Giornalista per caso

Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74

Creato da stefano.carina il 01/05/2009

 

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LO SCIOPERO E' REALTA': IL CAMPIONATO SLITTA. OGGI ULTIMA DISPERATA MEDIAZIONE

Post n°789 pubblicato il 25 Agosto 2011 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA – Il campionato può attendere. Si profila un nuovo weekend al mare per milioni di tifosi italiani che sabato e domenica, anziché riempire gli stadi, potranno godersi l'ultimo sole di agosto. Già, perché quello che era nell'aria da un paio di giorni, ieri si è puntualmente avverato: la firma sul contratto collettivo da parte della Lega di A non è arrivata. Dopo un Consiglio Federale mattutino che aveva lasciato aperto qualche spiraglio, è bastata un'assemblea di poco più di un'ora fra i club di serie A per rendersi conto come solamente il Cagliari e il Siena fossero favorevoli alla sottoscrizione dell'accordo. Alla fine la votazione è stata quasi unanime: 18 contrari e 2 favorevoli. A dare l'annuncio del fallimento della trattativa, il presidente Beretta: «L'assemblea di Lega ha respinto l'accordo con una maggioranza cospicua». Singolare come poco dopo la certificazione dello stop, sia andato in scena un festival delle recriminazioni, quasi che la decisione appena presa, fosse stata subita: «Qui stiamo fallendo tutti - le voci alterate dall'assemblea - cosa diranno i nostri tifosi?». Oppure: «Non vendiamo uno straccio di abbonamento e stiamo pure a discutere se si gioca o no?», la perplessità di Cellino. C'è pure chi ha provato a sdrammatizzare: «Basta farsi prendere in giro dall'Aic, risparmino sulla barca da due milioni di euro: io ho il gommone...», la replica indiretta e divertita di Leonardi, dg del Parma. In realtà c'è poco da scherzare. A pesare sul no della Lega di A c'è sia l'articolo 4 sul contributo di solidarietà (le società esigono che a pagarlo siano i giocatori) che l'articolo 7, quello sui fuori rosa, con i club che ora pretendono che lo staff tecnico organizzi «allenamenti differenziati per tutto il tempo ritenuto necessario». In realtà soprattutto sul primo punto si tratta di un falso problema visto che l'Aic ha già dato la propria disponibilità sulla manovra aggiuntiva del Governo. Sull'articolo 7 («Il calciatore in ogni caso ha diritto di partecipare agli allenamenti e alla preparazione pre-campionato con la prima squadra»), invece, l'interpretazione data martedì dal presidente Abete - «Quando si parla di ambiente consono alla dignità professionale del calciatore, deve intendersi evidentemente quello dedicato al gruppo di prima squadra» - è stata ritenuta troppo pro Assocalciatori, non avendo chiarito la durata delle «ragioni tecniche temporanee per cui si possono organizzare allenamenti differenziati». Sottigliezze ma quanto basta per far saltare il banco e irritare lo stesso Abete che aveva cercato la mediazione con il placet del sindacato. «Qualcuno ha interesse che la serie A non giochi - ha tuonato Tommasi - e comunque al momento non ci sono le condizioni per scendere in campo. Lo abbiamo detto più volte: non si gioca senza la firma del contratto e qui gli argomenti appaiono pretestuosi. Siamo sorpresi da come è stato detto no, chi ha proposto le modifiche non ha lasciato la delega per firmare e ha chiuso formalmente l'assemblea». Non ha tutti i torti: se questa mattina, nel Consiglio Federale che riprenderà alle ore 11, si trovasse clamorosamente l'accordo, non ci sarebbe nessuno della Lega di A che avrebbe i poteri di firma. Beretta, come da copione, non ha trovato di meglio che prendersela con l'Assocalciatori: «Se non si gioca è perché l'Aic non vuole firmare la norma sul contributo di solidarietà, viene il sospetto che ci sia qualcosa sotto». Accuse e controaccuse che lasciano il campo alle sole speranze di Abete che per ribaltare una partita che sembra oramai persa ha a disposizione un solo asso nella manica, rappresentato dall'istituzione di un commissario ad acta con l'estromissione di Beretta e soci dalle trattative. Ma il presidente federale accetterà la sfida politica o si limiterà a sperare in un ravvedimento improbabile? Ieri il numero uno di via Allegri, sembrava più propenso alla seconda possibilità: «Non ho avuto risposte convincenti, la Figc ha il dovere di non arrendersi, ma essere ottimisti è difficile. Se non si gioca è una ferita inutile, diamo una rappresentazione negativa del mondo del calcio e creiamo un danno economico. Non capisco questo braccio di ferro inutile. Di certo non c'è stato il rispetto degli impegni assunti. Avevo detto che mi vergognavo un po', ora possiamo togliere anche il po'». STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 25-08-11

 
 
 
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