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SOLITUDINE : da molti è cercata da altri è demonizzata....

Post n°53 pubblicato il 10 Marzo 2008 da giulia_770.it
 

 

la solitudine non può essere considerato un fattore penalizzanLa solitudinete.

 

Questa frase stupirà molti, ma l'analisi che condurremo vuole proprio mostrare che se l'assenza di solitudine è un fattore facilitante, la solitudine non è una condizione necessariamente negativa. Per analogia, se la richezzA è facilitante, la non ricchezza (che necessariamente non vuol dire povertà) non è penalizzante, mentre può esserlo la povertà estrema.

In altri termini, è la gestione della solitudine che può portare a una condizione negativa dell'esistenza e tale gestione è critica in alcune personalità.

 
Rispondi al commento:
giulia_770.it
giulia_770.it il 10/03/08 alle 19:58 via WEB
Chiudo cosi questo argomento e pens0 a una mia cara amica, devo a lei a certe riflessioni grazie! Nessuno ama la solitudine. Però se voluta può essere un momento di raccoglimento, di riflessione, di parlare a sè stessi...... in poche parole, di ritrovarsi. In questi casi anche passeggiare da soli in un viale alberato stimola il pensiero e si percepisce anche la musicalità di alcuni rumori della natura, come ad esempio il frusciare delle foglie sospinte dal vento.Anche il ritmo cadenzato della pioggia è musica, ed il suo ticchettare sui vetri, anche se a volte ingenera tristezza, aiuta a ritrovarsi ed a riflettere, come se avessimo messo un disco di dolcissima musica in sottofondo.Mentre lavoro mi capita spesso di osservare le persone, a volte sembrano tante schegge impazzite che corrono, corrono e non si mai dove vadano, forse non lo sanno neppure loro...... corrono, si sfiorano e nemmeno si accorgono di quanto gli accade intorno. La zingarella al semaforo, la vecchietta che accompagnata dal suo bastone attraversa la strada, il barbone adagiato su un cartone che dorme e Noi..Noi in mezzo a questo soli.Non vediamo e non siamo visti come fossimo quasi dei fantasmi. A volte invidio la vita tranquilla di alcuni paesini, dove si conoscono tutti e incontrandosi per strada ci si saluta e magari si scambia quattro chiacchiere, i vecchietti si riuniscono in piazza per giocare a carte ed i ragazzi giocano per strada senza dover avere paura di essere travolti. Nelle città più grandi abbiamo creato delle vere e proprie gabbie di matti insensibili, dove le persone non sono tali ma sono solo dei numeri.Non so se questo sia il progresso, ma temo che se non torneremo ad essere più disponibili verso gli altri, pensando che i loro bisogni ed i loro problemi prima o poi saranno anche i nostri, saremo destinati ad avere una vita piena di macchine e vuota di umanità
 
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