Stanton Moore - Tra jazz, funk, New Orleans e tradizione
Nascere e crescere a New Orleans significa, per un musicista e in particolar modo un batterista, avere un marchio ed uno stile ben definito.
Ormai e' stabilito che il jazz, come forma musicale, sia nato qui e di conseguenza le basi del ritmo e della batteria primordiale.
Non tutti sanno invece che la tradizione bandistica deve gran parte della sua fama ad una delle
piu' grosse concentrazioni di siciliani di tutti gli Stati Uniti che portarono qui la cultura dalle bande
dei paesi di questa splendida isola.
Questa divagazione di carattere "patriottico" spiega in poche parole una parte delle origini delle band
formate da bianchi e/o neri che si esibivano nelle strade, nei funerali, nelle feste o nei locali da ballo.
La grancassa, il rullante e i piatti, suonati ognuno da singoli elementi, vengono a formare la batteria
cosi' come oggi la conosciamo e il batterista jazz di quegl' inizi tumultuosi suonava il beat con la cassa
contro le melodie e l' accompagnamento sul rullante: se non sbaglio il charleston era un piatto a sinistra
la cui altezza non raggiungeva i 50-60 cm. e solo dopo è stato inventato il sitema a molla
che permetteva tramite pedale di aprire e chiudere i 2 piatti.
In seguito la fusione fra tradizione bandistica bianca con i canti e ritmi di origine afro-caraibica,
ha dato vita a quel modo unico di intendere il ritmo, a quell' incedere con cassa sincopata
che prende spunto direttamente dal Son-Clave cubano 3/2 mentre sul rullante le marce ritmicamente
"trascinate" da rulli pressati, sporchi, e accenti sul bordo iniziano a essere costruite sul nuovo beat
ormai tutto africano.
Ai giorni nostri alcuni fra i piu' grandi da New Orleans sono Zigaboo Modeliste, dei favolosi "Meters", John Vidacovich, Herlin Riley, Willie Green dei Neville Brothers e Stanton Moore.
Stanton Moore e' semplicemente un fuoriclasse per la semplicita' e la naturalezza con cui suona questi stili ed e' allo stesso modo semplice e geniale la sua idea del maneggio RRLRRLRL...L' uovo di Colombo!!
VIDEO su YouTube dell' idea RRLRRLRL
Non e' tanto la semplicita' di suonare RRLRRLRL (con la cassa sul primo dei RR e col singolo R) ma il modo e l' intenzione di suonare "In The Crack" che vuol dire "nel buco", " nella crepa", "a cavallo di".
Come spesso succede a cavallo di terzine e sedicedimi quando si suona jazz o funk:
i primi non sono mai troppo precisi e le seconde sono sempre un po dilatate e questo
e' il succo dello swing, del ballo e del groove...
Questo e molto di piu' su www.stantonmoore.com
Inviato da: mv59
il 14/10/2006 alle 22:53