Ultima tappa: Kalibo e rientro a Roma
Lasciamo con un magone allo stomaco l' isola di Boracay con la speranza di poterci ritornare al più presto e ci riavventuriamo per raggiungere Kalibo, dove pernotteremo per poi iniziare la maratona degli aerei tra Manila, scalo a Dubai e rientro a Roma.
Solite contrattazioni con gli autisti per un passaggio fino all' aeroporto di Kalibo dove ci aspetta il pulmino del residence "Sampaguita Gardens" che ci accompagna nel resort. Prendiamo per la prima volta un jeepness e ci rendiamo conto di come funzionano questi jeepponi addobbati stracolmi di gente che salgono e scendono a richiesta. Attenti a non dare capocciate al soffitto in quanto molto bassi, però, tranne qualche tragitto dove si riempie al massimo ed i passeggeri sono costretti a stare aggrappati all' esterno del mezzo, risulta abbastanza comodo per noi che stiamo seduti.
Il Sampaguita Gardens è anche questo un bel residence molto curato e particolare: il fondatore (non so se definirlo un genio oppure un matto) ha addobbato questo resort in maniera natalizia per 365 giorni l' anno con conseguenti canzoni natalizie in sottofondo che ti ammorbano dalla mattina alla sera. C' è un edificio che vende tutti gingilli natalizi, la zona thailandese con tanto di ristorante e sala massaggi, c' è il reparto cinese, chiese cristiane, buddhiste, parco giochi per bambini, piscine, fiori, acquari, insomma un bel resort che compensa la bruttezza del mare e delle spiaggie di Kalibo che non hanno nulla a che vedere con quelle di Alona o Boracay.
Prendiamo l' ultimo sole in piscina e la sera mangiamo del pesce al ristorante Thailandese, molto bello e curato come i locali in di quelle parti.
Il mattino seguente prendiamo l' aereo per Manila coscienti che arrivati a questo punto la nostra vacanza è veramente finita. Arriviamo all' aeroporto domestico di Manila, e prendiamo lo shuttle per quello internazionale dove dovremo rimanerci per 6 ore prima di imbarcarci per Dubay. Andare in giro per Manila con tutti i nostri bagagli e tutto quel caos (per fare tre chilometri ci abbiamo impiegato quarantacinque minuti), non valeva proprio la pena, così ci autoimprigioniamo nell' aeroporto.
Si parte dopo aver preso una batosta per pagare un incomprensibile e 'lussuosa' tassa di imbarco ed arriviamo a Dubay dove facciamo uno scalo di 8 ore. Arriviamo a mezzanotte ed anche qui non valeva assolutamente la pena di uscire dall' aeroporto per visitare un paio d' ore una città dove non vedi assolutamente nulla perchè è notte. L' aeroporto è un vero e proprio dormitorio dove non capisco il perchè, gli arabi dormono sdraiati in terra sotto le sedie non consentendo così di poter far sedere chi vuole riposarsi o chiudere gli occhi stando seduto e non sdraiato. Comunque l' aeroporto è modernissimo e molto bello con un vero e proprio centro commerciale interno e con negozi che espongono lucidissime ottonerie ed oggetti d' oro, così da farci passare velocemente le 8 ore di attesa.
Anche all' ultimo imbarco, immancabile ritardo di partenza (quasi due ore) e ultimo aereo per Roma. Per oltre un ora e mezza attraversiamo il deserto, un panorama monotono ma suggestivo. Fortunatamente trovo nella tasca dei sedili i vari programmi dei televisorini che abbiamo a disposizione; casulmente scopro un infinità di canzoni, album e video musicali di artisti che mi vanno a genio. Riesco ad ascoltare solo Peter Frampton, Led Zeppelin, Metallica e Genesis per tutta la tratta Dubai-Roma, dispiaciuto di non aver potuto avere tempo sufficiente per poter ascoltare tantissimi altri artisti che mi piacevano e stavano in lista.
Arrivati a Fiumicino, abbandoniamo le magliette estive a maniche corte, ci rimettiamo i vestiti pesanti, riassaporiamo le basse temperature invernali italiane e ci rendiamo veramente conto che ormai ciò che abbiamo fatto diventa solamente un ricordo......o un sogno????