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"Un eremo non è un guscio di lumaca" di Adriana Zarri Con i suoi giorni brevi e le notti lunghissime, l'inverno è un abisso di luce e di buio; col suo silenzio è una stagione di ascolto, di attesa, di incontro: un incontro piu' intimo e segreto di quanto non sia dato in altre stagioni dell'anno: un incontro che ha sapore di casa, di madia, di stufe accese e di polenta. Bisogna per forza guardare dentro perchè di fuori non c'è nulla: solo stupende sfumature di grigio: dal piombo al perla, al luminescente al quasi bianco; e, se la nebbia si dirada, emergono le braccia nude degli alberi, protese al cielo, inutilmente, come preghiere inascoltate. L'esaudimento, il calore, l'amore, si rifugia all'interno delle case; con le lampade accese, le tinte vive per contrastare gli smorti colori della terra. Ridimensiono la casa:Per risparmiare carburante mi rifugio in una sola stanza, a mezzogiorno. Tutto è piu' piccolo e raccolto. E dalla finestra guardo cadere le foglie, guardo scrosciare la pioggia, guardo salire la nebbia.
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Devo parlare di te
Post n°19 pubblicato il 17 Novembre 2011 da fulvia1953
Un fuoco da campo, un grande falò dove le fiamme salivano alte verso il cielo stellato, questa è la prima immagine che ho pensando a te. La giovinezza si stava aprendo davanti a noi, c'era già chi aveva avuto le prime esperienze d'amore e chi come me si sentiva inadeguata, piena di ideali che scoppiavano dentro ed il desiderio di un grande amore, unico, assoluto, eterno che avrebbe riempito la mia vita e resa felice. Con questi sogni nel cuore guardavo le altre ragazze, cinque in tutto, che come me quell'anno lavoravano come "aiuti" al campo scouts; ascoltavo le loro storie piccanti, le osservavo mentre si mettevano mille creme in faccia o si ridisegnavano le sopracciglia strappandole con le pinzette; quell'anno mi ritrovavo per la prima volta insieme a scoprire la gioia di avere delle amiche e l'occasione per conoscere la vastità e profondità del mondo femminile, il chiacchierare e lo scoprire che una parola ne richiamava mille altre ed i pensieri e le parole correvano veloci e rimbalzavano da una ragazza all'altra senza fine, per pura gioia dell'esprimersi e del condividere. Il campo era situato in un posto bellissimo, incastonato fra le montagne del Gran Sasso dove la notte sentivamo i lupi ululare in lontananza ed il giorno sulle vette rocciose si stagliavano contro il sole gli stambecchi, con l'unico pericolo vero dato dalle vipere che quell'anno sembravano piu' numerose.
30 ottobre 2011
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