Creato da marino.giannuzzo il 08/10/2009
Lidia
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Malinconia
Malinconia ti prende
se al ciglio della strada
ti fermi a rimembrar
dolcezze amare.
Spossato ormai dagli anni
tu riposi.
Scorrono su te
dal tarlo rosi
i ricordi vecchi,
ricordi della vita,
ritornano con te
gli amici ormai perduti
che più non torneranno.
Quando l’età
il coraggio impone
d’onorata resa
quando rinuncia
vuol dire avere audacia
ti fermi sulla pietra
seduto a rivangare
ogni momento
dell’età più bella.
Triste ritorna
anche la bellezza
triste ritorna
la bella giovinezza
ormai svanita
che non allieta più.
Marciapiede
Con movenze i glutei
van sul marciapiede.
Il corpo tuo lusinga
l’animo è assente.
Viene da lontano
necessita di pace
un altro sventurato.
Dall’infanzia corre
dietro fioca luce.
La corsa è parallela
all’isola felice,
con te che sei puttana
ma vergine nel cuore,
dello sventurato
che cerca un po’ d’amore.
Dal marciapiede nasce
resurrezione e vita
sul marciapiede nasce
il fiore dell’amore.
Marco
Novella vita giunge
a costruir la pace
o a fomentar la guerra
tra l’uomo ed il fratello
tra popoli diversi.
Vita novella giunge
a rimpiazzare i morti
vittime di guerra.
Marco è nuova stella
nel firmamento mio
nella notte nera,
è il nuovo sole
che illumina la via.
È piccolo indifeso
fa tanta tenerezza
ma è sprone forte
per altra vita intera.
I dolci affanni
e le dure gioie
rivivere faranno
i giorni tristi e lieti
del passato.
Mario
Scomparve
giorno dopo giorno
senza rumore
senza dire addio.
Ora ritorna
nei ricordi miei
ora ritorna
a chiedere memoria
di passati giorni
di cronache facete
di tante panzanate.
Era gioioso Mario
era un fanfarone
e allietava il giorno.
Lo bloccò un infarto
nel mezzo della strada.
Era alla guida
d’un’auto malandata.
Si fece un po’ da parte
sul ciglio della strada
e sorridendo
mandò al cielo
l’ultimo respiro.
Mezzo metro
In solo mezzo metro
c’è tutta una vita.
In solo mezzo metro
lo spirito divino
trovi racchiuso
come in un bozzolo
di diafana farfalla.
Rosee le guance
brillan gli occhi suoi
Asia il suo nome
immensa più del mare.
Umile fiammella
di fuoco ardente e puro
umile fiammella
di viventi altri
rischiarerà il futuro.
Tra le mie mani
è tenero fuscello
piccola Asia
amore d’un poeta.
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Idea
Era un’idea
gentile e originale.
Ormai svanita
più non tornerà
ad allietar progetti
con illusioni misti.
Idee novelle
altri progetti
ed illusioni altre
sopraggiungeranno.
Ma quell’idea
gentile e originale
ormai svanita
più non rivivrà.
Invito
Vieni in campagna.
Tu vedrai le stelle
quando di notte
tutto attorno tace.
Vieni a sentire
gracidar le rane
lungo i ruscelli
che vanno verso il mare.
Troverai la pace
troverai il riposo
ascolterai in silenzio
il timbro dei rumori.
Ma oltre tutto
troverai l’amore
per la natura verde
per il mondo intero.
Labbra
Melliflue e dolci
e tenere m’offristi
desiderate labbra.
Nettare succhiai
ad occhi chiusi.
Non avesti nome
fosti senza età
ma fosti la dolcezza
di un notturno sogno
senza tempo.
Libertà respinta
Trent’anni senza sconti
di carcere m’han dati:
sono ormai passati.
Ero innocente
avevo tanta voglia
di prendermi vendetta.
-Sono in libertà
- ho detto- finalmente!
Ma questa libertà
è opprimente,
la compagnia non ho
neppure di me stesso
tra l’indifferenza
in mezzo a tanta gente.
Voglio tornare
tra le mura amiche
che per trent’anni eterni
compagnia m’han dato,
dove compagni
ebbi di sventura,
dove la pena
sinonimo è di morte.
Qui la vita mia
finita è da trent’anni,
solitario resto
misto tra lafolla.
Ma tornerò,
sì, io tornerò
tra le muraantiche,
tra i compagni
della mia prigione,
dove la vita ha un senso
e forse una ragione.
Lina
Nacque di parto Lina
travagliato.
Negli anni crebbe
in stato d’innocenza.
La sua cordialità
creò malizia.
Adultera fu detta
dalla maldicenza:
aveva dato solo
confidenza.
Le dissero “ti amo”
e lei s’illuse
di lusingato amore
imperituro.
Un male corporale
la devasta
e nero tutto appare
il suo futuro.
I figli suoi compiange
eppur non maledice
la vita maledetta
che le han dato.
Giace sul letto
afflitta dagli affanni
giace sul letto
e soffoca i singhiozzi.
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Pietà
Pietà,
pietà per l’uomo
dal viso sanguinante
nella rossastra polvere
tirato.
Pietà pel corpo esanime
che scettro più non ha
non più arroganza.
Morto è l’eroe
per i suoi seguaci
morto è il dittatore
per i suoi nemici.
Forse domani
resterà il ricordo
solo il ricordo
del nome evocativo
di chi fu Gheddafi.
Null’altro resta
del terrore antico:
ammasso informe
di carni dilaniate
da calci, pugni,
schiaffi, sputi e spari.
Or tace e giace
meteora svanita
tra i nebulosi cieli
di terra martoriata.
Alcamo, 20.10.2011 ore 16,30.
Giornata uggiosa
Pioggia
radio
musica vocale
dal cielo nubi nere
cadono sciolte in mare
in gelido nevischio.
Scomparso è il sole
dietro il cielo nero.
È giornata uggiosa.
Serve acqua ai campi
dice il contadino.
Notizie dalla radio
cronaca tetra e nera
solo un accenno
di novella lieta.
Canzoni
insipide battute
reclame a pagamento,
come le puttane.
Di radio
pioggia
nevischio
cronaca sempre nera
la giornata è piena.
Alcamoc/da Gammara Molinello, 14/10/09 ore 15,45.
Giustizia
Zingara la giustizia
è zingara e puttana.
Del termine giustizia
piena la bocca han tutti
coloro che tradiscono,
coloro che compagna
l’hanno di notte a letto
a pagamento.
Tra le umane cose
giustizia è un bel concetto
per ingannare i popoli
illusi e desolati.
Amica dei furfanti
amicadei padroni
inculcata ai popoli
per innalzare troni.
Alcamo, 06.12.2011 ore 20,35
Gratitudine
La gratitudine
è come una fanciulla
cortese e lusinghiera.
Se la stringi al seno
t’accalora.
Appaga i sensi tuoi
scioglie i tuoi rancori
rende più felici
i giorni tutti.
Polla d’affetto
è la gratitudine
d’amor sorella
se tu l’accarezzi.
Sfavillano gli occhi tuoi
per strada se l’incontri,
a un cenno di sorriso
nasce la gioia in petto.
Alcamo, c/da Gammara Molinello 26.03.09 ore 18,50
c/da Molinello8,50o
Grazie, Signore.
Grazie, Signore,
della giornata
piena di salute
che m’hai voluto dare,
nella giornata
che con nessuno
m’hai fatto litigare,
dell’arrosto
che sulla brace
rovente
non m’è venuto male,
del vino nero
che m’ha fatto vacillare,
della buona digestione
che m’hai fatto fare.
Grazie, Signore,
di queste ed altre cose
che non ho saputo dire.
Grazie, Signore.
Alcamo c/da Gammara Molinello, 07/08/09 ore 23,55
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Colomba
Come colomba
dispiegate l’ali
posa nel vento
che dal mare sale
alla montagna in cima
nel meriggio mite
dell’odoroso aprile
esser vorrei
chiusi gli occhi
andare all’infinito
inseguendo il sole
ad occidente.
Sopor di pace
lieve m’accarezza.
Serenità circonda
tutto l’esser mio.
Il mare miro
dispiegato intorno
dal balcone immenso
d’Alcamo marina
verso l’infinito.
Godo gli effluvi
salsi delle onde
che spumeggianti
salgono alla riva
inebriando il cuore.
Compagne
Ha trovato Linda
la compagna,
la bella Maddalena.
Insieme son partite
per un lungo viaggio
il viaggio della vita
come due amanti
dimentiche del mondo.
Più non torneranno
nei luoghi conosciuti
nei luoghi dell’infanzia
tra gente che disprezza
e invidia ha tanta.
Gente senza cuore
senza vita e amore
che odia tutto e tutti
che la morte attende
di non nati sogni.
Non torneranno
Linda e Maddalena.
Nuova casa il mondo
e fratelli tutti.
Corna
Vedove e sposate
sollazzano gioiose
sull’ali fantasiose
immense d’internet.
Viaggiano le corna
reali e virtuali
con desideri tanti
inappagati.
I siti d’internet
se visiti non visto
le corna prospicienti
tu vedrai.
Eva novella
tu vedrai adorata
dall’attempato Adamo
a debitadistanza.
Più in là Melinda
infocata scorgi
che ha parole miste
di gioia e di tristezza.
Il corteggio piace
a nubili e sposate
a vedove gementi
ma pure a fidanzate.
L’attempato illuso
che forze più non ha
troverai ramingo
cercar chi l’accarezzi.
Per lui non c’è pietà.
Le corna tu vedrai
reali e virtuali
sull’ali fantasiose
viaggiare d’internet.
Corona
Una corona
di fiori variopinti
dinanzi ad una chiesa
per un amico ho visto.
Per un amico
andato via per sempre.
Corona senza nome
abbandonata.
Corona per colui
che vita più non ha
affettuoso omaggio
d’un amico in vita
che vita non avrà.
Cuccagna
Alto è il palo e dritto
unto di grasso
con sapone misto
della cuccagna
in mezzo alla spianata.
La voglia è tanta
di giungere alla cima
per un prosciutto in più
di vino una bottiglia
e per gloria infinita.
Il tricolore in cima,
la conquista prima,
dei giovani la squadra
sulla vociante folla
nella grande piazza
ha espugnato.
Tripudio ha suscitato
e gran baccano.
Fuochi d’artificio
intronano nell’aria
mentre seduti
del palo in su la cima
quasi a consesso
bivaccano gli arditi.
Dietro i vetri
Dietro i vetri
della finestra antica
mira la madre
il figlio suo viandante
senza meta.
La morte propria
a lei non fa paura.
Andrà via in silenzio.
Ma se ne andrà con lei
anche la speranza
della filiale
felicità futura.
Dimenticare
Dimenticare tutto
per non piangere
per non dovere odiare
per potere amare
per non abbandonare.
Dimenticare tutto
per non maledire
il momento bello
in cui si è nati.
Dimenticare tutto
per poter gioire
quando spunta un fiore.
Dimenticare
i subìti torti
per vivere sereni.
Dimenticare il mondo
per poterlo abbracciare.
Dimenticare
le delusioni tutte
per nutrir speranze.
Dimenticare
tutti i giorni neri
per godere il sole.
Dimenticare il giorno
per goder la notte
e le lucenti stelle.
Dimenticar te stesso
per porgere una mano
ad ogni tuo fratello
quando chiede aiuto.
Egadi
Dalla bruma
le Egadi son sorte
nel mare d’occidente
siciliano.
Solo le cime
tu vedrai scolpite
sull’ali della nebbia
in ciel stagliate.
Sono le cime
che guidano i viandanti
quando in mare vanno.
Sono le cime
di tutti i pescatori
che desolati all’alba
tornano dal mare
con pesci pochi
nelle reti grandi.
Sono le cime
dei vecchi pirati
che solcando l’acque
in tempestoso mare
furono terrore
per tutti i naviganti.
Eternità
Dopo la vita
resterò con te
viandante
perché la mia materia
vagherà a te
eterna intorno.
Muterà forma
muterà sembianza
ma l’essenza mia
tra gli esseri viventi
sulla terra
immutata resta.
Mi vedrai mutato
in un filo d’erba.
Mi vedrai mutato
in una fonte d’acqua
che dal monte scende
cristallina e pura
al verde piano.
Mi vedrai splendente
nei lucenti occhi
di vergine fanciulla.
Rivivrò eterno
mutando forma e stato
rivivrò eterno
sulla terra.
Figli
Le sembianze vostre
figli ho nel cuore.
Voi non passerete
come l’eternità
non passa agli occhi miei.
Io me ne andrò ridendo
di questa vita insulsa
io me ne andrò gioioso
al cospetto dell’Eterno.
Ma rivivrò eterno
con voi tra i mortali.
Futilità
Uno ad uno crollano
desideri e sogni
di grandezza
imperitura e vana.
Ha dissolto il tempo
tutte le chimere
fumose ed invitanti
nella gioventù.
Delle sirene
ammaliatrici al canto
più non presto orecchio.
Anche i fantasmi
fuligginosi e neri
sono svaniti
non danno più spavento.
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A sera
A sera
quando tutto tace
e il buio intorno a me
sussurra: pace…
odo il latrar dei cani
e il mondo intorno a me
volteggia eterno.
Odo i silenzi
di color che furono
odo i lamenti
degli uomini saccenti.
Assordante un rombo
di guerra dentro il cuore
repentino scoppia.
Muto il silenzio
avvolge l’infinito
mare di buio
solcato dalla luna
lucente uguale e varia
nelle notti insonni
di vigili e dormienti.
Amicizia
Illusione antica è l’amicizia,
quasi tentato approccio
per fidanzamento.
T’innamori
della ragazza
che non s’accorge
dell’esistenza tua.
Amerà un altro
da sempre sconosciuto
che la conoscerà
come rompi cazzi
che amor per lei non ha.
Ricordiamo
i nostri vecchi amici
almeno quelli
ritenuti tali.
Riterremo altri,
con grandi nostre imprese,
a noi legati
da vividi ricordi.
Ma nulla noi sapremo
di amici sconosciuti
nulla noi sapremo
di chi per noi
vive notti insonni.
L’amicizia è questa:
illusione eterna
che il ricordo esista
in altri un po’ per noi.
Amore materno
Amore immenso
di perduta madre
fu lanciare il figlio
di mesi cinque
tra le braccia deboli
della senza nome
anziana e un po’ cadente
tra la folla immensa
e tumultuante.
Madre si negò
per salvare il figlio
dalla morte certa
anima dell’anima
stravolta dalla guerra.
Con rude mano
spinta tra il bestiame
fu d’un carro merci:
fu stuprata.
Tutti i soldati
furono nemici,
i più nemici
i suoi compatrioti.
All’alba fu trovata
morta dissanguata
vita perduta
da morte liberata.
Anniversario
Tratto di strada
lungo io percorsi
mano nella mano
sempre a te vicino.
Ti ressi e mi reggesti
in mezzo alla tempesta
felici noi gioimmo
dopo la bufera.
Fummo colombi
svolazzanti e paghi
liberi nel cielo,
nel ciel di primavera.
Bambina
Sul monitor
se appari all’improvviso
sul volto mio s’accende
gran letizia
che l’animo rallegra
e il cuore inonda.
Dimentico gli affanni
le inutili diatribe
dimentico il grigiore
dei giorni miei
trascorsi nella rabbia
vissuti nella nebbia
e nella noia.
M’appari luminosa
splendida bambina
virgulto di mia pianta
ormai ingiallita.
Bolero
Bolero
musica sognata
tra le dune
di sabbia infuocata
o in rigide notti alpine
con voci di fantasmi
in tenebrosi giorni
o al galoppo
di arabi cavalli
o scalpitanti
in mezzo alle brughiere.
Amori e odi
risentimenti tutti
restano fuori
dall’attimo presente
e al cielo vanno
snodandosi leggeri
come cirri al vento.
Musica arcana
che l’animo frantuma
e il cuor fa lacrimare.
Bolero
musica arcana.
Bolle di sapone
Tra le mani scoppiano
le iridescenti bolle
con colori mille
cangianti al sole.
Scoppiano sul viso
tra le mani piccole
scoppiano tra i capelli
della mia piccola
nipotina Asia
mentre le insegue
con le braccia alzate
al sole e all’infinito.
Piccoli trilli
forano il suo cielo
con le bolle
dai colori mille
cangianti al sole
in pieno luglio
in mezzo alla campagna
tra l’assordante
frinire di cicale.
Carezza
Sulla mia pelle
nell’estrema
pagina di vita
del vento la carezza
ho sperato.
Come volo
di farfalla lieve
che posa sulle membra
nell’infocato luglio
come soffio
di verde primavera
o bacio dolce
di tenera fanciulla
vergine e pura
ho sperato
di sentir stasera.
Poi avviarmi
con passi lenti e certi
verso il riposo
che non dà ritorno,
verso il riposo
che tutto trasfigura
in oblio eterno.
Chissà
Chissà se ognuno sa
che gli umani tutti
e gli animali
e forse anche le cose
han fremiti di gioia
o di dolore,
disperazione e morte
o speranza d’alba
che a venire tarda.
Con idillio sente
il creato tutto
pure se privo
di modo e d’espressione.
Ogni individuo
è un poeta nato
pur se inespresso.
Solo chi ha mezzi
per estrinsecare
detto vien poeta,
ma tutti siam poeti
se guardiamo il mondo
con occhi di fanciullo,
se per alba chiara
o per tramonto rosa
il cuor ci ride o piange,
per amor trovato
o per amor perduto.
Cicala
Della cicala
il frinire antico
nel pieno pomeriggio
del tardivo agosto
dentro gli orecchi miei
rimbomba.
La frivola cicala
sugli alberi bruciati
dal fuoco malandrino
invaso ha tutto.
La cicala amica
compagna da cent’anni
del contadino
che tra le zolle nere
ha trascorso gli anni
di tutta la sua vita.
I monti intorno
bruni sotto il sole
immoti stanno
dopo gli incendi
di chi è senza amore.
Il vespro è caldo
torrido d’agosto
e tu tranquillo
non avrai un posto
ove le membra
possa riposare
ove tu possa
vivere ed amare.
La cicala amica
anche per te
è l’unica compagna.
Colomba
Come colomba
dispiegate l’ali
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Inviato da: giorgia19.90
il 06/12/2009 alle 01:22