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Post n°286 pubblicato il 02 Dicembre 2016 da i_melotti
Domenica avremo il responso circa le scelte dei cittadini sulla riforma costituzionale, fortemente voluta dal Governo.
Finalmente.
Una buona parte dei sostenitori del Si, con l'eccezione, ma non sempre, della cerchia del presidente del Consiglio, dichiarano di essere a favore, anche se non d'accordo sull'insieme della riforma.
Le dichiarazioni più comuni e insopportabili sono:
- La riforma fa schifo, ma voto Si perché sennò, poi....
- Si poteva fare molto meglio, però...
Ci sono poi le motivazioni "istituzionali", che risuonano come litanie:
- Ci sono voluti trent'anni (agli inizi erano venti, ma non fa nulla) per arrivare a questa riforma e se vincerà il NO, ce ne vorranno almeno altrettanti per mettere nuovamente mano alla Costituzione. Ma cos'è? Un antibiotico che si deve prendere a tempi regolari? La attuale Costituzione prevede la possibilità di essere modificata, ma non ne prevede l'obbligatorietà
- Il fronte del NO è un insieme di espressioni disomogenee (da cui il felice termine, coniato da Renzi: L'accozzaglia), per cui voglio vederli dopo. Peccato che qui si stia per votare per un referendum, con un Si o con un NO, e non proponendo alcun programma governativo. Trattandosi di riforma piuttosto corposa, per usare un eufemismo, ciascuno vota secondo le proprie valutazioni. Con il referendum del 2006, sulla riforma Berlusconi (come si vede anche altri, e non trent'anni fa, hanno fatto qualcosa; peccato che anche loro l'abbiano fatta talmente male da farsela bocciare), è andata più o meno così.
- Bisogna votare Si per i nostri figli e nipoti. Per lasciare loro un paese più moderno e che funziona meglio. Ecco, è proprio per loro che voto NO. Non voglio rendermi complice, lasciando loro, in eredità, una Costituzione fatta male, che si dovranno sorbire, loro sì, per decenni.
- Se perdiamo questa occasione, ci vorranno almeno vent'anni perché ci ricapiti. Lo scopriremo solo vivendo. Per il momento cerchiamo di non peggiorare le cose.
- Con questa revisione ci sarà un notevole risparmio (500 milioni secondo il governo, circa 60 a giudizio della Ragioneria dello Stato). Ma la Costituzione non mi pare che sia nata per decidere quanto spendere, ma, piuttosto, come far funzionare il sistema. Si tratta pur sempre della legge più importante. Non sviliamola.
- Le riforme perfette non esistono, ma qualcosa (questa riforma) è meglio di niente. No, questo qualcosa non è meglio di niente. Cambiare tanto per smuovere la classifica, come si direbbe nel mondo del calcio, non serve proprio a nulla. Anzi, peggiora le cose e inasprisce i rapporti.
In ultimo, le motivazioni estemporanee rilasciate da ministri (meglio ministre, ma a me non viene proprio) e dal Presidente del Consiglio in persona:
- La considerazione più divertente, se non fosse avvilente, è che con questa riforma si potranno finalmente colpire i furbetti del cartellino (sic). Non mi sento proprio di commentare.
- Quelle più inquietanti e che si commentano da sé, riguardano i malati di tumore e, soprattutto, i diabetici, che con la nuova riforma avranno trattamenti terapeutici migliori.
Come si può evincere, si tratterebbe di una riforma onnicomprensiva, adatta a risolvere, da sola, molteplici e disparati problemi personali e della società. Manca solo il vento nella schiena del ciclista e poi c'è proprio tutto.
Per questi motivi il mio voto sarà NO Gianni
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La morte di Tina Anselmi, lascia, per come la vedo io, un grande vuoto. Non sono molti i democristiani per cui ho nutrito grande stima, sono anzi pochissimi. Lei è una di quelli. Da giovanissima ha partecipato alla guerra di resistenza come staffetta; Gabriella era il suo nome di battaglia. E' stata la prima donna ministro (ministra non mi viene proprio) e ha svolto bene l'incarico (ahimè, ero già adulto a quei tempi). Ha interpretato benissimo il ruolo di presidente della commissione parlamentare sulla Loggia P2. Era, insomma, una grande donna e mi sarebbe piaciuto vederla al Quirinale, come presidente della Repubblica. Mi mancherà. Gianni
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Mi unisco al cordoglio generale per la morte di Carlo Azelio Ciampi. E' stato un vero uomo di Stato. E' stato un esempio di dedizione alle Istituzioni. Quando è stato chiamato a dare un contributo, l'ha fatto senza alcuna esitazione o interesse personale. Si è messo a lavorare sodo, con risultati eccellenti, sia da Ministro che da capo del Governo. I proclami e le luci della ribalta non gli appartenevano. E' riuscito a ripristinare un rapporto tra la gente e simboli come la bandiera e l'inno nazionale. E' stato anche antifascista e non è poco. Gianni |
Il referendum chiamato "Brexit" ha dato il suo verdetto. Con circa quattro punti di scarto, ha vinto la parte che voleva uscire dall'Unione Europea. Non sono il solo a pormi una domanda: Ma la Gran Bretagna, c'è mai stata veramente in Europa? Solo ieri Romano Prodi, che è molto più acuto di quanto molti possano pensare, diceva: "mi auguro di poter festeggiare la rimanenza in Europa del Regno Unito e un domani festeggiarne l'ingresso". Ricordando un vecchio adagio, gli inglesi probabilmente diranno: Il Regno Unito esce dall'Unione Europea. Europa isolata. Buona Europa a tutti, magari migliore dell'attuale. Gianni
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