A R T E

Lo già detto più volte a Giulia ma evidentemente non è servito a moto e ne prendo atto. Io riuscivo a comunicare anche da Baghdad, nel 2003 in mezzo a una guerra, tutti i giorni con Milano. Almeno un "ciao, sono vivo" riuscivo a dirlo e senza togliere nulla al tempo e alla qualità del mio lavoro (che fratto le poche ore di sonno era praticamente continuativo) e vi assicuro non sono Superman, lei, ma quanto pare anche chi li circonda no. Il lavoro è importante, ma così facendo l'unico che sarà poi felice e questo tale Spotti, che evidentemente non è uno che si fa molti scrupoli. Io posso vivere a prescindere, ma il modo di fare non mi piace per nulla. Gli anni passano e poi uno/a alla fine deve fare i conti con se stesso/a, artista o no.