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Creato da marino.giannuzzo il 08/10/2009
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« VERSI NUOVI | da NUOVI VERSI » |
da NUOVI VERSI
Colomba
Come colomba
dispiegate l’ali
posa nel vento
che dal mare sale
alla montagna in cima
nel meriggio mite
dell’odoroso aprile
esser vorrei
chiusi gli occhi
andare all’infinito
inseguendo il sole
ad occidente.
Sopor di pace
lieve m’accarezza.
Serenità circonda
tutto l’esser mio.
Il mare miro
dispiegato intorno
dal balcone immenso
d’Alcamo marina
verso l’infinito.
Godo gli effluvi
salsi delle onde
che spumeggianti
salgono alla riva
inebriando il cuore.
Compagne
Ha trovato Linda
la compagna,
la bella Maddalena.
Insieme son partite
per un lungo viaggio
il viaggio della vita
come due amanti
dimentiche del mondo.
Più non torneranno
nei luoghi conosciuti
nei luoghi dell’infanzia
tra gente che disprezza
e invidia ha tanta.
Gente senza cuore
senza vita e amore
che odia tutto e tutti
che la morte attende
di non nati sogni.
Non torneranno
Linda e Maddalena.
Nuova casa il mondo
e fratelli tutti.
Corna
Vedove e sposate
sollazzano gioiose
sull’ali fantasiose
immense d’internet.
Viaggiano le corna
reali e virtuali
con desideri tanti
inappagati.
I siti d’internet
se visiti non visto
le corna prospicienti
tu vedrai.
Eva novella
tu vedrai adorata
dall’attempato Adamo
a debitadistanza.
Più in là Melinda
infocata scorgi
che ha parole miste
di gioia e di tristezza.
Il corteggio piace
a nubili e sposate
a vedove gementi
ma pure a fidanzate.
L’attempato illuso
che forze più non ha
troverai ramingo
cercar chi l’accarezzi.
Per lui non c’è pietà.
Le corna tu vedrai
reali e virtuali
sull’ali fantasiose
viaggiare d’internet.
Corona
Una corona
di fiori variopinti
dinanzi ad una chiesa
per un amico ho visto.
Per un amico
andato via per sempre.
Corona senza nome
abbandonata.
Corona per colui
che vita più non ha
affettuoso omaggio
d’un amico in vita
che vita non avrà.
Cuccagna
Alto è il palo e dritto
unto di grasso
con sapone misto
della cuccagna
in mezzo alla spianata.
La voglia è tanta
di giungere alla cima
per un prosciutto in più
di vino una bottiglia
e per gloria infinita.
Il tricolore in cima,
la conquista prima,
dei giovani la squadra
sulla vociante folla
nella grande piazza
ha espugnato.
Tripudio ha suscitato
e gran baccano.
Fuochi d’artificio
intronano nell’aria
mentre seduti
del palo in su la cima
quasi a consesso
bivaccano gli arditi.
Dietro i vetri
Dietro i vetri
della finestra antica
mira la madre
il figlio suo viandante
senza meta.
La morte propria
a lei non fa paura.
Andrà via in silenzio.
Ma se ne andrà con lei
anche la speranza
della filiale
felicità futura.
Dimenticare
Dimenticare tutto
per non piangere
per non dovere odiare
per potere amare
per non abbandonare.
Dimenticare tutto
per non maledire
il momento bello
in cui si è nati.
Dimenticare tutto
per poter gioire
quando spunta un fiore.
Dimenticare
i subìti torti
per vivere sereni.
Dimenticare il mondo
per poterlo abbracciare.
Dimenticare
le delusioni tutte
per nutrir speranze.
Dimenticare
tutti i giorni neri
per godere il sole.
Dimenticare il giorno
per goder la notte
e le lucenti stelle.
Dimenticar te stesso
per porgere una mano
ad ogni tuo fratello
quando chiede aiuto.
Egadi
Dalla bruma
le Egadi son sorte
nel mare d’occidente
siciliano.
Solo le cime
tu vedrai scolpite
sull’ali della nebbia
in ciel stagliate.
Sono le cime
che guidano i viandanti
quando in mare vanno.
Sono le cime
di tutti i pescatori
che desolati all’alba
tornano dal mare
con pesci pochi
nelle reti grandi.
Sono le cime
dei vecchi pirati
che solcando l’acque
in tempestoso mare
furono terrore
per tutti i naviganti.
Eternità
Dopo la vita
resterò con te
viandante
perché la mia materia
vagherà a te
eterna intorno.
Muterà forma
muterà sembianza
ma l’essenza mia
tra gli esseri viventi
sulla terra
immutata resta.
Mi vedrai mutato
in un filo d’erba.
Mi vedrai mutato
in una fonte d’acqua
che dal monte scende
cristallina e pura
al verde piano.
Mi vedrai splendente
nei lucenti occhi
di vergine fanciulla.
Rivivrò eterno
mutando forma e stato
rivivrò eterno
sulla terra.
Figli
Le sembianze vostre
figli ho nel cuore.
Voi non passerete
come l’eternità
non passa agli occhi miei.
Io me ne andrò ridendo
di questa vita insulsa
io me ne andrò gioioso
al cospetto dell’Eterno.
Ma rivivrò eterno
con voi tra i mortali.
Futilità
Uno ad uno crollano
desideri e sogni
di grandezza
imperitura e vana.
Ha dissolto il tempo
tutte le chimere
fumose ed invitanti
nella gioventù.
Delle sirene
ammaliatrici al canto
più non presto orecchio.
Anche i fantasmi
fuligginosi e neri
sono svaniti
non danno più spavento.
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Inviato da: giorgia19.90
il 06/12/2009 alle 01:22