Giornalista per caso

Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74

Creato da stefano.carina il 01/05/2009

 

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SLITTA L'ADDIO DEI SENSI. COLPO DI CODA DI ROSELLA

Post n°315 pubblicato il 06 Luglio 2010 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA. Restano in archivio, nei computer dei giornalisti previdenti, gli articoli che ripercorrono i 17 anni dell’Impero dei Sensi nella Roma: lo scudetto, Zeman, Capello, i rolex e gli scontri con Galliani e Moggi, i russi e gli americani, Fioranelli e l’aggiotaggio. «Sospensione tecnica, non rinvio della riunione», dice l’Arbitro delle contesa Unicredit-Sensi, che tiene in bili­co anche il futuro della Ro­ma. Cesare Ruperto fu Arbitro del calcio italiano nel 2006 giudicando da presidente Caf Calciopoli: oggi per le mani gli passa il destino della squadra che è «core de ‘sta città», che è Roma. Ci si ritrova giovedì alle 18, dopo un lunghissimo round tra ma­nager e avvocati. Non è ancora tempo di addio, nonostante le premesse; nonostante le due riunioni di ieri nello stu­dio di Cesare Ruperto dovessero essere quelle decisive per evitare il tracollo verso la paralisi dell’arbitrato sul debito non onorato da 325 milioni di euro nei confronti dell’istituto di Alessandro Profumo, l’interista ricordano tutti qui.
ROSELLA TRAGHETTA. Non molla, Rosella. E la Sen­si, con grinta certo figlia del dna paterno, tiene ancora in scacco Unicredit, nonostante i suoi 325 milioni di debiti e le scadenze saltate, dribblate: è l’Italpetroli, ma tutti ci leggono in filigrana la Roma e la parola dribbling ci sta. Proprio sul controllo del club calcistico si litiga o ci si incontra in una giornata drammatica, frenetica, durissima: l’arbitro della contesa, Cesare Ruperto, che con la Caf di Calciopoli si fece un’idea di quanto importante fosse il calcio cita Churchill quando ricorda che «gli italiani giocano le partite di calcio come fossero guerre e fanno le guerre come partite di calcio». Ma la questione s’è incanalata nella direzione che porterà alla cessione di un bel po’ di asset, compresa la squadra di calcio, ma? Il ma è quello che ha imposto lo stop-and-go del pomeriggio: altro che pausa pranzo. Si litiga, là dentro in via Ferrero di Cambiano, nella zona vip di Vigna Stelluti (zona di grandi laziali, a dire il vero). Perché la Banca, nonostante le voci corse e rimbalzate freneticamente su passaggi di consegne immediati da Unicredit a imprenditori romani ( Angelucci, dice qualcuno), avrebbe chiesto un’uscita “morbida” alla Sensi: permanenza alla presidenza e conferma dell’organigramma societario fino alla cessione del­la Roma, per non stravolgere l’asset Totti& C. e non farlo deprezzare per problemi di gestione calcistica. Tanto la linea dell’autofinanziamento è quella sposata dalla Sensi dal 2004 (patto con Capitalia per il salvataggio). Ma gestire in nome e per conto, da parte di chi non vorrebbe farsi spogliare del bene più prezioso e redditizio, la Roma ha un costo: rieccoci, allora, sulle montagne russe del “quantum” lasciare alla famiglia Sensi per mollare il resto del pacchetto fatto di case, impianti petroliferi e gambe miliardarie di calciatori dei quali ieri s’è occupato persino (e con un’intera pagina) il Financial Times. Dai 30 milioni di beni concessi come buo­nuscita s’è giocato - con toni accesissimi da parte di Rosella, a tratti una vera furia pare - al rialzo. Stop e ripresa con toni più distesi: poi la so­spensione finale quando è buio.
BOOM IN BORSA. Altri tre giorni, con in mezzo il pas­saggio della certificazione del bilancio, ad ora impossibile senza accordo. La bozza impostata dai legali («ma nessun memorandum d’intesa», precisa l’avvocato dei Sensi, Gambino) può far guadagnare un altro rinvio per mette­re i bolli sui conti. Nel frattempo i numeri sono quelli della Borsa: Consob pretende per oggi un comunicato di chiarimento da Italpetroli (arriverà prima dell’apertura del segmento Star, alle 11), intanto passa di mano il 4 per cento delle azioni (5,4 milioni di pezzi, contro una media di 500 mila) e a fine giornata un più 7,17 per cento che porta il titolo giallorosso a quasi un euro ad azione.
PENSAVO DI FINIRE. «L’udienza prosegue, non è finita - ci tiene a dire Ruperto, che aveva previsto di chiudere ie­ri e oggi deve aggiornare l’agenda. Pensavo di finire, ma non s’è chiuso mica a causa dei dissensi: stiamo facen­do la “puntazione” degli asset. L’arbitrato? Se non firmo, non è scongiurato: non ci saranno più rinvii, giovedì si chiude. Il cda di Italpetroli? Per me è indifferente». Di cer­to non è indifferente la Roma del calcio: radio che trasmet­tono “Tutto l’arbitrato minuto per minuto”, gente che fa trillare i centralini dei giornali. Chi solidarizza con Mamma Roma, Rosella; chi conta i minuti nonostante gli anni di successi e quel debito divenuto voragine anche per pagarsi l’amore per la Roma. Roma fibrilla e il Cesare Ruperto ora cattura più atten­zioni dell’Imperatore Adriano. Churchill aveva capito tutto. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 06-07-10

 
 
 
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