Messaggi di Gennaio 2012
Marciavano compatti, si fregiavano di distintivi di riconoscimento, inquadrati in milizie paramilitari, con il libretto del partito sottobraccio, da imparare a memoria. Avevano il loro saluto, disciplinati e regolamentati, dovevano essere puntuali e buoni cristiani, servire la triade Dio, patria e famiglia.. non erano fascisti ma ad essi si ispirarono, in una parola Integralisti.. Fu il primo partito che si rivolgeva alle masse, rivolse appelli nelle città e nelle campagne, chiamando a raccolta adepti e simpatizzanti ovunque, nelle scuole, nei quartieri più poveri, fra i professori così come fra gli operai.. il suo obiettivo era quello di "salvare il Brasile", di fare di un popolo una nazione, di canalizzare energie frammentate e scomposte sotto l'egida di un 'ideologia nazionalistica. Gli affiliati diventarono 500.000, per lo più appartenenti alle classi medie urbane, liberi professionisti, impiegati, commercianti, militari, ma anche esponenti del mondo della finanza, dell'industria e del commercio, artisti ed intellettuali, in forma minore contadini e proletariato urbano. Un successo dovuto ad un vuoto, un buco nel vecchio sistema politico basato su oligarchie rurali, che, di fronte ai cambiamenti sociali dei primi decenni del '900, dovuti all'urbanizzazione, industrializzazione, crescita di nuovi ceti sociali che si rinvigorivano sempre più, prendevano coscienza di sè, e rivendicavano aria nuova, si dimostrava inadeguato, era un fallimento, non aderiva più alla realtà. La classe politica, fino ad ora passivamente subita, veniva gradatamente messa in discussione, si volevano tentare nuove vie, si fondarono i sindacati, il nazionalismo iniziava a serpeggiare e, a partire dagli anni'20, si rafforzò sempre più. Mancava in Brasile una vera democrazia liberale, mancava anche una tradizione comunista radicata ... non c'erano gran che alternative. E' in questo contesto che sorgono nuovi partiti politici, in particolare, l'ANL (Aliança Nacional Libertadora) e l'AIB (Ação Integralista Brasileira). Plinio Salgado Nell' ottobre del 1932, nel pieno di una crisi economica e politica il giornalista Plínio Salgado (1901-1975) fonda ufficialmente l' AIB, influenzato dall'ideologia fascista, che, durante un suo recente viaggio in Europa, aveva avuto modo di conoscere direttamente. Un'esaltazione dei concetti di autorità, centralismo e nazionalità, una totale contrapposizione al socialismo e al capitalismo internazionale, l' avversione alla lotta di classe, alla subordinazione economica del Brasile, la proposta di nazionalizzare le industrie, l'amministrazione centralizzata, il totale controllo da parte dello stato di economia e servizi. Ma non fu un movimento così omogeneo come si può pensare.. se da una parte Gustavo Barroso (1888-1959), avvocato, professore, politico, scrittore, membro dell' Academia Brasileira de Letras, nonchè uno dei leaders intellettuali del movimento, predicava apertamente l'anti-semitismo, il leader maximo, Salgado, al contrario difendeva la multi-razzialità nonchè l'origine indigena del paese. E se come distintivo, quasi per scimmiottare la svastica nazista, venne usata la lettera greca sigma, è pur vero che il saluto fra gli affiliati era una parola indigena, anauê, che in lingua tupi significa “tu sei mio fratello". E benchè condividessero la medesima dottrina, divergenze e approcci assai diversi c'erano anche fra Plinio Salgado e Miguel Real, Segretario di Dottrina del partito. Se l'uno oscillava, con un pizzico di ambiguità, fra materialismo e religione, fra cattolicesimo e spiritualismo, fra l'essere artista-intellettuale e l'essere un capo politico, preoccupandosi più per l'uomo, per l'aspetto morale e spirituale, l'altro procedeva a chiare lettere con spiegazioni, analisi, con l'uso di termini assai esplicativi e tecnici, fornendo con i suoi scritti una versione piu chiara dell'ideologia integralista. Il partito era organizzato in cellule distrettuali, ciascuna composta da un centinaio di persone, supervisionate da un capo locale. La vita degli adepti era regolamentata scrupolosamente, la puntualità e l'obbedienza considerate valori fondamentali da rispettare rigorosamente e la militanza, su esempio del nazismo e del fascismo, era rafforzata da un'organizzazione para-militare. L'inno nazionale veniva intonato all'inizio di ogni riunione, proprio per sottolineare l'impegno nazionalista. Tutti gli affiliati ricevevano un libro di lavoro ed una sorta di vadevecum del partito con domande e risposte, ovviamente da imparare a memoria. Ogni cellula ea organizzata in milizie paramilitari, che, ben addestrate, riuscivano perfino ad incutere paura nel popolo quando facevano dimostrazioni pubbliche in piazza. Al più alto livello dell'organizzazione c'era il Consiglio Supremo i cui membri erano scelti da Plínio Salgado. Il consiglio aveva funzioni amministrative ed indicava i componenti della Camera dei Quaranta (che includeva liberi professionisti, militari, membri del governo, industriali, finanzieri e imprenditori). Al di sotto, la Camera dei 400, una sorta di Assemblea del partito. L'Integralismo attecchì principalmente nella classe media urbana degli stati di São Paulo, Ceará, Rio de Janeiro, Bahia ed Alagoas, e per lo più nei centri con forte immigrazione tedesca e italiana, nel sud del paese. Nonostante difendesse valori fortemente tradizionalisti e religiosi, non ottenne mai l'appoggio ufficiale della Chiesa cattolica, sostegno sollecitato più volte, ricevendo solo appoggi isolati di vescovi che simpatizzavano, in via strettamente personale. sede dell'Ação Integralista Brasileira (AIB) di Fortaleza L'AIB con Salgado in testa, parteciperà e presenzierà a tutti gli eventi, uno più turbolento dell'altro, che si avvicenderanno sulla scena politica brasiliana..tentativi di colpi di stato - alcuni falliti, altri riusciti- cambiamenti repentini di scenari, ribaltamenti di posizioni. Dapprima contrario poi a favore del governo di Getulio Vargas, il partito Integralista lo appoggerà per poi vedersi sbeffeggiato e trattato al pari di tutti gli altri partiti, quando quest'ultimo, con la presa del potere nel 1938, decreterà la chiusura di tutti i movimenti politici, Aib inclusa.. e pensare che Salgado aveva sognato di fare dell'Integralismo la base dottrinale del nuovo regime... Anche la reazione a questa sorta di "tradimento" finirà a farsa.. per due volte tentarono, assaltando la dimora del presidente Vargas, il Palazzo Guanabara, di sequestrare ed ucciderlo e poter così prendere il potere, ma per due volte fallirono. Salgado verrà arrestato e fra la priigione o l'esilio, scelse quest'ultimo. Durante il soggiorno in Portogallo, riceverà ogni mese dal Brasile una colletta dei suoi ex-compagni. Ritornerà nel 1945, fonderà un nuovo partito, il Partido de Representação Popular (PRP), continuerà la sua carriera politica come deputato federale..non rinunciando, mai veramente, al suo sogno nazionalistico infranto.. Plinio Salgado |
Post n°585 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da LivinginFortaleza
Incorniciata da decorazioni nel più puro stile Liberty, sorridente ed in posa assai rassicurante, apparve sui cartelloni che pubblicizzavano l'inaugurazione del primo grande cinema della città di Fortaleza. Il Cine-teatro Majestic Palace, costruito dall'imprenditore Luiz Severiano Ribeiro nella piazza principale della città, Praça Ferreira, imponente edificio a quattro piani, venne inaugurato il 14 luglio 1917. E per il suo lancio venne scelta lei, Fatima Miris, presentata come la "rainha do trasformismo". Il suo vero nome era Maria Frassinesi, figlia di un ufficiale di carriera (Arturo Frassinesi) e di una nobildonna (la contessa Anna Pullè de Vendramin). Originaria della provincia di Cuneo, divenne mirandolese d'adozione a partire dal 20 agosto 1894, giorno in cui la nonna acquistò un'ampia ala di Villa La Personala, poi chiamata Villa Frassinesi. Fin dall'infanzia, la giovane Maria rivelò una personalità artistica non comune. Aveva una forte attitudine musicale : suonava il violino con la sinistra, cantava da soprano, contralto, baritono e tenore. Si dedicò al teatro nei primi anni del '900, causando non pochi scandali alla famiglia, per poi diventare la prima trasformista donna del secolo, unica erede del grande Leopoldo Fregoli. In pochi anni divenne la regina dell'arte della trasformazione. Ogni personaggio del suo repertorio, dal soldato di marina, alla chanteuse, dal clown musicale al prete o alla geisha, grazie alla sua sensibilità interpretativa, era dotato di magia. Da ex maestrina di asilo, Maria si trasformò così in Fatima, incantando il pubblico con i suoi incantesimi. Era determinata, temeraria, con un temperamento quasi mascolino e riuscì ben presto a diventare un'artista cosmopolita, spadroneggiava cinque lingue, una vedette internazionale. Aveva debuttato il 7 settembre 1903, al Teatro Brunetti (ora Duse) di Bologna, e la sua carriera fu sfolgorante.. tourneè trionfali ed imprese avventurose, fra cui la traversata del Rio delle Amazzoni con le sue 63 casse piene di abiti, scenografie e parrucche, il suo soggiorno in Egitto dove ebbe modo di incontrare un pascià, o quello in Giappone dove divenne amica dell'ambasciatore. Qualunque cosa facesse, Fatima Miris giocava a sorprendere. Una volta le fu chiesto cosa fosse per lei il trasformismo. Era il rappresentare, da sola, qualsiasi ruolo sulla scena imitando i vari personaggi con tale celerità, in modo che il pubblico avesse l'illusione di assistere ad una rappresentazione fatta da più persone. Accompagnata dal padre, che le scriveva le riduzioni di operette per adattarle al suo tipo di spettacolo o le scriveva testi appositi e dalla sorella Emilia, violinista, si esibì in tutto il mondo, dall'America del Nord e del Sud, all'Australia e la Nuova Zelanda, all'Egitto. Ebbe anche l'onore di esibirsi al cospetto della regina Elena di Savoia, nel teatro della tenuta di San Rossore. Nel 1921, sposò, a Bologna, il conte Luigi d'Arco e nel 1922 ebbe da lui una figlia, Giovanna. Fece ancora tournée per qualche anno e si ritirò poi a vita privata fino al 1932 quando effettuò l'ultima tournée di addio ritornando in Sud America dove il pubblico non l'aveva mai dimenticata. Morì a Bologna nel novembre del 1954. Cine Majestic Palace, Fortaleza Lo spettacolo della trasformista fece parecchio furore nella tranquilla Fortaleza, tanto che al momento dei saluti le vennero inviati fiori ed omaggi in gran profusione e ci fu anche chi, preso dall'entusiasmo le inviò un diamante.. i pettegoli si misero subito all'opera.. si disse che era molto ricca, che si dedicava a tale professione solo per passatempo, per non annoiarsi, e che in Italia abitasse in un castello. Verità e fantasie si mescolarono. Si diffuse inoltre la voce che in realtà fosse un uomo, abilissimo nel trasformarsi in un battibaleno in donna.. Per quanto si seppe, nessuno ebbe modo di appurare la verità ed il mistero perdurò per anni... |
Post n°578 pubblicato il 19 Gennaio 2012 da LivinginFortaleza
Per quei tempi non era neanche più tanto ragazzina, ma l'inglese Marianne North (1830-1890) aveva da sempre sognato di viaggiare per il mondo, soprattutto nei paesi tropicali e potersi dedicare alla sua più grande passione, la pittura di paesaggio, ma non solo.. amava ritrarre scorci e flash pittorici della natura tutta, piante e fiori, piccoli animali ed insetti, un'abilità ed un talento quasi innati, visto che non aveva seguito corsi accademici. Sarà solo qualche anno dopo la morte del padre, Frederick North, deputato liberale, avvenuta nel 1869, che le si offrirà l'occasione tanto sperata.. Aveva 40 anni, impacchettò le sue tele e i colori, inforcò gli occhialini sul naso e con tanto di gonnellona e crinoline si imbarcò per il suo primo viaggio- era il 1841- destinazione : Stati Uniti, Canada e Giamaica. Poi scese verso sud e si fermò in Brasile per circa 8 mesi, per proseguire in Cile. Negli anni successivi visitò il Giappone, l'India, la Nuova Zelanda e l'Australia, lo Sri Lanka, il Sud Africa, l'isola di Giava, le isole Seychelles ed altri luoghi ancora..una globetrotter vittoriana, donna determinata e appassionata, pronta a sfidare imprevisti e disagi, pur di ritrarre un'orchidea o un colibrì d'oltreoceano.. Billbergia zebrina/Eriobotrya japonica La collezione delle sue opere, dal 1882, è ospitata nella Marianne North Gallery, spazio voluto e pensato dalla stessa pittrice, costruito a sue proprie spese e progettato in forme coloniali, all'interno del Kew Royal Botanic Garden, a pochi chilometri dal centro di Londra. Meticolosa in ogni cosa che la riguardasse, fu lei stessa a curare anche la decorazione interna, dipingendo tutte le porte della galleria, impiegando circa un anno a sistemarvi le sue opere. Marianne North la collezione ammonta ad 833 quadri..una profusione di rarità botaniche, viste panoramiche su vallate e foreste-le sue opere predilette- scorci del parco della Tijuca, Giardino Botanico di Rio de Janeiro, tante palme, orchidee, ma anche composizioni floreali che sembrano più nature morte acconciate ad arte che disegni dal vero..tutto riportato con attenzione maniacale del dettaglio, con un rigore quasi scientifico, ingentilito però dalla scelta dell'inquadratura, da una sorta di "impaginazione", con un tocco tutto femminile. Cattleya Loddigesii, Zygopetalum intermedium/Chorisia Il padre fu un personaggio centrale nella vita di Marianne, a lui la giovane si era totalmente dedicata, e lui la ricambierà trasmettendole l'amore per i viaggi e per la botanica. In Brasile dipingerà circa un centinaio di quadri, riuscendo anche a scoprire alcune specie sconosciute - che in suo onore prenderanno il suo nome. La Baia di Rio de Janeiro da varie angolazioni, viali di palme imperiali al Botafogo, vallate montuose attorno a Petropolis, paesaggi di Ouro Preto nel Minas Gerais, panorami da collegi gesuitici o da giardini botanici privati, foreste lussureggianti con felci e liane a Gongo.. Erythrina/Pachira marginata Talvolta Marianne registra qualche attività umana, le miniere d'oro a Morro Velho od il taglio della canna da zucchero nel Minas Gerais, ma la figura umana appare sempre piccola, minuscola, abbozzata, quasi insignificante .. regnano invece sovrane le farfalle, gli uccellini svolazzanti abbondano, qua e là qualche tipo di frutta e vegetali, bruchi e rane, la vista di un acquedotto, tanti alberi di banana.. che danno subito, assieme alle palme- proposte nelle svariate tipologie- l'idea di "esotico", ed immancabile il profilo suggestivo del Corcovado.. In tutto l'intrepida Marianne passerà tredici anni a scorrazzare su e giù per giardini, che fossero quelli creati da Madre Natura, o fossero ricostruzioni dell'uomo, le più diverse latitudini, 900 tipologie botaniche ritratte .. una prolificità spiegabile solo da un amore incondizionato per la natura.. Si spense a 60 anni con un unico rammarico .. avrebbe voluto che nella sua galleria venissero offerti ai visitatori, in puro stile vittoriano, thè e biscottini.. cosa che non le fu concessa..
Melastomacea- Pleroma granulosum / Sophronitis grandiflora |
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