BENVENUTI....
VERONA...
PER TE CHE PASSI QUI....
Post n°61 pubblicato il 07 Agosto 2012 da theblueroses
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Post n°60 pubblicato il 12 Giugno 2012 da theblueroses
Cara nonna, ormai sono passati 6 giorni da quando non ci sei più e mi manchi tanto Ci sono tanti ricordi che ,in questi casi, riaffiorano alla mente,ricordi di quando ero bambina,quando i miei a casa non c'erano e tu con pazienza mi facevi fare i compiti, cancellandomeli più volte, perchè li sbagliavo e perchè ero disordinata. Quando mi insegnavi a fare il letto e lo volevi perfetto, senza una piega e io ti rimproveravo perchè dicevo che eri troppo pignola e tu mi dicevi che io dovevo imparare per il mio futuro. Quando io e mia cugina eravamo sempre a casa tua perchè volevamo giocare insiemee ti facevamo diventare matta da quante ne combinavamo, sai nonna ci piaceva molto stare a casa tua, davvero. Ma sopprattutto non dimenticheremo mai quello che ci hai insegnato, l' essere generosi con tutti e l' altruismo perchè cosi lo eri anche tu. Non dimenticherò mai ogni volta che mangiavo con te e cosi ne approfittavamo per cucinare insieme, non dimentcherò mai ogni vota che mi ospitavi a dormire a casa tua nel tuo lettone grande. Sei stata una nonna speciale per me e mia cugina,ci hai insegnato i piccoli valori della vita che tu sapevi ci sarebbero serviti per quando saremmo state grandi. Negli ultimi giorni che hai passato in ospedale,hai dato l' ennesima prova di essere una donna forte e con una tenacia che non ho mai visto prima, sopportando tantissimo dolore sei stata sostenuta dai tuoi familiari che ringrazio di cuore compresa me, che ti ho tenuto sempre la mano fino a quando ci hai lasciato, ci sono cose nella vita che rimangono impresse nella mente per sempre, e questa esperienza che ho vissuto mi ha insegnato molto... Ora nonna sei un angelo in cielo e non soffri più, questa è l' unica cosa che ci rende sereni. Ti voglio tanto bene nonna e sappiamo che da lassù ci guiderai sempre. CIAO NONNA, UN PO' BURBERA MA DAL CUORE D' ORO. QUESTA LA DEDICO A TRE CON TUTTO IL CUORE.....
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Post n°59 pubblicato il 06 Maggio 2012 da theblueroses
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Post n°58 pubblicato il 06 Maggio 2012 da theblueroses
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Post n°57 pubblicato il 28 Aprile 2012 da theblueroses
seduta sul bordo della mia finestra... guardo un cielo meraviglioso.... con mille stelle... e una luna ... un panorama cosi bello.. da innamorarsi subito della notte.. cosi profonda e cosi buia... buia come gli abissi del mare... i più profondi... come la nostra anima... cosi profonda... che non riveliamo a nessuno.... ma solamente a chi sà percepire con il cuore... Da lontano una musica leggera come una brezza di vento... che soffia sul mio viso... una dolce melodia.. al chiaro di luna... che se chiudi gli occhi... ti sembra di sfiorala con le dita... l ascolto ad occhi chiusi e i battitti del cuore che accelerano... l emozione che sale.... trepidante... fino a sentirti cosi leggero..... che puoi volare... con la mente... dolce e malinconica sei.... vorrei tu fossi qui accanto a me.... mi piacerebbe fossi tu a suonarla per me... sentire lo scorrere... delle mani... al suo ritmo... ma.. apro gli occhi... e tu non ci sei... qui con me... ma la luna e le stelle sono ancora qui.... e la notte buia.... e silenziosa... come piace a me.... resto a guardati luna... persa nei mie pensieri... sperando che tu un giorno mi possa portare ancora quella dolce melodia... al chiaro di luna.....
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Post n°56 pubblicato il 26 Aprile 2012 da theblueroses
C’erano una volta un uomo ed una donna che insieme dovevano progettare un futuro insieme. Si sedettero intorno ad un tavolo ed ognuno stirò il suo foglio bianco impugnando una penna; avevano bisogno di scrivere tutte le cose che tra loro non andavano ed anche quelle che invece li facevano felici. |
Post n°55 pubblicato il 26 Aprile 2012 da theblueroses
C'era una volta una Regina, la quale partorì un figliuolo così brutto e così male imbastito, da far dubitare per un pezzo se avesse fattezze di bestia o di cristiano. Una fata, che si trovò presente al parto, dette per sicuro che egli avrebbe avuto molto spirito: e aggiunse di più, che in grazia di un certo dono particolare, fattogli da lei, avrebbe potuto trasfondere altrettanta dose di spirito e d'intelligenza in quella persona, chiunque si fosse, che egli avesse amato sopra tutte le altre. Questa cosa consolò un poco la povera Regina, la quale non poteva darsi pace di aver messo al mondo un brutto marmocchio a quel modo! Il fatto egli è, che appena il fanciullo cominciò a spiccicar parola, disse delle cose molto aggiustate: e in tutto quello che faceva, mostrava un so che di così aggraziato, che piaceva e dava nel genio a tutti. Mi dimenticava di dire che egli nacque con un ciuffettino di capelli sulla testa: e per questo lo chiamarono Enrichetto dal ciuffo: perché Enrichetto era il suo nome di battesimo. In capo a sette o otto anni, la Regina di uno Stato vicino partorì due bambine. La prima, che venne al mondo, era più bella del Sole; e la Regina ne sentì un'allegrezza così grande, da far temere per la sua salute. La stessa fata, che aveva assistito alla nascita di Enrichetto dal ciuffo, si trovò presente anche a quest'altra: e per moderare la gioia della Regina, le dichiarò che la piccola Principessa non avrebbe avuto neppur l'ombra dello spirito, per cui sarebbe stata tanto stupida, quanto era bella. La Regina rimase molto male di questa cosa: ma pochi momenti dopo ebbe un altro dispiacere anche più grosso, nel vedere che la seconda figlia, che aveva partorito, era talmente brutta da fare paura. "Non vi disperate, signora", le disse la fata, "la vostra figlia sarà ricompensata per un altro verso; essa avrà tanto spirito, da non avvedersi nemmeno della bellezza che non l'è toccata." "Dio voglia che sia così!", rispose la Regina, "ma non ci sarebbe modo di fare avere un po' di spirito anche alla maggiore che è tanto bella?" "Per quanto allo spirito, o signora, io non ci posso far nulla", disse la fata, "ma posso tutto per la parte della bellezza; e siccome non c'è cosa al mondo che non farei per vedervi contenta, così le concederò in dono la virtù di far diventare bella la persona che più sarà di suo genio." A mano a mano che le due Principesse crescevano, crescevano con esse i loro pregi, fino al punto che non si parlava d'altro che della bellezza della più grande e dello spirito della minore. È vero però che anche i loro difetti si facevano più vistosi, coll'andare in là degli anni. La minore imbruttiva a occhiate, e la maggiore diventava stupida un giorno più dell'altro, e non sapeva rispondere alle domande che le venivano fatte, o rispondeva delle giuccherie. Oltre a questo ell'era così smanierata e senza garbo né grazia, che non era buona di posare quattro vasi di porcellana sul camminetto senza romperne qualcuno, né d'accostarsi alla bocca un bicchier d'acqua senza versarselo mezzo sul vestito. Sebbene la bellezza sia un gran vantaggio per una fanciulla, pure è un fatto che la sorella minore aveva sempre il disopra sull'altra, in società e in tutte le conversazioni. Sul primo, tutti si voltavano dalla parte della più bella per vederla e ammirarla; ma dopo pochi minuti la lasciavano per andare da quella che aveva più spirito, a sentire le cose graziose che diceva: e faceva maraviglia di vedere come in meno di un quarto d'ora la maggiore non avesse più nessuno dintorno a sé, mentre tutti erano a far corona intorno alla sorella minore. La maggiore, sebbene molto stupida, si avvide di questa cosa: e avrebbe dato volentieri tutta la sua bellezza, per avere la metà dello spirito della sorella. La Regina, quantunque fosse prudente, non seppe stare dallo sgridarla piu volte delle sue grullerie: e questa cosa fece tanta pena alla povera Principessa, che si sentì come morire. Un giorno, che era andata nel bosco a piangere la sua disgrazia, vide venirsi incontro un omiciattolo brutto e spiacente quanto mai, ma vestito con grandissima eleganza. Era il giovane principe Enrichetto dal ciuffo, il quale innamoratosi di lei al solo vederne i ritratti che giravano per tutto il mondo, aveva abbandonato il regno di suo padre per avere il piacere di vederla e di parlarle. Contentissimo di trovarla sola, si avvicinò a lei con tutto il rispetto e la gentilezza immaginabile. E avendo udito che essa era molto afflitta, dopo i soliti complimenti d'uso le disse: "Io non so comprendere, o Regina, come essendo voi così bella come siete, possiate essere triste come apparite; perché, sebbene io possa vantarmi di aver veduto un'infinità di belle donne, posso dire di non averne vista una sola, la cui bellezza si avvicinasse alla vostra". "A voi piace dir così!", rispose la Principessa, e non disse altro. "La bellezza", riprese Enrichetto dal ciuffo, "è un dono così grande, che deve compensare di tutto il resto; e quando la si possiede, non vedo nessun'altra cosa che possa recarci afflizione." "Vorrei", rispose la Principessa, "essere brutta quanto voi e avere dello spirito; piuttosto che avere la bellezza che ho, ed essere una stupida come sono." "Non c'è nulla, o signora, che dia segno di aver dello spirito, quanto il credere di non averne: egli è uno di quei pregi, che per la sua indole singolare, più se ne ha, e più si crede di esserne mancanti." "Io non m'intendo di queste cose", disse la Principessa, "ma so benissimo che io sono una grande imbecille, ed ecco la cagione del dolore, che mi farà morire." "Se non è che questo che vi tormenta, o signora, io posso facilmente metter fine alla vostra afflizione." "E come fare?", disse la Principessa, "Io ho il potere", disse Enrichetto dal ciuffo, "di trasfondere tutto lo spirito, che può desiderarsi, in quella persona che io dovrò amare sopra le altre; e siccome voi siete quella, così dipende da voi di possedere tanto spirito, quanto se ne può avere, solo che siate contenta di sposarmi." La Principessa rimase come una statua, e non rispose sillaba. "Vedo bene", rispose Enrichetto dal ciuffo, "che questa mia proposta non vi è andata punto a genio: e non me ne faccio nessuna meraviglia; ma vi lascio un anno intero, perché possiate prendere una risoluzione." La Principessa aveva così poco spirito, e al tempo stesso sentiva tanta voglia di averne, che s'immaginò che la fine dell'anno non sarebbe arrivata mai, e così accettò la proposizione che le veniva fatta. Appena ebbe promesso a Enrichetto dal ciuffo che dentro un anno e in quello stesso giorno l'avrebbe sposato, si sentì subito molto diversa da quella di prima; e provò una facilità incredibile a dire tutte le cose che voleva dire, e a dirle in un modo grazioso, spontaneo e naturale. Cominciò da questo momento a metter su una conversazione elegante e ben condotta con Enrichetto dal ciuffo, nella quale essa brillò con tanta vivacità, che a questi nacque il dubbio di averle dato più spirito di quello che se ne fosse serbato per sé. Ritornata che fu al palazzo, la Corte non sapeva che pensare di un cambiamento così improvviso e straordinario; dappoiché, per quante sguaiataggini le avevano udito dire in passato, ora la sentivano dire altrettante cose spiritosissime e piene di buon senso. Tutta la Corte n'ebbe un'allegrezza tale da non figurarselo. Non ci fu la sorella minore, che non ne restasse contenta, perché non avendo più sulla maggiore il disopra dello spirito, faceva ora accanto a lei la figura meschinissima d'una bertuccia. Il Re si lasciava guidare da lei, e qualche volta andava fino a tener consiglio nel suo quartiere. La diceria di questo cambiamento essendosi sparsa all'intorno, tutti i giovani principi degli Stati vicini fecero a gara per arrivare a farsi amare, e quasi tutti la chiesero in sposa ma essa non trovava chi avesse abbastanza spirito, e faceva lo stesso viso a tutte le offerte di matrimonio, senza impegnarsi con alcuno. Intanto se ne presentò uno così potente, così ricco, e così spiritoso e bello della persona, che ella non poté stare dal sentire una certa inclinazione per lui. Suo padre, che se n'era avveduto, le disse che la lasciava padrona di scegliersi lo sposo a modo suo, e che non aveva da far altro che far conoscere la sua volontà. E siccome accade che più uno ha dello spirito, e più si trova impensierito a pigliare una risoluzione stabile in certe faccende, essa, dopo aver ringraziato suo padre, domandò che le fosse dato un po' di tempo per poterci pensar sopra. E per caso andò a passeggiare in quel bosco dove aveva incontrato Enrichetto dal ciuffo, per avere il modo di pensare comodamente alla risoluzione da prendere. Mentr'ella passeggiava tutt'immersa ne' suoi pensieri sentì sotto i piedi un rumore sordo, come di molte persone che vadano e vengano, e si dieno un gran da fare. Avendo teso l'orecchio con più attenzione, sentì qualcuno che diceva: "Passami codesta caldaia"; e un altro: "Metti della legna sul fuoco". La terra si aprì in quel momento, ed ella vide sotto i suoi piedi come una gran cucina piena di cuochi, di sguatteri e d'ogni sorta di gente necessaria per allestire una gran festa. E di lì uscì fuori una schiera di venti o trenta rosticcieri, che andarono a piantarsi in un viale del bosco, intorno a una lunghissima tavola, e tutti colla ghiotta in mano e colla coda di volpe sull'orecchio si posero a lavorare a tempo di musica, sul motivo di una graziosa canzone. La Principessa, stupita di quello spettacolo, domandò loro per chi fossero in tanto lavorìo. "Lavoriamo", rispose il capoccia della brigata, "per il signor Enrichetto dal ciuffo, che domani è sposo." La Principessa, sempre più meravigliata, e ricordandosi a un tratto che un anno fa, e in quello stesso giorno, aveva promesso di sposare il principe Enrichetto dal ciuffo, credé di cascare dalle nuvole. La ragione della sua dimenticanza stava in questo che, quando promise, era sempre la solita stupida, e acquistando in seguito lo spirito che il Principe le aveva dato, non si ricordava più di tutte le sue grullerie. Non aveva fatto ancora trenta passi, seguitando la sua passeggiata, che s'imbatté in Enrichetto dal ciuffo, il quale si faceva avanti tutto sgargiante e magnifico, come un Principe che vada a nozze. "Eccomi qui, signora", egli disse, "puntuale alla mia parola: e non ho il minimo dubbio che voi siate venuta qui per mantenere la vostra, e per far di me, col dono della vostra mano, il mortale più felice di questa terra." "Vi confesserò francamente", rispose la Principessa, "che su questa cosa non ho presa ancora nessuna risoluzione; e ho paura che, se dovrò prenderne una, non sarà mai quella che desiderate." "Voi mi fate stupire, o signora", disse Enrichetto dal ciuffo. "Lo capisco", disse la Principessa, "difatti mi troverei in un grandissimo impiccio, se avessi da fare con un uomo brutale e senza spirito. Una Principessa mi ha dato la sua parola, egli mi direbbe; e una volta che mi ha promesso, bisogna bene che mi sposi. Ma poiché la persona colla quale parlo, è la persona più spiritosa di questo mondo, così sono sicura che vorrà capacitarsi della ragione. Voi sapete che anche allora, quand'ero stupida, non sapevo risolvermi a doversi sposare; e vi par egli possibile che ora, dopo tutto lo spirito che mi avete dato, e che mi ha resa di più difficile contentatura, di quel che fossi prima, possa oggi prendere una risoluzione che non sono stata buona di prendere per il passato? Se vi premeva tanto di sposarmi, avete avuto un gran torto a togliermi dalla mia stupidaggine, e a farmi aprire gli occhi, perché ci vedessi meglio d'una volta." "Se un uomo senza spirito", rispose Enrichetto dal ciuffo, "sarebbe ben accolto, stando a quello che dite, quando venisse a rinfacciarvi la parola mancata, o perché volete che io non debba valermi degli stessi mezzi, per una cosa nella quale è riposta la felicità di tutta la mia vita? Vi pare egli ragionevole che le persone di spirito debbano trovarsi in peggiore condizione di quelle che non ne hanno? E potete pretenderlo voi? voi che ne avete tanto e che avete tanto desiderato di averne? Ma veniamo al sodo, se vi contentate. All'infuori della mia bruttezza, c'è forse in me qualche cosa che vi dispiaccia? Siete forse scontenta della mia nascita, del mio spirito, del mio carattere, delle mie maniere?" "Tutt'altro", rispose la Principessa, "anzi, tutte le cose che avete nominate, sono appunto quelle che mi piacciono in voi." "Quand'è così", rispose Enrichetto dal ciuffo, "sono felice, perché non sta che a voi a fare di me il più bello e il più grazioso degli uomini." "Ma come può accader questo?", chiese la Principessa. "Il come è facile", rispose Enrichetto dal ciuffo. "Basta che voi mi amiate tanto, da desiderare che ciò accada: e perché, o signora, non vi nasca dubbio su quello che dico, sappiate che la medesima fata, che nel giorno della mia nascita mi fece il dono di rendere spiritosa la persona che più mi fosse piaciuta, diede a voi pure quello di far diventare bello colui che amerete, e al quale vorrete far di genio e volentieri questo favore." "Se la cosa sta come la raccontate", disse la Principessa, "vi desidero con tutto il cuore che diventiate il Principe più simpatico e più bello del mondo, e per quanto è da me, ve ne faccio pienissimo dono." La Principessa aveva appena finito di dire queste parole, che subito Enrichetto dal ciuffo apparve ai suoi occhi il più bell'uomo della terra, e il meglio formato, e il più amabile di quanti se ne fossero mai veduti. Vogliono alcuni che questo cambiamento avvenisse non già per gl'incanti della fata, ma unicamente per merito dell'amore. E dicono che la Principessa, avendo ripensato meglio alla costanza del suo cuore e della sua mente, non vide più le deformità personali di lui, né la bruttezza del suo viso: talché il gobbo che egli aveva di dietro, le sembrò quella specie di rotondità e di floridezza d'aspetto di chi dà nell'ingrassare: e invece di vederlo zoppicare orribilmente, come aveva fatto fino allora, le parve che avesse un'andatura aggraziata e un po' buttata su una parte, che le piaceva moltissimo. Fu detto fra le altre cose, che gli occhi di lui, che erano guerci, le parvero più brillanti; e che finisse col mettersi in testa che quel modo storto di guardare fosse il segno di un violento accesso di amore: e che perfino il naso di lui, grosso e rosso come un peperone, accennasse a qualche cosa di serio e di marziale. Fatto sta che la Principessa gli promise, lì sul tamburo, che l'avrebbe sposato, purché ne avesse ottenuto il consenso dal Re suo padre. Il Re, avendo saputo che la sua figlia aveva moltissima stima per Enrichetto dal ciuffo, che egli del resto conosceva per un Principe spiritosissimo e pieno di giudizio, lo accettò con piacere per suo genero. Il giorno di poi furono fatte le nozze, come Enrichetto dal ciuffo aveva preveduto, e a seconda degli ordini che egli medesimo aveva già dato da molto tempo prima. |
Post n°54 pubblicato il 23 Aprile 2012 da theblueroses
stò partecipando ad un concorso.. dove domani sera canterò questa canzone.. stò scoprendo solo ora cocciante.. ed è veramente un poeta... sono due giorni che stò ascoltando questa canzone... per cercare di coglierne il significato e la passione... l intensità di interpretare... e il significato di questa canzone.. mi mette cosi tanta emozione addosso che ho fatto pianti assurdi.. e senza capirne il motivo... o forse il motivo lo sò ma non riesco a dirlo.... |
Post n°53 pubblicato il 22 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°52 pubblicato il 17 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°51 pubblicato il 13 Aprile 2012 da theblueroses
è da un pò che non scrivo... volevo solo mettere qualcosa di dolce... qualcosa che quando chiudi gli occhi ti porti via di qui... lontano lontano dove nessuno può ferire ... dove nessuno può fare del male... ehhh... che bello sarebbe... vero? ma allora sarebbe tutto troppo facile.. l altro giorno ho portato la mia gattina dal veterinario.... poverina.. ha dei problemi fisici e ogni tanto la devo portare.. è unico modo per farla stare bene... purtroppo.. ma vedere quei due occhi che ti guardano e soffrono... mi fà male... tanto.. la tenevo stretta a me... cosi forte... per farle capire che io ero li con lei... e lei lo sapeva... e lo sentiva... di solito quando la portiamo è cosi arrabbiata... ma poi quando torna a casa è cosi felice... e vedere che stà meglio è solo una grande gioia per me... ora che stò scrivendo di lei mi scendono copiose le lacrime... la mia bimba... è vero quando dicono che gli animali assomigliano al loro "padrone" prendono un pò del nostro carattere.. infatti la mia mi assomiglia molto... le voglio troppo bene e per nulla la cambierei... non riesco a capire come la gente abbia il coraggo di far del male a degli esseri cosi dolci..... ora cercherò di dormire... speriamo bene... dolce notte a tutti!
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Post n°50 pubblicato il 12 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°49 pubblicato il 12 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°48 pubblicato il 12 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°47 pubblicato il 12 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°46 pubblicato il 08 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°43 pubblicato il 08 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°42 pubblicato il 08 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°41 pubblicato il 05 Aprile 2012 da theblueroses
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Post n°40 pubblicato il 04 Aprile 2012 da theblueroses
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