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Alda Merini ad una domanda: Come vede il futuro del mondo?

Post n°6736 pubblicato il 04 Luglio 2018 da manu78_it

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Rispondeva:
Alla mia età cosa vuole che le dica..sono alla fine. Il mondo sta precipitando, credo sia... in mano a forze demoniache, denaro, vizi, droga, consumo dell’amore come fosse carta straccia, l’amore vero fa gelare il sangue e invece oggi viene consumato in fretta senza sentirne il sapore. Ai miei tempi c’era la guerra, la povertà, ma non siamo morti, eravamo in un certo senso felici, si ubbidiva al padre, alla madre..oggi i genitori sembrano assatanati, vogliono i loro figli al potere, alla gloria e alla fine li rovinano.

Commenti al Post:
alex_it_ab1
alex_it_ab1 il 04/07/18 alle 11:08 via WEB
una grande e autentica donna. Amo le sue poesie. Grazie per averla ricordata qui..intensa,feroce e appassionata...
 
mimma_serena
mimma_serena il 04/07/18 alle 11:14 via WEB
Ho letto "L' altra verità. Diario di una diversa"...Un libro che permette di conoscere l'intimità degli anni più duri di una delle più amate poetesse italiane. Crudo e diretto rispecchia in tutte le sue parti la personalità della Merini... Grande!!
 
 
camile73_cb
camile73_cb il 04/07/18 alle 11:30 via WEB
Mimma!!!...A prescindere dall'orrore sulla realtà del manicomio di cui Alda scrive nel suo incomparabile stile...che bel libro!! Io lo consiglierei a tutti non solo per prendere atto di quanto avveniva in quei posti terribili, ma soprattutto per notare come la Merini riesca a trovare l'amore in ogni cosa, sublimando qualsiasi esperienza nel suo magnifico mondo.
 
angela.lv
angela.lv il 04/07/18 alle 11:32 via WEB
Ho trovato il libro di grande profondità. Sì legge facilmente e mostra aspetti della realtà sconosciuti o meglio da non rivelare. Sì, il manicomio è un inferno e la Merini non è mai arrivata al Paradiso!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Laura il 04/07/18 alle 11:34 via WEB
Conoscevo poco della storia personale della grandissima Alda Merini. Questo libro apre una finestra sul suo mondo, sull'Italia di quei tempi (che però, possiamo vedere riflessa anche ora) e sul suo modo di sentire e vivere la vita. Toccante..
 
agnese_740
agnese_740 il 04/07/18 alle 11:37 via WEB
Chi già conosce la mano poetica di quest'immortale poetessa, non può mancare di conoscere gli odori, le sensazioni e le riflessioni di una Merini vittima della società e di se stessa... poesia pura anche questo diario graffiante e doloroso.
 
cesi_80
cesi_80 il 04/07/18 alle 11:43 via WEB
Non spetta a me giudicare le capacità di resa di una Scrittrice quale Alda Merini, ma il libro colpisce sia per l'efficacia con cui vengono narrati alcuni eventi, sia per la crudezza di taluni particolari. Un po' troppo ripetitivo in alcuni punti, se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo (d'altra parte credo che l'idea direttrice dell'opera sia quella di comunicare con immediatezza quanto la scrittrice ha vissuto, ivi compreso il flusso di ricordi che la reclusione in manicomio ha lasciato in lei). Una lettura adatta a chi vuole conoscere l'altra faccia della medaglia dell'atto di etichettare con "matto" una persona che accusa un disagio; alcuni particolari potrebbero risultare scabrosi per persone sensibili, ma contestualizzati riacquistano il loro significato e vengono contestualmente ridimensionati.
 
anitadil_it
anitadil_it il 04/07/18 alle 11:50 via WEB
Incalzante, prorompente, la violenza delle istituzioni, l'impossibilità di difendersi, inerme umanità. Ma la forza della vita che trova costruisce e vive un infinito di salvezza, dove nessuno può entrare e violentare l'anima di Alda Merini.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
sonodipassaggio il 04/07/18 alle 11:56 via WEB
Viene ricordata non solo per l'eredità poetica che ci ha lasciato, ma anche per aver vissuto esperienza dei manicomi in quanto affetta da una malattia mentale chiamato disturbo bipolare. Nel libro vengono raccontati con lucidità, ma anche con grande intensità emotiva, i dieci anni trascorsi nel manicomio milanese. Ho letto il libro nel lontano 2007, l'ho comprato per caso ma, come spesso accade, è stato un colpo di fulmine, mi sono subito appassionata alla sua storia. Qualche settimana fa mi è ricapitato tra le mani e l'ho riletto. Ricordavo la scorrevolezza della lettura, si legge con facilità e con la stessa facilità ci si immerge emotivamente nei racconti descritti. Pur a distanza di tempo, ho saputo apprezzarne la lettura con maggiore maturità, in quanto il libro è ricco di spunti di riflessione molto forti. Già il titolo esprime un profondo concetto di sofferenza, sensazione confermata quando si arriva alla fine del libro. In diversi momenti della narrazione, la poetessa denuncia chiaramente le atroci modalità "mediche" o pseudo tali dell'epoca, legalmente riconosciute. Nel complesso, il libro appare come una sequenza di ricordi di luoghi, odori, volti, vere e proprie torture subite (come l'elettroshock), racconta con tenerezza l'amore per Pierre, un internato del reparto maschile, infatti la seconda parte del libro riporta le lettere d'amore a lui dedicate.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Angelica il 04/07/18 alle 12:31 via WEB
la poesia è solo un mezzo per far parlare l'animo umano. appare sorprendente ma forse è "normale" che questa poesia scorra come vita anche in un ospedale psichiatrico. non ci pensiamo mai!!!
 
speedy.72
speedy.72 il 04/07/18 alle 14:19 via WEB
E' il paradosso tra due realtà diverse: prima si "guardava" la vita con umiltà dal basso verso l'alto, ora con presunzione e il più delle volte con strafottenza dall'alto verso il basso... alla fine si salva chi sta con i piedi per terra e affronta il tutto con buoni valori e senso costruttivo...
 
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