ROMA – Il rischio che questo processo si riduca mediaticamente a Conte, Bonucci e Pepe, è alto. E invece, davanti alla Commissione Disciplinare, oltre alle articolate difese dei tesserati più famosi e dei club (ieri andate in scena quelle di Lecce e Bologna), ci sono tante storie che meritano di essere raccontate. Come quella del portiere Padelli, accusato di illecito e per il quale sono stati richiesti 3 anni di squalifica: «Sono stati soltanto anni di lavoro e sacrifici a portarmi a raggiungere il sogno di giocare in serie A che avevo fin da bambino - ha spiegato - e ora sono qui, accusato di illecito sportivo. Essendo stato due anni a Bari e avendo avuto la possibilità di giocare soltanto tre partite, quelle erano le mie grandi occasioni. In quel Palermo-Bari, gara di fine stagione, dovevo dimostrare il mio valore, perché non scendevo in campo da sette mesi, proprio dalla partita di andata. Se fossi stato a conoscenza di qualche combine, secondo voi avrei parato il rigore che avrebbe permesso il raggiungimento dell’accordo?». Ma c’è anche chi, come Di Vaio, chiede semplicemente che vengano fugati i dubbi: «Sono emozionato perché mi sto giocando una delle partite più importanti della mia vita se non la più importante. Sinora, per quanto mi riguarda, ho sentito utilizzare dal procuratore Palazzi solo i termini verosimile e presumibilmente. Mi dispiace ma non lo posso accettare. Se devo smettere di giocare,datemi almeno delle certezze di quello che avrei fatto. Sinora ho ascoltato solo dubbi e accuse basate sul verosimile, solo perché ero capitano e dovevo decidere per altri 18 giocatori. Palazzi in questo momento ha soltanto dubbi. Soltanto questo». STE CAR
ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 05-08-12
Inviato da: Mauro Brandani
il 21/03/2018 alle 20:32
Inviato da: Mauro Brandani
il 19/03/2018 alle 12:55
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il 05/09/2012 alle 04:51
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il 05/08/2012 alle 10:02
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il 05/08/2012 alle 09:52