Sei un pover'uomo, se lo sei, un uomo. Senza braccia di poeta, ma pietra.E se ci fosse una sceneggiatura, io ti avrei già sparato al 17° minuto.Torturare gli attimi con un elastico.Non amare. i visi. Cancelliamo. I baci, cancelliamo,come sostituire i pezzi gli atomi i battitiper asportare i baricentri e gli zigomi,organi imbevuti di macchinee…
Una pulizia del viso mi regalò lo scettro minimal della tua codarda alienazione. E a colpi d'estetista, i giallastri punti insoluti del nostro diremo, si risolsero in un tavolo da ping-pong illogico, dove palleggiare pavidi le ingiurire liquide, scrupolosamente accolte nella raccolta differenziata delle ore che ci rimangono. PLAY BOYZ. COME DONI tu. E la…
L'Apocalisse mi dona.L'Apocalisse mi dona.L'Apocalisse mi dona.Lo spogliatoio è acceso di drappi metà fisici metà no.Io sono l'eteronimo Quotidiano, l'anima che si scarna in paroleper indossare passamanerie passa passa tutto passa panta rei.I panta vanno di moda, dicono. Mi interessa poco, rei è t ta ta ta tan. Atos, credodi averti incontrato.
Ho visto un albero piangere. Naturale Natura che guarda immobile quando non deve, milliardi di occhi cellulari, singole stille di pioggia a snellire il simulacro della colpa. (La cura dimagrante per l'opulenza del Peccato Originale) 7Kg in 7giorniil menù sbiadito dei manicomi in loft open-airil contornocchi di ogni shoa portatile mac pc linux distorta la…
Decapitazione autonoma batte roulette russa 34 a 11. Sulla fine di quella barba mefistotelica dovrei annodare un fiocchetto per ricordarmi di non sbandare che l'asfalto asciutto mi fa più paura delle strade di campagna sdrucite sui presagi. Occhio. Occhio di tela. L'azzurro viene sospinto a galla, quando non fuma. Almeno, così mi dice, le drogheleggere…
-------------(la A di non so mangiare come si deve la S di so amare come si teme i numeri vuoti che rimbalzano sull'asfalto il cubo nero gli specchi con i loro contorni il mio odore ambrato la H di tutte le notti assetate il cinema il cinema il cinema) Più sociopatica che mai, credo che il…
E una notte che aveva finito il cioccolato, Gisella, la ramazzina di caramelle, entrò senza sbattere i piedi nel sito maestro di blind-dates, mentre Gustavo stava caricando sull’Ipod sluccichevole, l’ennesima fila di note che avrebbe voluto farsi uccidere nelle orecchie. Lei stava sbirciando il consueto agire dell’uomo medio, che posta metà foto senza l’altrametà, l’autoscattolaido…
E man mano i fiori - passo del tuo sguardo, il viso d'incenso - scoloriscono. E si sgretolavano i piedi, dall'incedere muto, come calce inerme che terra cade, e rimane, perpetua. Tu riposerai, divino e inutile, con due gatti guardiani di me,senza toccare la notte. E ancora. Un giorno e la notte, e ancora distanti.…