza

Compagna inseparabile del sertanejo, che si poteva ben dire - per lo meno un tempo -  nascesse, vivesse e morisse al suo morbido interno, l'amaca è un'invenzione indigena.  Il primo a chiamarla rede fu  Pero Vaz de Caminha - scrivano della flotta portoghese guidata da Pedro Alvares Cabral, scopritore del Brasile-  perchè assomigliava alla rete da pesca. Nel visitare un villaggio indios così annotava :" .. c'erano nove o dieci case, che erano tanto lunghe, come le nostre navi più grandi, erano formate da tavole di legno ricoperte da paglia, tutte aperte, senza nessuna suddivisione interna.. dentro c'erano molti ganci a cui erano appese delle reti in cui dormivano.." . Furono alcune tribù indios- per esempio i Bakairi - più evolute e progredite di altre, già in possesso di conoscenze tecniche di tessitura a specializzarsi nella creazione di amache di cotone , che altro non erano che rettangoli di tessuti di una maglia semplice, piuttosto larga. Ma c'era anche chi utilizzava tipi di fibra alternativi - il buriti, il tucum, il cipò (usato ancora oggi), o piante acquatiche.

J.B. Debret "Viagem pitoresco e historico no Brasil" (1834)

Il termine amaca deriverebbe dall'olandese Hang-mak, che a sua volta deriva dal tedesco hang-gematte (hang  sospeso, gematte stuoia), ossia stuoia sospesa. Secondo un'altra etimologia, la parola deriva dal guarani Hamak,  nome dell'albero dalla cui corteccia si ricavava la fibra da tessere tali reti..  L'idea- estremamente pratica - piacque ai conquistadores, che la copiarono sulle loro navi.

J.B. Debret "Viagem pitoresco e historico no Brasil" (1834)

Oltre ad essere luogo per dormire, l'amaca è stata anche un mezzo di trasporto. Ancora oggi, in alcuni paesi dell'interno, viene usata per trasportare persone importanti, malati o defunti fino al cimitero. Nelle vecchie case dei signori degli engenhos  inoltre, l'amaca appesa sotto la veranda, era il simbolo del potere. Era una sorta di trono, dal quale i potenti colonnelli locali comandavano le loro truppe, controllavano gli schiavi, dominavano terre e subalterni. Gilberto Freire scrisse che la vita del padrone dell'" engenho" nordestino, era una "vida de rede". "Se ferma, il padrone stava riposando, dormendo, sonnecchiando. Se in movimento, il padrone stava viaggiando o facendo una passeggiata, coperto da tendine. Se scricchiolava, voleva dire che il padrone stava amando".

xilografia Walderedo Gonçalves (Collezione MAUC)

 Una pratica antica, che il progresso non è riuscito ad estirpare ed estinguere. Talmente radicato è il legame fra l'oggetto e l'uomo, che difficilmente tale abitudine sarà modificata. Il segreto del suo successo ? semplicità d'uso, facilità di trasporto e perfetta integrazione con il clima tropicale. Il progresso, per il momento, ha fatto capolino solo nella fase del confezionamento. La fabbrica Vitoria e tante altre resistono, ma c'è chi  sta introducendo i telai industriali. Ed anche se in tutto il Nord est i letti normali esistono, sono usati e regolarmente comperati, questo non significa che l'amaca sia stata bandita, al contrario.. negli appartamenti degli urbanissimi condomini delle più moderne  aree residenziali, le camere da letto sono tutte rigorosamente dotate di ganci..la scelta di decidere se usarli o acquistare un letto classico, rimane a chi ci andrà ad abitare. Così come è pure normalissimo veder dondolare qualcuno su un'amaca,  dentro un micro terrazzino, magari al 20° piano di un grattacielo.. Nelle zone interne invece, l'amaca continua ad essere usata di notte per dormire, e di giorno, per riposare, preferita al divano o alla sedia, perchè molto più fresca.  

Orixàs Art Hotel- Flecheiras, Cearà

 Fra le tante località famose per la produzione di amache c'è Pedro II nel Piauì, ridente località rimasta ai margini, piuttosto isolata, dove si è mantenuta ancora viva la tradizione delle amache fatte in casa.  Un tempo tutte le donne erano "redeiras", un modo come un altro per sfruttare i tempi morti -assai pochi- ed integrare i magri guadagni dei mariti.  E' un'attività del tutto casalinga..preparano il filato, tingono le corde, preparano le spolette, armano il telaio, tessono, rifiniscono il tessuto ed infine vendono le loro amache. I telai usati sono di vario tipo,  verticale, da pavimento, tradizionale. Per preparare un'amaca ci si può impiegare da due a dieci giorni, dipende da quanto tempo vi ci si dedica. Grande attenzione è destinata alla fase delle rifiniture e guarnizioni, sono quelle che fanno la differenza e valorizzano il prodotto. Arrivato il sabato, giorno di mercato, vedi sfilare le redeiras con le loro creazioni sotto braccio o in testa.  L'acquirente è molto attento, calcola il peso, apre l'amaca, osserva la trama del tessuto, la frangia..  vari i tipi - quella di fio de caroá (fibra di una bromeliacea), di tapuerana (tipo di punto), di coentro, di cotone. Alcune si affidano ad un autista di camion per farle portare a Fortaleza, per poterle vendere, ma la maggior parte adesso si è organizzata in cooperative.

Lagoa do Coração - Parque Nacional de Jericoacoara (Cearà)

E' il tipico oggetto che i turisti brasiliani del centro-sud comprano per avere un ricordino del caldo nord-est,  ma l'amaca è prodotta anche in alcune zone del sud del Brasile, soprattutto Mato Grosso e stato di São Paulo. Nel secolo passato uno straordinario sviluppo di produzione di amache si registrò in particolar modo a Sorocaba. Tessere la  "rede de balanço" o "de balançar"- come è chiamata da queste parti- anni fa, era un costume usuale non solo per le classi più umili, ma anche per le signore dell'alta società. I telai usati erano quadrati, da appoggiare alla parete, verticali, di derivazione indigena (tribù tamoias o tupiniquins). Due erano i tipi di amache più diffuse, la batida e la lavrada. La prima aveva un intreccio semplice, la seconda era con disegni in alto e basso rilievo - motivi floreali, onde spezzate, orecchie di coniglio, conchiglie. Le amache venivano consegnate ad un tropeiro che, caricandole a dorso di mulo, le portava alla fiere del Paranà e Rio Grande do Sul, fenomeno questo che determinò la grande diffusione e fama dell'amaca di Sorocaba. Nel XIX secolo, per fattori socio-economici, l'uso dell'amaca diminuì drasticamente. Le famiglie più abbienti dormivano solo su letti classici.

Johan Moritz Rugendas "La Siesta"

L'amaca nel Nord est  è proprio onnipresente.. te la ritrovi ovunque, in riva al mare, fra la sabbia, sul bordo di paradisiache piccole lagune, completamente immersa nell' acqua, indispensabile per fare un riposino in tutti gli alberghi, che siano pousadas economiche o lussuosi hotel a cinque stelle. Protagonista di feste e folclore, come nel rito irriverente del "Porco na rede", per la festa di N.S. da Concepção nei villaggi di São Simão e Concepção nello stato del Maranhão. 

Folclore del Maranhao - "Porco na rede"

Amache, tante, colorate o bianchissime, appaiono quest'anno in vari punti della città di Fortaleza, trasformate creativamente in giganteschi alberi di Natale, dondolanti con le loro morbide frange, come capelli mossi dal vento, e con i loro colori accesi che contrastano con un azzurro violentemente ceruleo, come è il cielo, solo a queste latitudini..

Decorazioni Natalizie 2011 - centro di Fortaleza

 Un omaggio all'amaca, distensione assoluta, dondolo antico, sospensione dei problemi, evocazione di ombra, relax, riposo. Sarà perchè è sospesa da terra, sarà perchè sottintende una parentesi,  un distacco, un sollevamento, un allontanamento momentaneo dai problemi quotidiani. Sarà perchè mi sembra una culla primordiale,  regressione all'infanzia, abbraccio materno, con il suo movimento ritmico e dolce. Sarà perchè è prediletta da poeti e sognatori,  idealisti e intellettuali.. semplicemente adoro questi centimetri di tessuto, dove il sonno si confonde con il sogno. 

Lagoa do Coração - Parque Nacional de Jericoacoara (Cearà)

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°568 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Rita Lee canta "Balada do louco"

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°567 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

  Premê (Premeditando o Breque) cantano "Marcha da Kombi"

 
 
 

Muro, mural, murales

Post n°566 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Sui muri di Fortaleza

 
 
 

Carlomagno sertanejo

Post n°565 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Orlando riceve la spada da Carlomagno - miniatura della Chanson de Roland

Racconti di cappa e spada, guerrieri con armature rilucenti, spade contro scimitarre, mori contro cristiani, tornei e cavalcature, crociate e belle castellane da salvare, tradimenti e intrighi.. anche nelle terre oltre oceano, lontane geograficamente e culturamente, capita d'imbattersi in un pezzo di Europa medievale, quella delle chanson de geste, dei Templari, del Ciclo carolingio ed arturiano, e poi del Cid e di Don Chisciotte..Le storie dei Paladini di Francia e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, storie di ardimento, onore ed amore che hanno sempre incantato tutti e l'incantamento si sa, non ha confini geografici..

L'"esercito cristiano" nell'"Auto de Floripes" - Principe (isole di São Tomé e Príncipe)

Esempi di espansione e contaminazione del tema si ritrovano  in varie manifestazioni di cultura e folclore brasiliani, dalle cantorias alle cavalhadas, dai reisados alla poesia del cordel. Le  Cavalhadas (cavalcate) - chiamate Cheganças o Mouros e Cristãos -  erano nient'altro che atti popolari ove si mettevano in scena gli scontri fra mori e cristiani. Sviluppatesi a partire dal XV secolo in tutta la penisola iberica,  raggiunsero successivamente anche le terre colonizzate d'oltremare. Uno dei più famosi era  l'Auto da Floripes,  ancora oggi  rievocato a Viana do Castelo il 5 agosto di ogni anno, festa della Madonna delle Neve, tradizione molto sentita anche nelle isole di São Tomé e Príncipe.

Cavalhada a Pirenopolis

 La storia è semplice : due eserciti si fronteggiano, quello cristiano guidato da Carlomagno e dai fedeli Orlando e Oliveiro, e quello saraceno, con a capo il re Balão e il figlio Ferrabras. Il duello fra i campioni delle due parti, Ferrabras e Oliviero si conclude con la vittoria di quest'ultimo. Oliviero vittorioso prosegue così il cammino fino alla corte nemica, dove però subisce un agguato e viene imprigionato. L'intervento propiziatorio di Floripes, figlia del re moro, innamoratasi perdutamente di Oliviero, cambierà la situazione.  La giovane ruba le chiavi, libera i prigionieri e sposa l'amato Oliviero.  

Cavalhada a Pirenopolis 

In Brasile questo genere di drammi popolari sono documentati a partire dal XVIII secolo, mentre le prime cavalhadas brasiliane risalgono a metà dell'800. Stesse tematiche-- combattimenti fra turchi e cristiani - e stessi personaggi, con in testa  il terzetto Ferrabras, Floripes e Balão - rivivono nelle rievocazioni  della Serra del Ramalho, a Bahia, per la notte di San Giovanni,  nelle cavalhadas di Pirenopolis (Goias), di São Luis de Taguatinga (Tocantins), del Minas Gerais, dell'Alagoas e del Paranà. Quasi tutte prevedono tornei a cavallo, sfilate in costume e benedizioni in chiesa.

 Carlomagno piange la morte di Orlando -miniatura medievale

I tanti bambini chiamati Roldão (Orlando), Oliveiros o Carlos Magno, sono un'ulteriore prova del forte impatto avuto dai genitori nell'ascoltare e leggere queste storie favolose. Se i titoli di alcuni folhetos evocano la presenza del ciclo carolingio nella letteratura del cordel - nonostante ci sia un salto temporale e spaziale notevole- significa che i Paladini di Francia rappresentavano, rimanevano, un modello valido di coraggio, di fede, con quel loro gusto della prodezza, quella difesa a spada tratta della religione cristiana,  con quel sentimento dell'onore a tutti i costi,  valori che  erano assai apprezzati e condivisi nel sertão nordestino.

xilografia "Carlomagno" di Abrão Batista (collezione MAUC- Fortaleza)

Il primo ad introdurre nella letteratura popolare del cordel il genere epico fu Leandro Gomes de Barros, (1865-1918) che scrisse  "Batalha de Oliveiros com Ferrabrás" e "A Prisão de Oliveiros". Spunti ed ispirazione li prese dall'opera in prosa  "História de Carlos Magno e dos Doze Pares de França" di Jerônimo Moreira de Carvalho del 1728, a sua volta traduzione portoghese della spagnola "Storia dell'Imperatore Carlomagno e dei dodici Pari di Francia e della cruda battaglia dei Oliveiros con Ferrabrás, Re di Alessandria, figlio del gran ammiraglio Balán" del 1500, a sua volta traduzione spagnola della francese  "Les conquêtes du Grand Charlemagne". Rimaneggiamenti, traduzioni, adattamenti che, come in un gioco di  scatole cinesi, partivano tutti da un'unica fonte, la "Chanson de Roland" dell'XI secolo.

Morte di Orlando-"Grande Cronaca di Francia",Jean Fouquet 1455-60

La "Storia di CarloMagno e dei Dodici Pari di Francia"  circolerà per i sertões del Brasile per più di due secoli, diventando senza dubbio il libro più conosciuto dal popolo sertanejo. L'azione si sviluppa tre anni prima della battaglia di Roncisvalle ed è divisa in due parti : nella prima Ferrabrás insieme al padre, a capo delle orde turche, giungono a Roma, la saccheggiano e si appropriano di preziose sacre reliquie in S.Pietro - la corona di spine di Cristo, i chiodi della croce, un'iscrizione della croce e l'olio usato per ungere il suo corpo. Carlo Magno e i paladini giungono in soccorso della città, ormai quasi distrutta, seguono vari scontri sotto le mura fra i due eserciti. I Franchi stanno per soccombere quando sopravvengono in loro aiuto le truppe del re. L'emiro rientra indisturbato in Spagna portandosi con le reliquie. CarloMagno affanto per lo smacco subito, è infuriato con i suoi guerrieri, soprattutto con il nipote Orlando.

Xilografia "Carlo Magno" di José Lourenço Gonzaga (Collezione Mauc Fortaleza)

Nella seconda parte la scena è ambientata in Spagna, dove  Ferrabrás- presentato come un uomo di dimensioni gigantesche-  sfida a duello tutti i paladini, ma costoro si rifiutano. L'unico a presentarsi, anche se ferito in combattimento, è Oliviero, che però finge di essere il suo scudiero.Lo scontro avviene secondo le regole della cortesia cavalleresca ed è vinto dal cavaliere francese. Ferrabrás accetta di convertirsi al cristianesimo e viene condotto nell'accampamento franco.Oliveiros ed altri paladini vengono catturati dai nemici.  Fra costoro c'è Guy di Borgogna, del quale  Floripes, si innamora. Per amore Floripes aiuta i franchi, porta loro del cibo per farli sopravvivere. Interviene Carlomagno, riesce a liberarli e il re moro é sconfitto. Poichè si rifiuta di abbracciare la religione cristiana, viene giustiziato, mentre la figlia Floripes viene battezzata e si sposa con Guy de Borgogna. Il re franco dividerà poi la penisola iberica fra Guy di Borgogna e Ferrabrás, e riporterà le sacre reliquie nella cattedrale di Saint Denis, vicino a Parigi. 

"Carlomagno- la Battaglia" di José Lourenço Gonzaga (Collezione Mauc Fortaleza)

Dalle canzoni di gesta francesi al folheto nordestino è stato tutto un lavorìo di traduci ed adatta..togli di qua, aggiungi di là, passaggi da poesia e prosa e da prosa a poesia.. i paladini che da dodici diventano venti, nomi diversi, scene uguali ma ambientate in altri luoghi. Una cosa è però indubbia, la vicinanza di aspetto formale fra i due generi. Il cordel brasiliano e la chanson de geste francese infatti sono scritti entrambi in versi poetici, sono poemi epici, grandi testi orali, stampati su carta. Rime fatte per essere lette e ascoltate, declamate nelle pubbliche piazze, da un venditore/ menestrello che spesso era semi-analfabeta e le conosceva a memoria, le interpretava a modo suo e come un cantastorie, ogni volta le infarciva di qualche nuovo dettaglio. Non accadeva forse la medesima cosa nella Francia dell'XI, XII e XIII secolo, dove i trovatori incantavano un pubblico che non sapeva leggere ? 

xilografia "Carlomagno" di Francorli (Collezione MAUC Fortaleza)

Oltre ai due citati cordeis di Leandro Gomes de Barros, titoli come "Roldão no Leão de Ouro" scritto da João Martins de Athayde e da João Melchiades Ferreira, "Historia do Principe Roldão" di Antonio Eugenio da Silva, "A morte dos Doze Pares de França" di Josè Bernardo da Silva e da Sampaio Marcos, "História de Carlos Magno e dos Doze Pares de França"" di João Lopes Freire.. sono diventati  ormai dei classici..storie da ascoltare un tempo a lume di candela, sul far della sera, mescolando fantasia e realtà, talmente favolose e surreali da riuscire a far dimenticare la pesante e difficile quotidianità del sertão. La figura di Carlomagno, intrepido imperatore che invincibile, sconfigge i nemici della fede,  era quella che dominava in copertina,  xilografato, inciso nelle matrici di legno come gli scalpellini medievali incidevano figure di santi e guerrieri sui portali delle chiese. Solitario, a cavallo con elmo e nastrini - quasi un personaggio del folclore popolare - con le insegne del potere regale, tutto ammantato, con corona, scettro e pomo imperiale, o nella versione guerresca con stendardo e spada in pugno. 

xilografia "Carlomagno"  di Francorli (Collezione MAUC Fortaleza)

Un eroe fantastico, commovente, raffigurato come un imperatore dei tarocchi, come un re di spade e coppe,  Carlomagno sertanejo.

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°564 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Premeditando O Breque  cantano "Rede Urbana"

 
 
 

Muro, mural, murales

Post n°563 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Sui muri di Fortaleza

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°562 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Marisa Monte canta "Bem leve"

 
 
 

Voci dal Brasile

Post n°561 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza
 

Arnaldo Antunes e Erasmo Carlos cantano "Sou uma criança"

 
 
 

Tipi da spiaggia

Post n°560 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da LivinginFortaleza

 

  

  

  

 

 

  

Spiaggia di Cumbuco, Cearà

 
 
 

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