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ECOMAFIA: LA CRUDA REALTA' SUI RIFIUTI

Post n°27 pubblicato il 18 Aprile 2007 da Gran_Sasso_web
 

In risposta ad un commento ho pensato di scrivere direttamente un post.
Non so se tra le destinazioni dei traffici illeciti di rifiuti ci sia o meno l'Abruzzo (spero di no) ma quel che è certo è che si tratta di un vero e proprio abusivismo intorno a cui ruotano "sporchi" interessi.
immagineSi tratta, in genere, di discariche illegali realizzate all’interno di ex cave per l’estrazione di sabbia e inerti. Il meccanismo è quello caratteristico del circuito economico dell’ecomafia: parte dal controllo sul territorio e sulle attività estrattive e conduce alla trasformazione delle cave in discariche per ogni sorta di rifiuti.
I camion carichi di rifiuti giungono, nelle ore notturne, in corrispondenza di buche che, dopo essere state riempite, vengono immediatamente coperte. I fanghi di depurazione e i rifiuti industriali liquidi, formalmente destinati a inesistenti impianti di depurazione e riciclaggio, sono più spesso sversati direttamente nel territorio.
Ovviamente le ripercussioni e i danni ambientali sono notevoli, a livello del suolo ma ancor più preoccupante a livello idrico in quanto le infiltrazioni di sostanze tossiche e pericolose percolanti nel sottosuolo raggiungono le falde che, ricordiamo, sono captate anche ad uso idropotabile.

Il riferimento all'Abruzzo forse sta nel fatto che l'ultima sconvolgente scoperta di questi giorni è la scomparsa di una quantità di rifiuti con un volume pari a quello del Gran Sasso...

LA SOLUZIONE:
sarebbe molto più economico, salutare, e redditizio intanto sprecare di meno, secondo, puntare sulla raccolta differenziata: non capisco perchè si fa tanta fatica a fare, è questione di un attimo eppure stenta a prendere il via.

 
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Commenti al Post:
uomo_ambiente
uomo_ambiente il 19/04/07 alle 19:42 via WEB
alcune considerazioni... in breve, poi magari ritorniamo a parlarne con calma, magari sul mio blog. Raccolta Differenziata, ok... ma siamo stati educati allo spreco, quindi prima dobbiamo imparare a ridurre il nostro "bisogno" di produrre rifiuti. Basterebeb capire che certe confezioni, certi imballaggi, certi inutili orpelli dei prodotti che acquistiamo sono assolutamente inutili... Poi quello che ci costa fatica raccogliere separatamente... accertiamoci se va veramente al recupero o se non finisce cmq in discarica o alla termovalorizzazione. A volte il trasporto della differenziata rende economicamente negativo il riciclaggio... Poi c'e' l' aspetto tecnologico, quanto piu' tolgo al potere calorifico del rifiuto, tanto piu' tolgo all' energia prodotta dai termovalorizzatori (che non vanno criminalizzati... non si puo' riciclare tutto). L' umido e il compost... teoricamente funziona, ma poi non sempre il compost e' di qualita' (Alta Murgia contaminata da compost con metalli pesanti e IPA... tanto per dire un caso). Quello che e' fondamentale e' capire che le discariche sono dannose, pericolose, inutili e che bisogna smettere di aprirne nuove... nello stesso tempo si deve accettare quel minimo di impatto che un moderno impianto di termovalorizzazione comporta... senza demagogia, senza allarmismo o terrorismo psicologico. E' una fase di transizione... per evitare di restare sommersi dai rifiuti. Educati allo spreco non possiamo pretendere di rieducarci in un attimo eppoi aviamo programmi di Educazione Ambientale nelle scuole (ma seriamente) per creare futuri cittadini "consapevoli"... alla prox!
(Rispondi)
 
Gran_Sasso_web
Gran_Sasso_web il 19/04/07 alle 23:59 via WEB
Premesso che concordo pienamente con tutto, resta sempre il fatto che alla base di tutto è necessaria una sensibilizzazione e una rieducazione profonda a tutti i livelli della società alla questione dei rifiuti.
Comunque la raccolta differenziata nulla toglie alla termovalorizzazione a cui andrebbe destinata effettivamente la frazione dei rifiuti non recuperabile attraverso il processo di riciclaggio e comunque tutto quello che insesorabilmente continuiamo a mandare in discarica.
Solo i rifiuti attualmente presenti in discarica e prodotti negli ultimi 50 anni se andassero agli inceneritori si produrrebbe energia a sufficienza per altri 100 anni, ma non è cos’ semplice perché in discarica c’è di tutto, rifiuti tossici, pericolosi (i cosiddetti rifiuti speciali) che dovrebbero subire un trattamento a se: immaginate la nube tossica che ci avvolgerebbe!!!
A parte l’ironia, il problema degli inceneritori sta nel fatto che se non sono efficienti, se si introduce una consistente frazione umida ecc. la temperatura di combustione può essere inferiore ai 900°C: al di sotto di questa temperatura critica la combustione diventa incompleta con il rischio della produzione di Diossine, dall’ormai dichiarato potere cancerogeno. E non dimentichiamo che, per favorire la combustione i rifiuti vengono spesso addizionati paradossalmente da altri combustibili. Inceneritore e termovalorizzatore non sono esattamente la stessa cosa.
Ma tornando alla raccolta differenziata, alla base ci deve comunque essere un corretto senso civico, per facilitare i successivi processi di lavorazione. La fase critica infatti è quella della “ripulitura” del materiale riciclato che presenta numerose impurità… segue sul blog
(Rispondi)
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