Un blog creato da freedom71 il 04/02/2007

un giorno chissà...

non c'è niente di più bello del dimenticare, se non forse l'essere dimenticati...

 
 
 
 
 
 

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LIBRO DEL MESE

"Benvenuti ad Altrove" Gabrielle Zevin

L'eterno conflitto tra la vita e la morte visto attraverso gli occhi di un'adolescente. Un idea dell' aldilà fuori da qualunque schema dogmatico e un luogo, "altrove" appunto, dove ci si prepara a tornare indietro... Una storia diversa dalle altre che conserva infatti una certa predisposizione fiabesca, comunque perfettamente incastonata nel nostro tempo.  Nessun monito religioso nelle intenzioni dell'autrice, al suo secondo romanzo, solo un grande amore per la vita di tutti i giorni che si riflette nella storia come l'opportunità di tornare indietro, di avere un'altra possibilità. Si perchè una volta arrivati ad Altrove il tempo scorre al contrario e la fine è un nuovo inizio. Attraverso un processo naturale lungo come un'intera vita (lunga o breve che sia), Gabrielle ci regala una metafora buona anche per le cose di tutti i giorni. E alla fine ogni singolo giorno sulla terra riacquista l'importanza che merita...

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Volevo dirti...

Post n°12 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da freedom71
 

Capita spesso al ritorno a casa da un viaggio di sentirsi fuori posto.
Guardi le cose sparse sul comodino e ti sembra non sia più il tuo comodino, respiri l’aria che hai respirato per anni e ti sembra più rarefatta. Forse non vale per tutti i ritorni a casa, ma io al mio ritorno da una breve vacanza da Alicante, in costa Blanca mi sentivo esattamente così.
Forse so anche perché… Dev’essere stato il dicembre primaverile del sud della Spagna, l’essere così vicino a quel mare che tanto mi manca a Milano, o forse i locali del barrio sempre aperti e sempre traboccanti di vita notturna… O forse niente di tutto questo…
Forse è per via di quei quattro (e sottolineo quattro) giorni in compagnia di una ragazza che non ti aspettavi… Forse per la sua capacità di farti sentire così bene con così poco, forse per le bellissime fossette sul suo fondo schiena o forse perché senza nemmeno rendersene conto ha il dono di far sembrare tutto così bello attraverso i propri occhi…
Guardarla dormire, cronometrare il tempo che passa tra i suoni che fa con la bocca mentre sogna e restare inchiodato in una posizione scomodissima con un polso incastrato sotto la sua testa, per paura di svegliarla… E poi la lotta con i cuscini e dividersi le cuffiette del lettore mp3 per ascoltare incomprensibili canzoni gitane e ballare tutta la notte in mezzo agli sguardi di chi non si scompone mai troppo e ridere, ridere così tanto da scoppiare… Si può chiedere di più a quattro giorni quattro?
Si può chiedere di più a qualcuno che ti da tutto questo senza pretendere nulla in cambio?
No, se tutto questo fosse parte integrante della propria vita e se non appartenesse solo a quei quattro giorni… “La mia vita in cambio della tua”, questo vorrei chiederle, ma tenendole comunque in contatto, restando tanto vicini che quando vuoi puoi venire a trovare la tua per vedere che non le faccia mancare niente. E così io con la mia… Forse è proprio questo che vorrei, non condividere una vita, ma scambiarne due tenendole incrociate. Restare se stessi, ognuno nell’altro, l’amore per se stessi riflesso nell’immagine di un’altra persona. L’amore perfetto…
Forse dovrei dirle quello che penso e dovrei farlo ora…
Ciao...
Non so cosa sia capitato, non so se tutta la cioccolata che abbiamo mangiato ha reso certi momenti  più dolci di come avrebbero dovuto essere, ma tu mi fai venir voglia di diventare migliore, di guardare le cose attraverso i tuoi occhi, di respirare l’aria con i tuoi polmoni e persino di fare quegli strani versi quando dormi… Perché tutto quello che fai mi sembra meraviglioso, quando fai finta di respirare l’elio e parli come paperino, quando imiti Neo di matrix e ti pettini al rallentatore, quando ti impegni sino allo spasimo con i barrè della chitarra e canti “la gatta” o “il cielo in una stanza” perché vengono bene col giro di do, quando prendi in braccio il piccolo Andres per farlo addormentare e lo guardi con l’espressione di una vera mamma, quando mi mandi gli sms col t9 e invece di sbadigli scrivi scadigli (ma è possibile che nel t9 del tuo telefono esista la parola scadigli? Che cacchio vuol dire scadigli?), quando piangi e qualcuno fa una battuta e ti viene anche da ridere…
Tu più di chiunque altro al mondo mi fai venir voglia di amare…
Ora vorrei tanto essere lì con te e dirti tutto questo e invece sono qui a guardare lo stupido display di un telefonino che non vuole proprio saperne di illuminarsi e di dire che ho un nuovo messaggio, un tuo nuovo messaggio… Lo lascio lì da solo e vado via qualche minuto perché penso che se continuo a guardarlo fisso s’intimidisca e lui niente, nessun nuovo messaggio… E intanto Eva Cassidy nelle mie orecchie continua a cantare di alberi verdi e rose rosse e di un mondo che in fondo è meraviglioso. E io penso che potrebbe esserlo ancora di più, tanto meraviglioso da non riuscire a guardarlo, se solo tu fossi qui…
E il mio telefonino continua beffardo il suo dispettoso silenzio, vorrei buttarlo dalla finestra ma poi ho paura che proprio nel momento in cui parte per la sua parabola verso la strada sotto casa, il display s’illumini per un tuo messaggio. E immagino il sorrisino infame del mio samsung che un secondo prima di schiantarsi mi dice che quel messaggio non lo leggerò mai…
Ti cerco su msn e non ci sei e scopro che tra i miei contatti c'è nonna papera (???) e mi chiedo: ma chi cacchio è nonna papera??? E la mia mente invasa da troppi interrogativi si spegne. Giusto in tempo per una puntata del grande fratello...

 
 
 
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