AllePorteDel Sole
Bisogna chiamare Mistero soltanto ciò che fa ritenere che qualcuno mantenga qualcosa allo stato di segreto, − rifiuto di dire, di spiegare, di rivelare −. Ma non bisogna designare con questo nome quel che è nascosto soltanto perché manchiamo dei mezzi per conoscerlo o concepirlo − la luce, e quel che essa mostra, non è un mistero per il nato cieco.
PERLE DI SAGGEZZA
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Rappresentazione artistica di un lampo di raggi gamma (fonte: NASA/Swift/Cruz deWilde)
Rivelati i misteri del 'mostro' cosmico, il potente e vicino lampo di raggi gamma registrato il 27 aprile 2013, avvenuto alla distanza di 3,8 miliardi di anni luce e che ha 'brillato' per oltre 20 ore.
L'enorme mole di dati raccolta viene presentata in quattro articoli pubblicati sulle riviste Science e The Astrophysical Journal, ai quali hanno collaborato numerosi ricercatori italiani, in particolare dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Il lampo gamma si chiama Grb 130427A ed è stato uno dei più vicini, lunghi e potenti fenomeni di questo tipo mai osservati. Fenomeni come questo si devono all'enorme quantità di energia rilasciata dall'esplosione di grandi stelle al termine della loro vita. Sono fenomeni relativamente rari e difficili da osservare, ma che i satelliti e i telescopi basati a Terra questa volta ha avuto modo di seguire approfonditamente. Fra i satelliti che hanno fornito i dati ci sono Fermi, Swift e NuStar, nei quali l'Italia gioca un ruolo importante e partecipa con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Inaf.
''Abbiamo subito capito che si trattava di un evento straordinario'', ha detto Giancarlo Cusumano, dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell'Inaf (Inaf-Iasf) di Palermo. ''Nei giorni successivi all'evento - ha aggiunto - abbiamo dedicato tutto il nostro tempo all'analisi dei dati. L'intensità dell'evento è stata tale da permetterci uno studio eccezionalmente dettagliato della sua emissione nei raggi X, come mai fino ad ora era stato possibile''.
Per Patrizia Caraveo, dell'Inaf-Iasf di Milano, ''l'eccezionale brillantezza dell'evento, unita alla quantità e qualità dei dati raccolti dai diversi osservatori, ha permesso di mettere alla prova le teorie proposte per spiegare questi lampi di emissione, dimostrando che nessuna è in grado di spiegare tutti i dettagli che sono stati osservati''.
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