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Ognuno risponda come vuole

Post n°22 pubblicato il 14 Giugno 2006 da elledi2

c'è uno spreco di energie in alcuni talenti, uno scarto tale che fatalmente ne accorgia i tempi dell'esistenza,li dimezza. li azzera.così, mentre lo si piange a noi non resta che porsi la solita,ottusa domanda: a chi appartiene la vita di un artista? ognuno può rispondere come vuole.
E' un passo dell'articolo apparso non so su quale quotidiano,rivista o cosa, che Pier Vittorio Tondelli scrisse in occasione della morte di Andrea Pazienza, Paz.
Per quanto mi riguarda, lo lessi nella raccolta "un week end post moderno" che usando le parole di P.V.T. : è un viaggio, per frammenti,reportage,illuminazioni interiori,riflessioni,descrizioni partecipi e dirette, nella parte degli anni ottanta più creativa e sperimentale.E' un viaggio nella provincia italiana, fra i gruppi teatrali, fra i suoi artisti, i film makers, i videoartisti, le garage band, i fumettari, i pubblicitari,la fauna trend che da pordenone a lecce,da udine a napoli, da firenze a bologna,ha contribuito a rivestire quegli stessi anni ottanta,vacui e superficiali in apparenza, di contenuti e sperimentazioni,al punto da proporre come capitale morale del decennio non più una città,ma l'intera provincia italiana.
con un week end post moderno, tondelli ha elaborato il suo "romanzo critico" degli an ni ottanta, anche se come per pazienza, tondelli stesso ci teneva a non relegare a figlio del '77, convergendo in questo solo per una questione sommaria.....solo sbrigativamente parleremo di pazienza come un ragazzo della bologna del 77. perchè paz, di quell'epoca fu il poeta più grande,il sommo cantore, al punto tale da esserne così grande da mettere in ombra un movimento intero....andrea giovanissimo,non ancora ventenne si trova catapultato in una città,tra gli studenti, e da artista ne succhia i modi di dire, le paranoie politiche,innestandoli su un talento personale grandissimo. è questo uno di segni che tondelli trova in pazienza, gli stessi che troviamo anche in lui, quella genialità, la capacità di poter fare qualsiasi cosa, con una capacità di esecuzione velocissima. userei le stesse parole che Oreste Del Buono usò per penthotal di pazienza; quando nella prefazione bellissima descrive penthotal che attraverso la matita e la penna di paz non parla di una bologna fantastica,ma una bologna reale fantasticamente immaginata da pazienza. quella presa individualista che solo i grandi talenti conoscono, quel modo di avvertire la storia prima che questa si avveri;conoscere come tutto andrà a finire mentre ancora non è,mentre la storia si avvia ad essere. Tondelli comincia giovanissimo, e finisce ancora più giovane di prima, quando lo scarto tra le sue opere ed il suo tempo, ed il tempo di ciò che ha impresso sulla carta, impedisce a chiunque di accettare la sua assenza,a chi non si rassegna che se ne sia andato via troppo presto, e come la sua opera in vita,anche la morte è dedicata prima ai suoi aficionados, e poi a lui.Vorrei parlare della generosità di un talento grandissimo; Tondelli metteva la musica nei suoi scritti, e per chi non lo conoscesse, non spaventatevi nel leggere in elaborazione del romanzo critico tondelliano, qualcosa di barboso e narcisista; a tondelli piacevanno gli scarti, aveva curiosità per le stonature esistenziali, egli stesso avrebbe voluto far parte di quella parte di esistenza perennemente sperimentale e talentuosa che invece..... un giorno come tanti suoi coetanei scelse una facoltà universitaria,per cercarli,capirli, ma fu l'ennesima dimostrazione che di questa vita egli sarebbe stato solo un osservatore...ed avrei lasciato che una pratica distanziante, antica quanto il mondo mi catturasse: la scrittura. parlava di acidi, di infezioni, di abbandoni, parlava di architettura come di tendenze,di feste sulle soffitte, il suo primo libro a soli 25 anni "altri libertini" fu uno dei primi censurati del dopoguerra. uno controcorrente, diremmo,ma un talento unico bruciato prima che l'italia diventasse ciò che non è mai diventata,neppure dopo la sua scomparsa. era nato in quella provincia che più rossa non si poteva, Correggio, quando, se all'epoca in italia c'era solo da scegliere se stare con il diavolo comunista o l'acqua santa, succede che in un paesino dove il diavolo è meno diavolo che in altri posti, e dove sembra l'unica scelta,invece capita che il primo libro censurato, fosse quello pubblicato da un ragazzo che aveva scelto di stare con l'acqua santa,un ragazzo dell'oratorio nella terra di peppone.Linus, alter alter, l'espresso, flash art, la repubblica,corriere della sera,ed ancora rock star rockerilla,arte,babilonia,supplementi come striscie & musica,Reds e tante altri ancora.
dalla metà degli anni ottanta  si dedica al progetto "under 25" dedicato alla scrittura delle nuove generazioni, e da cui uscirono tre antologie: Belli & Perversi, Giovani Blues, Papergang. mentre sto cercano cosa e da quale brano estrapolare un pezzetto infinitesimale da un week end post moderno; se un'intervista agli allora cccp di lindo ferretti e zamboni del 1984 in "punk falce e martello", oppure una fighissima recensione direttamente dalla sua camera da letto di "the queen is dead" di morrisey e gli smith, oppure dei viaggi a londra o quelli letterari "qualche anno fa non sarei stato capace di avvertire queste sensazioni;allora ero un ignorantone pieno di se,che mi fregava di impegnarmi...." ma forse, come comincia così sembra terminare, apparentemente in un movimento che ha la stessa immagine di sempre, concludo con lo stesso articolo.....Ma il centro del mio discorso non è tanto questo.E' con la vitalità, il gusto della beffa e della provocazione,con la sua ingenuità,Andrea ha pure assorbito le mitologie negative degli anni settanta.Non tanto sul fronte politico,quando quello ben più esteso,e nel quale tutti,prima o poi abbiamo transitato,dello svacco e dello scazzo.E allora: guadagnare tanto per buttare via tutto,non pensare mai al futuro,non fare mai progetti,vivere alla giornata,avere orrore di costruirsi una carriera (e in questo Andrea, con tutto quel talentaccio sparso in ogni parte, è stato un vero, grandissimo antimaestro),provare ribrezzo dei ruoli professionali,identificarsi completamente con la boheme del proprio lavoro artistico, unire le ragioni della vita a quelle dell'arte.In sostanza giocare, con il proprio talento alla roulette russa.Strapazzarlo,rivoltarlo,dannarlo, gettarlo,immiserirlo,sapendo di poterlo ritrovare intatto il giorno dopo,ancora più brillante e sgargiante.
non solo per gli amanti delle biografie, pier vittorio Tondelli muore di aids nel 1991 a 37 anni.
P.s. Ciao June poi parliamo un pò e ti spiego un pò di cose di questi ultimi tempi.

 
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