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CULTURETTA DI MUSICA - UNA CANZONE AL GIORNO
Afterhours
Pelle
da "hai paura del buio?" - 1997
è facile sai
averti
se chiudo i miei begli
occhietti spenti
e cerco su di me
la tua pelle che non c'è
poi ti entro, in fondo
dentro, lo sai
soltanto per capire chi sei
forse sei un congegno che
si spegne da sè
e puoi maledire
la tua bocca
se sbagliando mi chiama
quando lui ti tocca
cercherò su di me
la tua pelle che non c'è
ti entravo, in fondo
dentro, lo sai
soltanto per capire chi sei
forse sei un congegno che
si spegne da sè
girls kick ass!!!
MrBibi
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« io almeno ho provato! | il portinaio » |
la settimana scorsa mi è successa una cosa che mi ha lasciato davvero senza parole, e per una persona come me che non si scandalizza facilmente, è un evento.
per la terza volta consecutiva il mio datore di lavoro non ha mantenuto le promesse che mi aveva fatto, prima a marzo poi a luglio; non mi ha assunto a tempo indeterminato (che fin qui vista l'inequità sostanziale della legge Biagi ci potrebbe anche stare), e soprattutto non ha voluto concedermi di lavorare full-time.
la sua giustificazione è stata: "ho altre 55 cose da fare e non ho ancora avuto il tempo di valutare la sua posizione all'interno dell'azienda, secondo me all'oggi lei non ha un volume di lavoro tale da poterle concedere di lavorare 8 ore".
potete immaginare le mie sensazioni in quel momento; mi sono trattenuto dall'uscire con parole fuoriluogo ed ho accettato comunque l'ennesima presa per il culo da parte sua (tutte noi persone più o meno "normali" abbiamo bisogno di lavorare), difendendo la mia posizione e sottolineandogli che se facessi 8 ore di lavoro al giorno, il lavoro me lo creerei, all'interno di una realtà lavorativa c'è sempre qualcosa da fare, a costo anche di modificare un piano di lavoro che mi hanno imposto, ma che io ritengo assolutamente fuori dal mondo, un piano da grande azienda picconato a forza in un'aziendina di 20 operai (di cui 6 impiegati, un altro paradosso; figurarsi che prima erano in 7).
nonostante la mia richiesta non ha voluto concedermi un lavoro, niente di eccezionale, solo la possibilità di lavorare, con una paga minima e con un superiore totalmente incapace nel gestire la realtà dell'azienda, tantomeno i rapporti con i dipendenti; che fa buon viso a cattivo gioco e ti sputtana al titolare per pararsi il culo dai suoi errori, che ormai noi tutti abbiamo smesso di contare.
da un'iniziale situazione di relativa tranquillità, a metà marzo, mi sono ritrovato col fiato sul collo per tanti compiti che in sole 4 ore di lavoro al giorno non sempre riuscivo a gestire.
sapevo che lavorare non era come andare all'università...solamente pensavo che all'interno di un'azienda che si dipinge come azienda seria, ci fosse almeno rispetto verso chi ci lavora, non solamente il tirare avanti per pagare gli stipendi faraonici dei dirigenti...un perfetto spaccato dell'Italia.
il risultato è che ormai ho perso fiducia verso i miei datori di lavoro e verso il sistema lavoro in generale; a 24 anni un ragazzo che ha studiato 15 anni, che vuole e che deve costruirsi un futuro non può essere trattato come carta igienica da una banda di arricchiti, spesso e volentieri emeriti imbecilli.
la legge Biagi di per sè non è nemmeno sbagliata, dà ad esempio ad un 40/50enne che si trova senza lavoro la possibilità di trovarlo con più facilità rispetto a qualche anno fa; purtroppo, come sempre succede nel nostro paese, i capi, i dirigenti, i titolari, ci mangiano sopra come fanno i maiali nelle mangiatoie, avete presente?
ognuno si fa i fatti suoi mentre noi lavoratori si muore di fame.
non pretendiamo la ricchezza, vogliamo solo lavorare tranquillamente.
sono gli operai, gli impiegati, i tecnici di laboratorio, o anche i semplici apprendisti, che fanno la ricchezza delle aziende; senza di loro non ci sarebbe produzione, non ci sarebbero guadagni per nessuno, tantomeno per chi ci comanda...vorrei vederlo il mio superiore a lavorare, invece che starsene al telefono tutto il giorno a sghignazzare con chissà chi...
INFO
LA POESIA DEL GIORNO.
Camminavo su sentieri infidi
dolorosamente incerto.
E le tue care mani mi guidarono.
pallido un debole presagio d'alba
riluceva all'orizzonte lontano:
il tuo sguardo fu il mattino.
Nessun altro rumore che il suo passo
sonoro incoraggiava il viaggiatore.
La tua voce mi disse: Vai avanti!.
Il mio cuore timoroso, oscuro,
piangeva solo sulla triste via:
l'amore, delizioso vincitore,
ci ha riuniti nella gioia.
A presto.
DrCarl.
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