Oltre l'orticelloDiario saltuario di Gianni & sons |
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Messaggi del 03/03/2018
Quelle del 4 marzo 2018, saranno elezioni importanti, ancorché complicate. Complicate da una legge elettorale, a detta di quasi tutti, pessima. Importanti perché, come tutte le elezioni politiche, dovrebbero dare una indicazione precisa per poter formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Traguardo, questo, che pare difficilmente raggiungibile. Per dare una indicazione il più chiara possibile è necessario, a mio parere, che si interrompa, anzi si inverta, la deriva di menefreghismo che ha caratterizzato l’affluenza alle urne, insopportabilmente bassa, nelle tornate elettorali degli ultimi anni. La motivazione più ricorrente per giustificare questa disaffezione, è che sarebbero “tutti uguali”. Io credo che non sia così. Le differenze ci sono, eccome. In alcuni casi sono piccole, in altri abissali. Certo ci sono argomenti che sono comuni a tutti: maggiore lavoro; più benessere; meno tasse; più sicurezza; più istruzione e cultura; la casa; e così via. La differenza sta nelle proposte avanzate sul come affrontare i problemi e dare loro soluzione, possibilmente senza prospettare alcunché di miracolistico. L’invito è dunque di andare a votare tutti, ciascuno con la propria sensibilità politica, cercando però di farlo in maniera consapevole e convintamente e, altrettanto convintamente vigilare, successivamente, che chi ha ricevuto il nostro voto faccia ciò che ha promesso. Senza remore ideologiche e senza culti della personalità (sembrano terminologie antiquate, ma a me paiono attualissime). Molti ritengono che la politica non si interessi di loro e quindi pensano di non votare. Ma la politica, al contrario, si interessa di loro Eccome! E non a loro vantaggio. La possibilità di votare è un diritto, ma dovrebbe essere sentito come un dovere. Chi intenda rinunciare a questo diritto, credo che commetta un grave errore di autolesionismo. Le motivazioni sono molte, a cominciare da chi questo diritto ce l’ha regalato, talvolta sacrificando la propria vita, ma mi limito a semplificare il concetto. Sono da sempre convinto che la maggior parte degli esseri umani sia votata a comportamenti virtuosi di convivenza civile e solidale, ma che spesso questa maggioranza, oggi più che mai indifferente e deviata su falsi ideali, sia spesso guidata da personaggi di dubbia moralità e con un’etica discutibile. Ecco. Non votare significa dare spazio e potere a tali personaggi. Personalmente andrò, ovviamente, a votare e voterò convintamente per Liberi e Uguali, ma ripeto che ciascuno deve farlo secondo i propri principi e senza condizionamenti. Solo così potremo puntare ad avere una società sana. In conclusione, votate per chi volete, ma votate. Gianni |
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