FRAMMENTI D'AMICIZIA

Post N° 205

Lo sviluppo umano è il processo di crescita fisica e di conoscenza del mondo e di se stessi che avviene nel corso degli anni. Infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia sono nomi che caratterizzano i vari stadi della nostra vita.

Da qualche tempo mi sto chiedendo in quale fase io sia.

Ho provato a porre la domanda ad alcune persone di questo mondo virtuale, persone che non mi conoscono nella realtà o che hanno notizie frammentarie della mia vita. Emerge la sensazione che io sia molto giovane, ma, nello stesso tempo, la mia presunta saggezza, a volte lascia un po’ perplessi e, quindi, si sentono portati ad aggiungere qualche anno.

Anagraficamente non posso essere considerata una giovincella, ma nello spirito penso proprio di si.

Ho una grande curiosità di sapere, di conoscere le persone e il mondo che mi circondano. Come spesso ho scritto e detto, perché è una delle parole che mi rappresentano maggiormente. Sono un’inguaribile ottimista e credo nel “domani”, lo guardo con occhi fiduciosi. Questo mi porta ad essere spesso spensierata, allegra, piena di vita …anche quando sono preoccupata o triste, cerco di trovare quel piccolo spiraglio che mi possa far sorridere. E poi…mi sento colorata e percepisco i colori attorno a me.
Se questo è essere giovani, io sono una bimba.

 
La gioventù sorride senza ragione. E' una delle sue grazie maggiori (il ritratto di Dorian Gray).
 
Si dice che la giovinezza è l'età della speranza, appunto perchè in essa si spera confusamente qualcosa dagli altri come da se stessi - non si sa ancora che gli altri appunto sono altri. Si cessa di essere giovani quando si distingue tra sè e gli altri, quando cioè non si ha più bisogno della loro compagnia. (Il mestiere di vivere)
 
La giovinezza è un'ebbrezza continua: è la febbre della ragione (La Rochefoucauld)
 
Non puoi avere, nello stesso tempo, gioventù e coscienza di essa; giacchè  la gioventù è troppo impegnata a vivere per esserne cosciente, e la coscienza è troppo impegnata a cercare se stessa per vivere. (Gibran)