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Benvenuti........
Nella certezza più limpida, aspettatevi sempre l’impossibile…….è un’eventualità “possibile” e spesso prevedibile, se si pensa al tutto in modo più ampio.
Se siete certi di una cosa, fate più domande a voi stessi che agli altri.
Non chiedetevi dove avete sbagliato, dove avete fallito, dove avete avuto ragione, chiedetevi solo il perché non siete potuti andare oltre e come fare per rimediarvi.
Ripartite appena il motore è pronto, controllate le gomme e le luci, non possiamo perderci nel tempo, e le strade da percorrere hanno ottimi orizzonti.
In ogni caso orizzonti nuovi.
Che tutto il male, non venga per nuocere mai……mai.
legge
DIRITTI D'AUTORE
I racconti e le poesie, le foto delle mie opere, riferite sia a quadri che oggettistica, pubblicate in questo blog, fanno parte della mia produzione letteraria, intellettuale e creativa, ai sensi e per gli effetti dell'art.2575 e legge n. 633/1941 c.c., sono di PROPRIETA' RISERVATA DELL'AUTORE.
E' VIETATO, PERTANTO L'UTILIZZO SENZA IL CONSENSO DELL'AUTORE.
L’USURPAZIONE DELLA PATERNITA’ DEI TESTI NONCHE' DELLE OPERE D'ARTE O LA RIPRODUZIONE DELLE STESSE, E' PERSEGUIBILE A NORMA DI LEGGE.
Le immagini ove non espressamente dichiarato, sono reperite nel Web, quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo all'autore di questo blog, che provvederà prontamente alla rimozione del materiale utilizzato.
Per quanto riguarda testi, canzoni, poesie e parole di altri autori è sempre riportata la citazione.
Birra rovesciata agli angoli di strada, come i lampioni arrugginiti m’immobilizzo a sputare sulle stelle…la sindrome dei desideri accartocciata come carta per essere esclusa, buttata, calciata…quindi un altro sorso di tristezza, mentre macchine solitarie assordano ogni pensiero…quel dolce vento fresco pieno di smog mi rilassa e piego le ciglia a guardare l’alto…il cielo firmato nel firmamento graffiato d’azzurro ancora per qualche istante… l’attimo, il secondo..la strana attesa….. (poi) la sera, controluce nel diaframma che chiamo cuore, bianconero rumoroso, lingua che approda gonfia al porto delle mie parole, che sono tante e confuse confusamente ordinate nel rispetto della perfezione innata dell’universo…e allora ti chiedi se il vuoto è a perdere, se perdere è come vincere ma sul gradino più basso del podio…quel po’(Dio) che serve a reagire, reggendo travi che sorreggono tetti…le poesie allegre dell’alcol, inaffiate di buon vino rosso..il ghiaccio dell’inverno mi manca a raffreddar istinti che di primordiale non concepiscono urla. |
Rimango storto davanti al crepuscolo, che stasera disattento, ricorda la curva di un cucchiaio…sereno a tratti, vuoto di colore, ritorno spasmodico di ombre nascoste…parole nel limite del fumo di questa sigaretta che nel filtro arresta profumi, che del mielato vento non commemorano la freschezza… Il ramo in controluce, la fragranza delle prime stelle, il rumore dell’asfalto, il sudore che scivola lento sulla schiena che regge ogni discrepanza…il volare leggero dei passeri, che delle ali omettono la leggerezza… Cosa nascondono i miei occhi se nel guadare le nubi mi racchiudo nel ricordo della stagione delle pioggie…quando tutto era pozzanghere, quando respirare appena bastava per far volare le farfalle…quando la bocca leccava lingue di viaggi ed orizzonti mai visti… Sorrisi scoscesi di baratri memori…coperte risvoltate di bianco candore, cervello che sviluppa, ruggiti ingabbiati di fiere affamate, cani con l’osso in fauci, morsi moribondi di sogni afflitti…caos redento, diagonali nelle parallele dello stupefare, stupidi cavalieri mancini, mano che scrive sull’oblio denigrante del fato…….e se tutto fosse il contrario del contrariare?. Annego nello sciupio di una vita, se fossi stato…se fossi stato?. Buonanotte alla notte buona. |
Il cerchio si stringe nell’ipotetica circonferenza del tutto, accordando polverosi rintocchi d’arancio per il tramonto che è solo alba che celebra il tramonto che ricerca angoscioso l’alba…un susseguirsi di seguirsi o meglio inseguirsi per distaccarsi dal tutto… si colma gaudente l’ultimo bicchiere vetroso appoggiato sul bordo della ringhiera, che di ruggine non ne vuole sapere. (ma sa) Distaccato dal tutto e dal susseguirsi delle onde di questo mare che rinnegano violente la loro triste sapidità, mi ritrovo nell’immenso vuoto che rigenera la fantasia, come se tutte le rondini apparissero in volo all’improvviso, come l’improvvisato battito d’ali che spicca e guizza dal mio cuore, come la curva che precede il rettilineo, come la ruota che lascia il solco, come il solco che traccia la nuova semina… … il contadino ama ciò che verrà… Tutto è limitato entro il limite di un tronco che germoglia a primavera, come se accettare nuovi pianti fosse facile, remissivo, rassicurante…come se il frutto disonesto che conosciamo, si mostrasse di nuovo sguardo nel guardare il possedersi di un orizzonte rimanere solo confine e non ostacolo… ma il guerriero che balza la paura attinge dal coraggio ogni flebile illusione, sputando sulla terra infiammata piccoli particolari che differenziano dall’eccezioni… ritorno bambino nell’otre della madre…che osserva ma non conserva…che perdona ma non risparmia, che parla ma non sibila silente il segreto degli astri che si gramolano nelle volte delle nuvole. Bisbigliar segreto a notti e ombre, rimaner ombra per candele chiuse, rifiutar offerte che di oro hanno solo lo sfavillare... … lumache lente nella lentezza della loro bava, il pescator che insegna l’esca al pesce, contrario e uguale, la contesa si rinnova nuova all’anima che non affoga ma impara. Essere qualcuno nell’essere nessuno, lasciare un gesto che diventa segno, perfezionare la tolleranza dell’anonimo che nel buco si ostina a occultarsi e la sua espressione ricorda una lacrima su gote represse rigate di tristezza, come la sabbia che di mattino si bagna di speranze, come la nota che accorda lo strumento, come la farina che precorre il pane, come il primogenito che diventa concreto, come la pazzia che si include nel genio, come la purezza che scivola dal candore, come il chiodo che doloroso ferma il polso sulla croce, come la croce che accoglie sangue e coaguli d’introspezione…muta e sbraitante l’agonia si ripete, ripetendo la storia che diventa l’attualità del progredire. Riassettare il tempo perduto che chiamano passato, presentarsi con sembianze nuove, rinnovare le primizie che riposano nelle rughe eccentriche degli sguardi e confermare il tutto, riposando quando è sera se la sera contempla la possibile luce che intuisce lo spiraglio. Questa è la poesia perfetta…che si muove nel cervello e si svincola variabile nelle mie parole. Fine , finale…fremito. |
Tornare a casa distratto solo dal bagliore di un crepuscolo, un treno che passa e non si ferma, la noia che costeggia il marciapiede incontrando ruvide tristezze da tollerare, tutto che gira nella sfera eccentrica del tempo ed io vorrei solo dormire, aspettare…cambiare. Quello che germoglia al di la del vuoto, quello che ti stordisce, quello che ripara dalla pioggia, il temporale avvisato dal lampo, il lampo lampante che elimina l’idea riportandoti alla vecchiaia che balbetta sui tuoi capelli bianchi, bianco il velo che veste gli occhi, occhi che ironizzano ogni visione, labbra sul dorso dell’orizzonte, orizzontale…piatto. Allora la voce si confà all’anima che da dentro implode come i brividi che stendo sulla pelle, mani distratte per gesti voluttuosi, graffiti strani sul cielo, pagare e non chiedere il costo, costante, strano…perduto… Poi ritorna la pace, l’esattezza che amplifica il difetto, il neo sulla guancia del particolare, il foglio che si piega nell’angolo di queste poesie che rimangono polvere leggera sull’incanto delle probabili speranze.
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I colori mi conquistano della notte che passa, il brillante frastuono delle stelle, il sorriso del vento appena accennato…le finestre che si spengono all’improvviso realizzando l’ inaspettato buio che concede riposo e armonie differenti……le favole arrampicate sulla luna, i sogni come fili per marionette di legno, le paure che sgocciolano dalla cera di una candela rovente, la fiamma che inspira al calore le suadenti ombre sul muro…la crepa sul muro, il topo che ristora sul formaggio…il rumore del frigo che accende il ghiaccio della birra che suda sorda assordante nel bicchiere appoggiato sui pensieri, gli scatti che perfezionano il momento, momenti che ritraggono parole, virgole fatte a pioggia per disgiungere temporali passati…cerchi rotondi a disegnar traiettorie per passeri stanchi…le voci del bar, le palline da tennis impigliate nella rete, il gracidar leggero delle rane sul lago, i fiori che ammorbano di giorno, l’erba tagliata nelle stille logore del primo mattino…ed è già mattino…colori rosa, polvere d’immenso, la tua guancia che traspira primavere. Rimanere ammutolito, sotto l’ombra di un cappello di paglia. La lepre è distesa se non conosce i pensieri del cacciatore. |
C’e qualcosa che si muove, che tocca l’isteria della gente, appassionato isterismo della gente…le macchine, i clown del circo, le lacrime sulla faccia dei pierrot… i banchi di scuola l’ultimo giorno di scuola…le foglie che cadono, le foglie che nascono, le donne che ti amano che poi era solo uno sbaglio…i drink appoggiati sui tavoli all’aperto nella stagione calda, il caldo, il rumore della lingua sulle tue strane parole, quell’ultimo sguardo che guardo, quel malessere al mattino che ti ricorda la tua vera maschera…le dita di mia nonna quando ricamavano cotone e luci leggere dalla finestra aperta, l’orto da inaffiare, il nonno che mi teneva per mano, la mia mano, le mie gambe, i calzetti che ti rigano il polpaccio…quel giorno che quando muori eri un gran persona, quella goccia che “famosa” fa traboccar ogni vaso, quando pisciavo sui fiori della vicina, quando il profumo dei tigli era un groviglio strano nello stomaco…le prime lettere dell’alfabeto, le preghiere a chiedere grazie…la posta spedita, i sonnellini nel prato a riparar stanchezza, il cinema all’aperto, i barattoli di marmellata, le porte sbattute e quelle bianche dell’ospedale…le lacrime di una madre, quelle di un padre e non saper che fare…che Bianca è la luce e triste il pentimento… Fiori isterici a profumar di sabbia su castelli umidi che di regno non ne vogliono sapere… F.T.W…..(sempre, per sempre…..mai) |
Nell’ombra di questo schivo sole, che ricorda il riposo del buio, mi appoggio disattento nel fumo leggero della mia sigaretta…Angoli nascosti per concepire traiettorie diverse ed essere così astemio alle mie insofferenze, poi un rumore, il ricordo forte del passato, il ticchettar cortese dell’orologio appeso al cuore, il posto che non trovo, quello che potevo trovare, il volo frusciante di mille aquiloni fatti a nuvole…la voglia di latte del primordiale mattino, il ventre comodo di una madre, l’ago che bilancia la goccia che ti tiene in vita…la vita, la scossa che muove il pensiero, l’inganno che di rende Giuda, l’armonia che scivola lenta sui colori sbiaditi regalati dalla bottiglia che muta e ammutolisce il tuo vuoto…giaciglio di sensi, prospettive in diagonale, arcobaleni pungenti all’apice del cielo “polveroso” ancora di pioggia…pioggia, riparo assoluto, legno bagnato, marmo che consacra, messa rituale, un bacio, un tocco perfetto di pianista, una musica che subisce il vento, un vento, un alito, un passo di troppo un passo di meno. La strada, la noia…la pura vigliaccheria di una poesia rimasta tra le dita. È facile adesso rimanere in silenzio.
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La luna si scioglie tenue come un battito d’ali inatteso, piuma opaca nel cielo chiazza nascosta sul grembo del mondo…siamo comunque lacrime su visi sciupati e assorti che guardano con occhi socchiusi l’impotenza delle nostre mani restringere tremolanti il riverbero che conduce alla nuova idea…Cosa cerco nel dopo se il luogo del presente è steso immobile sul letto indegno dei sogni?... Lottare e resistere come un ragno appeso alla propria razzia, incidere l’alba con i colori rimasti nel cassetto, sospingere questo vento che di vento ha solo ormai il malessere e sorridere al pensiero che governa l’azione del non poter fare…Ma la mia gradevole sentenza ha il coraggio di una candela accesa per caso con l’ombra schiaffata sul muro, il bianconero delle mie parole salva il pomeriggio che odora di pioggia distante, il gatto che attraversa la strada è la riga perfetta d’ogni orizzonte, la bottiglia si svuota riempiendo l’assenza di ogni realtà che può mostrare.
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Così mi ributti a terra….e mi piace, come quando cade la neve o piove forte che sento il rumore… Così come il vento che vomita le stelle di questa notte, ho la forza che mi conviene, viene, accetta… Come un bacio rubato ai neon ai bar al “Don Rhon” Dominicano, alla faccia che smorfia di concetti…a tutto quello che può sembrare vero…. Ma è falso….….(un Giuda che non bacia è forse il peggio)……..… Città che dorme, che ti fa mal di gola, che ti porta a casa fumando di noia, che sul marciapiede potresti dormire…come morire…..come quella figlia persa, che sa di terra umida e tutto il resto sembra non essere. Se per un attimo cambiassi voce e vedessi la linea che calma l’orizzonte, potrei immergermi nel sole e rimanere eterno come tutto ciò che termina….picchiare forte la speranza contro al muro e del suo sangue acidulo nutrirsi ( ingrassando come una bolla )…… fino a scoppiare di smog, ricreando ombre come un Dio che non ammetto. |
Ecco che l’armonia si fiacca, come il cielo quando piove e il vento stanco e logoro parla logorroico al muschio sul cuore… … tornare all’improvviso e conciliare le vene sulla musica del nulla…che tanto tutto accade e cade mentre l’impiccato smette di respirare e sulla terra fa’ germogliar fiori infelici… …togliamo il sorriso dalla faccia, il tatto dalle mani, il senso dall’anima e annulliamo l’istinto che ci rende forti, che tanto non serve comprendere, perché tutto c’è dato e tolto, tutto è leggero come un sollievo, tutto è pazzia talmente palese che il pazzo rigurgita la normale condizione dell’essere posando lo sguardo sul cipresso riarso. |
Post n°1036 pubblicato il 15 Novembre 2010 da nadalo72
Nascondi le tue debolezze rivela le tue fragilità… … Incidi su lastre di marmo il mio nome, notte o giorno non fa differenza, tanto è la luce che comunque manca… Sottili gocce di pioggia lavano stanche i vetri da immagini riflesse e distorte, come il guizzo del silenzio quando nel cuore giace l’attesa Tutto da rifare, riordinare, ritoccare, rendere elegante come una foto compressa nel suo inutile bianconero…l’istante che assorbe la frenesia, l’attimo che scioglie i secondi, l’imbarazzo che ti presenta al mondo. Nelle mani di questa vita porto rose e folate d’inverno, non regalo sorrisi né fuochi accesi, ma solo inutili versi di fumo che un tempo furono speranze. Allontanarsi senza esempi, senza ombre…senza se. |
L’alba, sinergia di angeli assorti, tocco di luce per preghiere snervate…penombra di sole ancora non visto ….l’animale coglie l’odore della rinascita…ogni rumore percepito nell’immenso silenzio di quest’urlo inserito nella dinamica leggera dell’aria…respirare l’arco dell’orizzonte, immergersi nell’IO dell’attesa, capire la riservatezza delle parole ( ora ) confessandole solo nella bocca…..…sciolgo la saliva sulla lingua. Riposo. (Sputo righe su pagine d’aria) |
Inviato da: Pogoda
il 01/08/2018 alle 12:13
Inviato da: Wetter
il 01/08/2018 alle 12:12
Inviato da: Sat24
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