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Messaggi del 06/03/2008

...fedeltà...

Post n°208 pubblicato il 06 Marzo 2008 da Kaos_101
 

Sollecitato da una cara amica provo a spiegare cosa sia per me la fedeltà.
Tralasciando i distinguo, piuttosto speciosi tra tradimenti con la testa e col corpo, tendo ad affermare che la fedeltà non possa che essere uno stato mentale.
Mi spiego meglio. E’ innegabile che ogni uomo (inteso come essere umano maschio o femmina dunque) aspiri al massimo per sé e sia molto spesso attratto dalla novità, ma un rapporto sentimentale che sia degno di fregiarsi di questo nome non può non nascere e svilupparsi attraverso il tempo, la frequentazione, la conoscenza reciproca. Per fare ciò è necessario anche concentrarsi sull’altro per capirne il linguaggio i pregi ed i difetti e, soprattutto, per consolidare quella sintonia e quella confidenza che sono alla base di una serena e felice unione.
Voglio dire: se ci si guarda continuamente attorno, ci si fa distrarre dalla prima “preda” che passa o, peggio, se al primo intoppo si preferisce evitare il problema, cercando all’esterno ciò che in quel momento l’altro non pare essere in grado di offrirci, ben difficilmente andremo oltre la semplice avventura o, al massimo, una relazione molto superficiale destinata a durare al massimo il tempo nel quale la prima attrazione funge da collante ma che è destinata a franare miseramente al primo accenno di dissapore.
Ciò detto, però, non posso non rilevare che la fedeltà, almeno per me, non può essere una sorta di camicia di forza  da indossare quando si inizia una relazione, quasi fosse una specie di tassa da pagare per il buon esito della stessa.
Spesso ho raccolto le confidenze di chi vive la fedeltà come un obbligo pesante oppure che considera il tradimento come ineluttabile corollario al rapporto di coppia. Per evitare una ovvia obiezione e sgombrare il campo dai soliti luoghi comuni devo dire che, parlando prevalentemente con esponenti del gentil sesso, posso certificare che non sono solo i maschi a tradire, direi che si tratta di una condizione bipartisan.
Che dire? La prima cosa che mi viene da chiedere e da chiedermi è:  perchè continuare un simile rapporto? Certo esistono mille distinguo mille sfumature ma, mentre posso capire che laddove sussistano vincoli forti, come la presenza di figli, un  matrimonio, una relazione di lunga corso, un mutuo sulla casa,  il mandare tutto a scatafascio sia molto difficile se non impossibile, trovo molto più incomprensibile il restare assieme, quando la relazione è stata instaurata da poco o se comunque, una separazione non rappresenta una esperienza così traumatica.
Che senso ha, mi domando,  continuare questa sorta di accanimento terapeutico quando sembrano non sussistere i presupposti minimi perché la relazione abbia un futuro?
Sono stato sposato molti anni, sposato e innamorato di mia moglie.
Posso dire in assoluta sincerità, che per molto tempo la presenza delle altre donne attorno a me era del tutto irrilevante, al punto che, almeno un paio di volte, è stata mia moglie a farmi notare i segnali che alcune “signore” mi lanciavano e di cui io ero del tutto ignaro.
Mano a mano che il mio rapporto matrimoniale si andava deteriorando, ho cominciato a rendermi conto dell’universo femminile attorno a  me, ma sono assolutamente convinto che tale rinnovata attenzione per l’altro sesso sia stata la spia e  la conseguenza della mia crisi matrimoniale e non il contrario: che, cioè, il mio interesse per le donne sia stato causa del fallimento della mia unione.
Oramai ho compreso una verità per me incontrovertibile: la libertà non è scoparsi tutte le donne che mi capitano a tiro, la libertà è trovare una donna che renda le altre donne assolutamente prive di interesse per me. So che è una via difficile, ma tanto vale provarci.
In fondo tradire vuol dire abbassare il proprio senso di autostima ed accettare delle condizioni di compromesso perché non si pensa di poter aspirare a qualcosa di veramente alto e degno di noi.
AUGH!

 
 
 
 

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