Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
Post n°298 pubblicato il 02 Maggio 2011 da claudiomoraldi
TELEFONO
Non ahi sentimenti per me, Neanche un briciolo d’umanità, per alcun che sia! Malgrado tutto sei sempre qui.
Certo, appesa ad un filo…..per me? fingendo dialoghi stupidi , varrà almeno qualcosa?
Io, ad aspettare parole, confuse le quali che siano. O parlando a mia volta, a tua volta, a nostra volta. In maniera dolce, irritata, sempre aperta ad un confronto con me.
Debbo comunque dire, che per quanto idilliaca o meno, sia stata o è ancora la nostra vita insieme per prima, per ora, è stato ed è un continuo dispendio di energie e di denaro.
Mia cara cornetta.
Claudio MORALDI
22-08-2002 |
Post n°297 pubblicato il 22 Aprile 2011 da claudiomoraldi
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Post n°296 pubblicato il 05 Aprile 2011 da claudiomoraldi
IL BOCCHINO DELLA VEDOVA aprendo il cuore pronuncio, “non importa la divisa, di lui c’è la speranza, incompetenti, di arrivisti e di burini.
con tante trasformazioni
con tante trasformazioni |
Post n°294 pubblicato il 22 Marzo 2011 da claudiomoraldi
SEI QUIETA SEI VIVA
Sei quieta, come acqua di fontana, rinchiusa tra le braccia di una culla.
Riposando, senza sonno nel tuo letto ti lasci accarezzare con calma, senza fretta.
Si dissolve il tempo in un ricordo, di tanti attimi.
Molte persone che amandoti, incondizionatamente vivono di te, restituendoti amore e quella gratitudine vera, delle persone reali, cercano invano di tenerti stretta, nella speranza di prorogare la tua partenza, ma nell’attimo stesso, in cui desiderano un egoistico sogno e già non sei più!
Claudio MORALDI |
Post n°293 pubblicato il 17 Febbraio 2011 da claudiomoraldi
LA FORMA DELLA PIOGGIA
Amo il suono fresco, riparato e ticchettante della pioggia nelle sere d’inverno.
Adoro la sua serenità di scrosci, i suoi molti illuminii; come flash di puliti matrimoni sconosciti.
La sua voce risuona sui tetti, per le strade, come un rumore calmo, come un sottofondo che vive di poche ore, e cessa, senza essere pianto.
Il vento batte in queste serate senza luna Dove tutto è triste, in qualche modo solitario Dove le vie sono allagate di pozzanghere, infestate di carta vecchia, usata gettata via per sempre!
I lumi sono bassi e soffusi, sfocati! le macchine veloci, le persone svelte e insofferenti.
Cambia per la pioggia l’umore della gente, che si rifugia in casa quando ama la notte e la sua vitalità.
Questa strana forma di fobia, adorna un mondo di paura insensata.
Claudio MORALDI |
Post n°292 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da claudiomoraldi
LA PATRIA NASCE DENTRO
Amo chi parla semplice e rispetta gli atri. Chi non firma petizioni, chi non prende posizioni in pubblico, chi non commenta il mestiere altrui Ma si limita a guardare.
Amo, chi mette in dubbio tutto, non mi trovo d’accordo con chi non dubita.
amo questo paese di persone! Amo la bandiera italiana! Amo questa Italia spaccata dalla gente che mortificandola, non vede più lo scopo della sua unità. Eppure amo anche quella gente, poiché senza di loro non ci sarebbe Italia!
Da difendere da proteggere da salvare e portare avanti.
La gente alcuna passa altra rimane immortale!
Di noi che siamo qui ora, non si pensi al poi soltanto all’ora, sacrificandone un paese devastato, come altri sofferente come altri, unito da persone che volevano il suo bene, quindi l’idea di patriottismo, nascere rara nella folla di Italiani, sperando venga presto sollevata da una vittorie collettive che unifica il paese e ci rende orgogliosi, almeno per un giorno.
Claudio MORALDI |
Post n°291 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da claudiomoraldi
LA DECADENZA DEGLI ALBERI
Amo la decadenza degli alberi e la loro solitudine triste.
Qui nelle strade asfaltate di un grigio scuro nei contorni della notte alla luce fioca dei lampioni leggeri, abbagliate da fari di auto sfocate, veloci e sfuggenti.
La loro malinconia accentua L’impoverimento di quest’era,
Da queste giornate coperte da veli neri di lana battuta e batuffoli d’ovatta.
Il malcontento si spande, come acqua fredda insopportabile, insostituibile alla vita di tutti i giorni.
Ridonda un desiderio di leggerezza, da troppo tempo rimandata a più tardi, quasi dimenticata, oramai fatta ricordo dei bambini che fummo.
Ed il sogno di essere più irresponsabili, ci fa apprezzare, quello che ancora c’è di bello nella vita.
Claudio MORALDI
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Post n°290 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da claudiomoraldi
Finte debolezze e false virtù
Mondo di sporca e vera gente reale.
Celata dalla malinconia, dalla vita, dalla paura della morte.
Coriandoli su navi di carta naufragi tranquilli, portano ad un triste sconforto di tempi migliori.
Intanto il pericolo incombe sulla vita di gente che mangia e lavora soltanto!
Un pericolo che viene e che vive dentro ogn’uno di noi, diviene un peccato recondito d’essere noi veramente, di fare o non fare scelte sbagliate, libere e nostre!
Censure oramai si aprono a controlli vasti, di respiri, di attimi.
Momenti di libertà su richiesta, affrancati su fogli di carta bollata.
Non più spontanei, mai più saremo tanto umani quanto ora, mai catalogabili nelle nostre finte debolezze e false virtù.
Claudio MORALDI
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Post n°289 pubblicato il 20 Dicembre 2010 da claudiomoraldi
Vorrei capire il perché delle cose, vorrei che gli studenti si comportassero solo da studenti, vorrei che un clima così pesante non ci fosse in Italia. La vita è imprevedibile, se si è seri da subito non se ne esce. Si muore di troppa vita e tutta insieme. Questa protesta può essere giusta, ma la dinamica è sicuramente sbagliata. Oggi si tende a giustificare tutto, anche le persone che dovrebbero essere non violente (ma in realtà poi lo sono).
Se getti qualcosa non puoi aspettarti che la persona che ti sta di fronte se ne vada a casa, e così inizi una guerra, guerra tra poveri, con la certezza che chiunque la vinca, quella guerra del cazzo, comunque l’ha perduta, l’ha perduta perché quella protesta non e più pacifica, la perduta perché chi la combatte, (e non vuole) ha uno stipendio da fame, la perduta perché soprattutto non c’è più una democrazia, tu l’hai sconfitta con una manciata di sassi! Si la democrazia che è la base portante nel nostro paese, un paese che si e rialzato da una guerra mondiale ed ha detto: “basta non vi vogliamo più!” ora basta: “ vogliamo la democrazia, votiamo, una persona un voto” ed ora, ora che tu puoi scegliere per quel chi cazzo vuoi, non rispetti le idee degli altri? Forse, non siamo pronti ancora, dobbiamo tornare alla dittatura o alla monarchia, così poi quando avremo veramente perso la libertà che abbiamo, allora, solo allora la rimpiangeremo e sarà troppo tardi.
Ricordati se usi la forza, c’è sempre qualcuno più forte di te!
C.M.
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Post n°288 pubblicato il 13 Dicembre 2010 da claudiomoraldi
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Post n°287 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da claudiomoraldi
ORA, MARIO! (Grazie di tutto)
Sei stato sgradito ai più, Italiano comune!
Magnificenza e decoro, cornice d’autunno.
Descrivevi uomini deteriorati, nei loro soliti vizi, nelle loro scarse virtù.
Dimenticato dal tempo, il ricordo degli anni in cui fosti reduce, di altri valori.
Ora soltanto ricordi lontani!
Vissuti soltanto in pellicole antiche ed attuali, per tutti!
Italiani che vissero le età di ieri!
Ricordano bene, un lampo improvviso, di umiltà e genio, mescolati in un film che vive per sempre!
Adesso il ricordo dei molti colti, si accende, ed interessa un Italia non da te raccontata che ti aveva dimenticato ed improvvisamente, ora ti scopre!
Claudio MORALDI |
Post n°286 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da claudiomoraldi
AMICI SUOI
Cara Conchita, ciao, sono il Monicelli, sono l’anima de li mortacci tua, sono il Mario, quello hai evocato nel tuo editoriale sull’Unità che hai titolato «Caro Mario» per scassarmi i coglioni - scusami – anche da morto: sono qui in Purgatorio che sbrigo scartoffie (stavo per entrare in Paradiso, ma la Binetti e la Roccella hanno fatto ricorso) e voglio dirti che no, ascolta, la devi piantare di associarmi a ’sti giovinastri che occupano stazioni e autostrade spaccano vetrine e rovesciano autoblindi, tu non l’hai letta la mia ultima intervista che ho rilasciato per il libro «Gioventù sprecata» nel giugno scorso: dico che oggi i giovani sono «disinteressati a tutto, gran mammoni viziati, isolati, adagiati sul consumismo, senza interessi, senza il coraggio di dire niente, incapaci di avere qualcosa da dire in contrasto con gli altri». a me che di sinistra lo fui davvero, a me che Benigni mi sta qua, a me che sdoganai l’Alberto Sordi che voi morettiani avete snobbato esattamente come Totò e Pietro Germi, a me che già nel ’77 vi spiegai tutto di quel «Borghese piccolo piccolo» che non vi votava e non vi vota, a me che l’odiato maschilismo l’ho fatto trionfare in «Amici miei», a me che devo pure leggermi i tuoi editoriali, adesso, in cui spieghi che terapia tapioco come se fosse Antani. A me: che io so’ io, e voi nun siete un cazzo.
Filippo FACCI |
Post n°285 pubblicato il 23 Novembre 2010 da claudiomoraldi
RIMBALZANO SONORE
Battono sull’asfalto lucido, suoni ritmici della strada, infrangendosi nell’acqua sporca, che gorgoglia e muore intasando le fogne.
I rumori d’acciaio dei tubi di scarico di macchine nuove, si mescolano insieme a profumi di pulito e sapori di benzina e candeggina a buon mercato e un qualcosa, di metallico striato di viola, che ci prende alla gola, lentamente.
Luci tenui, miopi, in questo mattino fresco e umido.
Dove si vede gente indaffarata, veloce e schiva, persa nella vita, perduta nel tempo.
Concentricità si spandono a terra, rimbalzando sonore, su questo mondo di rumori, affievoliti dalla pioggia.
Claudio MORALDI |
Post n°284 pubblicato il 19 Novembre 2010 da claudiomoraldi
OSCURITA’ IMPROVVISE
Labirinti isterici, in case senza tempo.
Dove si creano stanchi uomini e infelicità perenni!
Vive la rassegnazione, in questi luoghi, mista, alla voglia di fuggire.
La vita appare, più pesante e meno colorata di quanto si credeva.
Le illusioni di bambino, svaniscono, in una solida nebbia, portata dalla notte umida.
E un giorno di beltà, vive per anni nel ricordo e in qualche lacrima di rimpianto.
Oramai si convive col malessere dei momenti bui, affiancato come un’ombra nera, come un corvo affamato, che ci mangia nel piatto.
Lasciandoci però, stranamente sazi, ma mai soddisfatti, aspettando frementi il prossimo pasto.
E nelle trasparenze di un giorno uggioso, triste e malinconico…
Si muore realmente, nelle sere d’inverno, solitarie, senza sole, oscurate d’improvviso.
Claudio MORALDI
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Post n°283 pubblicato il 18 Novembre 2010 da claudiomoraldi
TRISTEZZA STANCA
Semini la discordia, ner mezzo de la sera, quanno, che la tristezza, te vie’ pe fa paura!
So, Soli oscurati ar giorno, l’occhi tui: poveri, tristi, umidi e rancorosi.
In cerca de ‘n responsabile, che te cormi, ‘st’incertezza dentro, e, te liberi da st’oppressione, de la paura de ‘n antro mattino fresco! ‘n cominciante cor nervosismo.
Piandose le corpe, d’ un triste malanno strano,
E che te levi, la rabbia, pe pochi e gioiosi attimi, de tempo ‘ncommensurabile, che poi, torneranno forti, rimanenno vivi pe tutto er giorno!
Li sogni dell’incoscienza, se ‘nfrangono ne la verità de ora.
E dove quarc’uno Vede er la gioia e er bello, tu te lanci ‘n un pianto, silenzioso e solo.
Strilli, schiamazzi e urli, la furia te da er coraggio, d’avecce st’insicurezza che quasi t’ammazza dentro, e insieme…. m’ ammazza a me…!
E ce fa più tristi a tutti E tanto più incazzati, de quanto, nun eravamo prima!
Claudio MORALDI |
Post n°282 pubblicato il 10 Novembre 2010 da claudiomoraldi
ALBERI AL SOLE
Punte di alberi feriti da poca terra arida, che spinge, per venir fuori, dalla sua condizione primaria!
E senza fiato si suicida, al sole tiepido di un Novembre inoltrato, aprendo spacchi tutt’intorno a lei, creandone zolle aride e sterili.
Nei pochi spicchi di verde rimanente, ormai annaffiato dal pianto, di lacrime rassegante, d’umanità sincera, intensa e disperata….
Si crea il sereno e calmo giorno di domani, intorno a questi pianti, che vogliono tempeste limpide e piogge grosse.
In questa estate Novembrina, che rischia di portarci alla deriva.
Claudio MORALDI |
Post n°281 pubblicato il 08 Novembre 2010 da claudiomoraldi
ER CANCELLONE
Zio Michele, sette versioni, cinquanta cinte e ‘n capello solo!
Un cancellone a coprì tutto come ‘n tappo.
Un misto de curiosità e d’orore, pe’ na rigazzina, che nun c’ha più voce!
Ma avrà gridato fino in fonno, ‘n un lamento sordo, sicuramente atroce.
Fatto de sconcerto, fatto de spietatezza, che nemmeno pe ‘na bestia…
E sopra quel’apparenza, de persona rispettata,
Se nasconne un vecchio, sotto a ‘n cappello verde,
De ‘na famia stragnera che s’apella sur fatto,
de confonne la questura, e de suscita, un sentimento de confusione, (e nun rancore,) scandito, ora pe’ ora sui vorti, de la gente ingara.
Che se ’mpiccia, si, ma pe sua natura!
Dar tronde, l’omo e omo, da quanno io nun c’ero!
Ma la curiosità oramai, sconfina nell’orore dun sapere tutto, sempre e subito, eppure il nun ‘ndispensabile, e superfluamente, s’aspetta un giudizio oramai, sicuramente, duro!
Pegli erori, responsabili de st’omicidio, 'nfame.
Claudio MORALDI |
Post n°280 pubblicato il 08 Novembre 2010 da claudiomoraldi
Le persone e la MORTE
Guardo distrattamente nelle auto ferme, persone stanche, in attesa…
facce di anime macchiate dal tempo, si mostrano nei vetri sporchi, di una piaggia che distorce e radica.
la strada, è un pantano nero, di detriti e vento e resti di gente imperfetta.
Nel divenire sera, di un giorno, buio e lento e solitario.
Cocci di cuore duro, si distruggono in case vuote, di sapori leggeri e profumi pesanti.
Dove una punta nera, ti spacca gli occhi, arrivando al cuore, col suo inchiostro sottile.
Macchiandoti silenzioso, piangi le ultime lacrime serie.
Sapendo che non potrai dire di più!
Claudio MORALDI
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Post n°279 pubblicato il 04 Novembre 2010 da claudiomoraldi
VERMI NEL BUIO
Vermi, nei muri marci, di queste case vecchie.
Passeggiando vedo un antico squallore, protratto nel tempo, in vecchi e grondanti, angoli tristi.
Paese di mille bandiere, e di tanti proclami, ma sempre le stesse persone e i soliti visi!
Di facce invecchiate, oramai consuete, abituate e abituali, a non essere risolutivi.
Paese vivo, che pulsi tropo forte, collassi e soffochi, sotto il peso reale, di anni e di gente, che aggrappandosi a te, ti strangola piano.
E cinicamente, ti lascia morire, per andare in vacanza, con automobili nuove, pagate due lire.
Visi scomodi di gente vecchia, visi piangenti, di nuovi poveri, visi che non sono contenti, ma continuano a vivere, chi chiassosamente, chi afflitto, dal tempo in cui siamo capitati.
In questo buio che finirà, ….prima o poi.
Claudio MORALDI |
Post n°278 pubblicato il 03 Novembre 2010 da claudiomoraldi
EPPUR SI MUOVE
Siamo soli, su queste scale e in queste strade orfane, in questi vicoli affilati di pregiudizi sterili.
Sicuri e semplici solamente noi per sempre.
Sicuri, insopportabili e tristemente veri.
Sappiamo di essere resti di persone ormai sconosciute, silenziose e nostalgiche, piangenti il tempo di ieri.
In un presente che sanguina, dove il futuro è sbarrato da lamine d’acciaio e cartone, che arrugginisce e ammuffisce lento.
Il rosso e il verde, sono i colori primari, di un poi degradato e vecchio.
Esistono miniere al sole, di felicità possibili.
E leoni vegetariani, che ridono del tempo amando spropositatamente i fulmini.
In questo tempo di avvoltoi rapaci, in cerca di sangue, come vampiri esotici.
Descriviamo cerchi, rimanendo fermi immobili.
Contando su qualcosa d’inaspettato che ci aiuti, a rimetterci in marcia e riprendere fiato.
Claudio MORALDI |