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da ISTANTANEE

Post n°13 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da marino.giannuzzo

Silenzio

 

 

Datemi il silenzio

il mio silenzio muto

con Bach e con Vivaldi

con Puccini e Verdi.

 

Datemi il buio

senza bei colori

suoni e realtà

viventi.

 

Bramo la calma

dei mari tropicali

bramo la vita

di esseri sperduti

su pianeti

incontaminati.

 

Bramo la pace

degli esseri viventi

solitari e muti.

 

 

 

 

Soffio

 

 

Novità che l’uomo

a natura apporta

durerà in eterno

nella mente sua.

 

Dura talvolta

più di cento vite

dura talvolta

una notte sola.

 

Ciò che la vita

o natura detta

solo illusione pare

effimera e discreta.

 

Soffio divino

soffio dell’Eterno

momentaneo e vago

l’esistenza.

 

Eterno è l’uomo

in vita imperitura

vita senza soste

che in altra si tramuta.

 

 

Sogni

 

 

Non ricordo più

i sogni miei.

Sono svaniti

e vita più non hanno.

 

Eran gagliardi

possenti ed infiniti:

sono scomparsi

di vita nei meandri.

 

Sono scomparsi

volatili chimere.

 

Nati son altri

sogni senza vita

vane illusioni

che spingono nel vuoto

senza confini

come i sogni vani

come i sogni vuoti

sogni senza vita

e gloria.

 

 

 

 

Sogno

 

 

Lo giri e lo rigiri

quasi a piacimento

senza lo sforzo

della volontà.

 

Logica non ha

il sogno:

cambia faccia a tutto

in gioia o in tormento

seguendo alfin l’istinto.

 

Sognai stanotte

un’avvenente donna

distesa nel mio letto.

Era un’amica

e abbracciai mia moglie.

 

Ebbi una casa

che non fu più mia

ma dell’amica

che non fu mia moglie.

 

Ebbi il possesso

di cose mai inventate

che ebbi in uso

col corpo o con la mente.

 

Ora vagavo

tra mille cose tristi

che vegliando

sospese aveo lasciato.

 

Realtà novelle

altre dimensioni

sconosciute a tutti

eran le mie

e ne fui sommerso.

 

Era il mio sogno

il sogno come un sogno

vago e nudo

senza la logica

che mi assilla il giorno.

 

Sola

 

 

Gli amici se ne vanno

e tu rimani sola

col dolore e nel rimpianto

di chi ti fu compagno

fino a ieri

per spingere il carretto della vita.

 

Ma quel carretto

con forza e con coraggio

sola spingerai,

fermandoti talvolta

per la battente pioggia,

tal altra accelerando

nei giulivi giorni

che pur la vita serba

a chi dinanzi a sé

il fantasma ha solo

della morte.

 

Alfin vedrai

le luminose stelle.

 

T’aiuterà colui

che il cammin dei figli

guida da lontano.

 

Solitario

 

 

Solitario resto

nella notte scura.

 

Si spengono le luci

una ad una.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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