Creato da FlamineFurrinale il 12/01/2015

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Psicanalisi e psicanalisti

Post n°16 pubblicato il 17 Agosto 2015 da FlamineFurrinale


Qualcuno, nella veste delle istituzioni, ha pensato di fare sottrarre il figlio appena nato alla rispettiva madre, colpevole di avere menomato il volto di un uomo con l'acido: atto gravissimo, indubbiamente, quello commesso dalla donna in questione, ma mi domando, e vorreri chiedere alla psicanalista Simonetta Bonfiglio, che afferma "se la madre provasse empatia autentica, e cioè fosse in grado di pensare ai bisogni del figlio invece che ai propri, sarebbe lei stessa a chiedere l'adottabilità immediata", cosa pensi, invece, di quelle "madri" che, col benestare di quelle stesse istituzioni, decidono di abortire il bambino nel loro ventre per poi tornare a fare le madri dei figli già presenti, oppure di quelli che successivamente potrebbero "ripresentarsi" per mutate condizioni economiche, per esempio, o per altri cento, duecento, trecento motivi? Ai bambini abortiti non si riconosce alcun "bisogno" da anteporre a quello della madre? Per i bambini che soltanto perché stanno ancora nella pancia non c'é uno psicanalista che li sostenga e li difenda e li proponga come adottabili da altri genitori? Quale "empatia autentica" riesce a rilevare la psicanalista Bonfiglio nelle madri "abortiste"?
Per casi del genere mi pento di non avere studiato "psicanalisi degli psicanalisti".


Sono invece molto più propenso ad accettare la seguente posizione di un altro professionista del settore - vedi l'articolo da cui ho preso lo spunto - http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_agosto_14/nato-achille-figlio-martina-alex-coppia-diabolica-dell-acido-cb18a090-428a-11e5-ab47-312038e9e7e2.shtml?refresh_ce-cp - che sostiene che "Nel valutare la competenza e la responsabilità genitoriale, non ci si dovrebbe basare troppo sulle anomalie della condotta sociale. Capita di vedere donne con elevato tasso di sociopatia che con il figlio piccolo dimostrano una capacità di accudimento anche maggiore rispetto a mamme dalla condotta irreprensibile".

Se volessimo valutare il grado di affidabilità di tutte le madri esistenti oggi, col metodo della signora Bonfiglio, quante di queste potrebbero continuare a farlo?

Lo ammetto, sono sbigottito.

 

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Commenti al Post:
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 17/08/15 alle 22:59 via WEB
Ma la patente gliel'hanno ritirata?
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 18/08/15 alle 21:23 via WEB
Forse dovrebbero, vista la quantità di acido contenuto nella batteria della macchina. :)
 
   
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 19/08/15 alle 22:37 via WEB
E gli spacciatori di acido?
La fanno franca?
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 23/08/15 alle 18:04 via WEB
Dovresti provare a chiederlo al questore.
 
     
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 31/08/15 alle 22:05 via WEB
Il questore a quest'ora in questura non c'è.
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 04/09/15 alle 19:17 via WEB
Alle 22.05 può capitare: riprova in orario d'ufficio.
 
RavvedutiIn2
RavvedutiIn2 il 19/08/15 alle 14:02 via WEB
In gran parte condivido ciò che scrivi , articolo compreso . O per meglio dire condivido le sue basi . Pensiamo alle madri infanticide , pensiamo invece alle madri assassine di persone non appartenenti alla propria famiglia ma al tempo stesso ottime madri . Quella che tu poni è una domanda difficilissima , non vorrei trovarmi nei panni di colui o colei che deve decidere . Secondo me è tutto soggettivo nel senso che ciascuno dei componenti dei due gruppi principali potrebbe benissimo ritrovarsi nell'altro gruppo , cioè essere buona madre ma sociopatica o il contrario . A me personalmente quel che è stato fatto alla Levato è parsa quasi una vendetta , però c'è da dire che sul volto della suddetta e anche su quello del suo complice non si è mai visto alcun pentimento , se non anzi una sorta di tronfia espressione di vittoria . Spero di spiegarmi . Non hanno mai chiesto scusa alla vittima e alla sua famiglia , e questo aggiunge dramma al dramma . Anche se pentimento e maturazione dei propri atti arrivano , a volte , col tempo . Se il figlio dovesse essere affidato a terzi , si spera solo che non conosca la verità prima di una età in cui riesca ad accettarla . Che non la conosca mai , no , non sarebbe giusto neanche questo . E' una domanda difficile quella che tu poni e so di non aver fornito una risposta adeguata : resto col dubbio . Ciao
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 23/08/15 alle 16:59 via WEB
Credo che il punto della questione sia proprio pensare di potere stabilire che quella donna non sia in grado, visto il crimine, di svolgere il ruolo di madre in maniera attendibile: chi può sostenerlo a priori? Semmai, una decisione del genere potrebbe essere presa nel momento in cui si verificassero eventi tali da giustificarne l'attuabilità.
Come tu ben dici, spesso il ravvedimento può giungere col tempo, perciò, secondo la logica della psicanalista, a quella donna dovrebbe essere tolta, per il momento, la "patente" di madre fino alla futura maturazione, da valutare chissà secondo quali criteri.
Sono convinto anch'io che la sottrazione di quel neonato sia un atto di vendetta, dettato chissà da quale "sottile analisi": aggiungiamo all'elenco di "madri" assassine e di quelle abortiste, un certo numero di altre che non esitano ad imbracciare armi da guerra per combattere non si sa mai bene quale nemico - non raramente più o meno inventato - o pilotare aerei dai quali sganciare arsenali di bombe su altre madri, padri, nonni, e figli di altre madri forse molto migliori di loro. Ritengo che una distinzione fondamentale sia necessaria ragionando di queste cose: sono d'accordo con l'idea che sostiene che una madre non possa uccidere un proprio figlio, mentre una donna si; per conseguente logica, una madre non dovrebbe essere in grado di uccidere in assoluto nessuno mentre, ancora, una donna si. In questo momento non ricordo chi disse che mentre esisteranno madri che uccidono, il mondo non potrà mai meravigliarsi che esistano figli che fanno la guerra. Perciò, ribadisco che quella decisione mi sembra una semplice vendetta: una sentenza fatta espiare ad un'unica persona per colpe sociali contro le quali non si ha il coraggio di alzare la voce come converrebbe.
Grazie. :)
 
gaza64
gaza64 il 19/08/15 alle 22:21 via WEB
Riguardo all'aborto non riesco proprio a pronunciarmi, soprattutto a livello etico e a prescindere dalla posizione cattolica che, come sai, non condivido.
Riguardo al fatto di cronaca di cui parli, credo che, laddove esistano prove lampanti di un disagio come quello di cui si tratta, il legislatore non possa assolutamente esimersi dal prendere i dovuti provvedimenti.
Diverso è il discorso che riguarda situazioni simili o addirittura peggiori che, al contrario, non sono divenute pubbliche il più delle volte per una forma di omertà di familiari e/o conoscenti di donne, o uomini, implicati in atti di violenza fisica o psicologica a danno dei propri figli.
La coscienza di ognuno di noi dovrebbe essere il metro esatto con cui stabilire ogni forma di relazione e comportamento: laddove manchi, è indispensabile che venga sopperita da altri sulla base di ideologie quantomeno coerenti.
Chi rifiuta l'aborto nonché ogni forma di contraccezione, a mio avviso dovrebbe agire secondo il principio che pretende di professare e diffondere e non, come nel caso dei religiosi, praticando la forma più estrema di controllo delle nascite com'è la castità.
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 23/08/15 alle 17:57 via WEB
Il punto della questione credo sia proprio ciò che il legislatore in questo caso sta facendo, ossia sta decidendo a priori che quella persona non sarà in grado di svolgere il ruolo di madre: ne siamo sicuri? Credo che un provvedimento del genere potrebbe, al limite, trovare giustificazione, forse, nell'ambito di una società molto più "evoluta" della nostra, molto meno contraddittoria, molto meno paradossale per i motivi cui mi riferisco nel post, come anche nella mia risposta alle considerazioni dell'amico RavvedutiIn2. Ritengo che a una madre dovrebbe essere tolto il figlio nel momento in cui si mostrasse inadeguata ad accudirlo ed allevarlo: che sia giusto fare il processo alle "intenzioni" non lo credo.
Personalmente non ho dubbi sul fatto che un aborto corrisponda ad un omicidio, come non ho dubbi sul fatto che molte posizioni "ufficiali" cattoliche vadano riviste per la loro inadeguatezza morale, non rispetto alla cultura contemporanea, ma dal punto di vista puramente storico: particolari indicazioni in questo senso stanno arrivando quotidianamente dalle decisioni e dal comportamento dell'attuale Papa.
Grazie, Gabri.
 
lettorecauto
lettorecauto il 02/09/15 alle 23:18 via WEB
Condivido, perchè vero, l'ultimo tuo commento. Non è detto sia una madre peggiore (o migliore) di tante altre. E avendo letto anch'io settimane fa la intervista a Bonfiglio, pensai che era farcita di scemenze (peraltro da scienziato credo la psicanalisi sia una scemenza, ma ho un amico psicanalista che tutto è meno che scemo o matto, anzi). Rimane che trovo giusto che la signora stia in galera e che il figlio NON stia in galera.
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 04/09/15 alle 19:14 via WEB
Sono anch'io dell'idea che la madre debba scontare la pena che si merita.
Il bambino dovrebbe crescere in presenza della madre, in locali adeguatamente attrezzati, dalle sembianze di un'abitazione normale, e con un appoggio esterno al carcere (una famiglia di parenti o persone scelte).
Purtroppo, qui in Italia certe cose appaiono come lussi insostenibili.
Ciao, scienziato. :)
 
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