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"Un eremo non è un guscio di lumaca" di Adriana Zarri Con i suoi giorni brevi e le notti lunghissime, l'inverno è un abisso di luce e di buio; col suo silenzio è una stagione di ascolto, di attesa, di incontro: un incontro piu' intimo e segreto di quanto non sia dato in altre stagioni dell'anno: un incontro che ha sapore di casa, di madia, di stufe accese e di polenta. Bisogna per forza guardare dentro perchè di fuori non c'è nulla: solo stupende sfumature di grigio: dal piombo al perla, al luminescente al quasi bianco; e, se la nebbia si dirada, emergono le braccia nude degli alberi, protese al cielo, inutilmente, come preghiere inascoltate. L'esaudimento, il calore, l'amore, si rifugia all'interno delle case; con le lampade accese, le tinte vive per contrastare gli smorti colori della terra. Ridimensiono la casa:Per risparmiare carburante mi rifugio in una sola stanza, a mezzogiorno. Tutto è piu' piccolo e raccolto. E dalla finestra guardo cadere le foglie, guardo scrosciare la pioggia, guardo salire la nebbia.
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Anna delle capre
Post n°12 pubblicato il 15 Novembre 2011 da fulvia1953
Ho una passione ancestrale per tutto quello che riguarda la pastorizia ed i suoi derivati. Forse le mie origini appartengono proprio ai pastori nomadi. Questo per dirvi che ieri ho conosciuto Anna, chiamata delle capre, perchè alleva solo capre e prepara dei formaggi favolosi. Io mi sono piazzata lì, nel suo giardino e sinceramente da quella campagna non sarei piu' venuta via. E' una giovane donna che vive con il marito e tre figli in una casa colonica mantenendosi con l' allevamento ed i prodotti della terra ed il loro commercio. La loro è una precisa scelta di vita, amano le piante, gli animali, amano vivere ed essere circondati dalla Natura. Tutto è lasciato crescere spontaneamente, gli interventi dell'uomo sono proprio ridotti allo stretto necessario, ma penso di lasciarvi senza parole se vi dico che appena entrati nell'aia c'è un cespuglio enorme di fiori d'arancio; era tutto fiorito e come si muoveva il vento arrivava un profumo meraviglioso. Una bambina bionda dagli occhi azzurri era in cima ad una scala appoggiata ad un ciliegio, stava raccogliendo e mangiando delle ciliegione, qualcuna ne ha lanciata anche a noi, erano dolci e succose. Un'altra bambina ancora piccina era dentro una grossa borsa di paglia e con quella, tenendosi per i manici stava rotolando sull'erba, uscivano solo i suoi capelli lunghi e ricci. Si stava proprio bene in quel posto anche se a me, che sono ordinata e precisa, dava un senso di disordine mentre loro si trovavano benissimo, ma io non faccio testo con tutti i miei condizionamenti. La bambina bionda è scesa dalla scala ed è corsa nel campo, poi ritorna mostrandomi le mani e mi dice: "Ho preso due lucciole!". Ci sono ancora le lucciole? Io me le ricordo da piccola quando per il 1° di maggio si andava a mangiare sui prati e poi la sera noi bambini iniziavamo ad inseguire le lucciole che non si riuscivano mai a prendere, con quella lucina che si spegneva e s'accendeva, che poi, una volta prese eravamo convinti che non erano loro, le lucciole, perchè non brillavano piu' e sembravano dei normali animaletti con le ali. mercoledì, 25 maggio 2011
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il 31/05/2017 alle 15:30
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il 27/05/2017 alle 11:10
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il 27/05/2017 alle 11:06
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il 26/05/2017 alle 19:35
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il 26/05/2017 alle 19:34