Don Pablo

Fatti e misfatti

Come vola il tempo o, forse, è la velocità d’informazione che ha deciso di divorare la misura stessa  del tempo?
E’ passata solo una settimana da quando, noi tutti cittadini italiani, ci siamo divisi circa la giustezza o meno di una legge etica; di quanto fosse giusta l’intromissione di uno stato laico sulle scelte di coscienza dei suoi cittadini o meno; da quando c’è stato un focolaio che aveva raggiunto l’apice maggiore con l’attacco alla Costituzione con parole anche forti da parte del maggior rappresentante del governo.
Oggi mi ritrovo a dover pensare all’ondata di notizie riguardanti gli stupri e, più in generale, sulla sicurezza di noi tutti abitanti di questo beneamato Paese.
Sette giorni con in mezzo le dimissioni di Mentana, il passaggio di Mastella al PDL, altre morti bianche, Bossi che difende la Costituzione, le elezioni in Sardegna ecc ecc.
Troppo! Pure per chi cerca di avere un minimo di interesse civico. Non faccio in tempo a cercare di riflettere su un accadimento che già mi trovo a dover cambiare completamente argomento e dirottare la linea di pensiero su altri temi ugualmente scottanti.
Nel frattempo devo invece andare , con molta fatica, a spulciare tra le linee dei quotidiani per trovare qualche notizia circa la crisi economica che, a detta dei più grandi economisti, è la più grossa degli ultimi 40 anni.
Tutta questa confusione mi rende sempre più cinico e voglioso di verità. Ideale che si sa, in Italia, ha un prezzo sempre esageratamente alto e difficilmente puro.
Cerco di comprendere , guardandomi intorno e mirando ai fatti della quotidianità a me vicina, quale essa sia. Io noto una terrificante situazione economica che sta facendo calare vertiginosamente il lavoro nelle aziende. E non parlo per slogan o per mandati elettorali. Parlo per il coinvolgimento in prima persona. Lavoro nel campo della carpenteria /meccanica e vi posso assicurare che la situazione non è poi così rosea.
Mi aspetto tutti i giorni qualche notizia che smentisca le mie preoccupazioni ma , invece, continuo a vedere celata la soluzione, o quantomeno la proposta di soluzione, a questa congiuntura economica.
Nel frattempo veniamo chiamati, ( mi riferisco all’opinione pubblica ), a dover esprimenre continuamente giudizi su fatti di cronaca. Ho forse sempre sbagliato nel credere che la storia si dovesse occupare dei fatti più vecchi per lo meno di 5 anni? Che la cronaca dovesse fotografare la realtà attuale e che la politica invece dovesse costruire, sulla base di dati forniti dalla storia e dalla cronaca,  le strade per indirizzare in modo programmatico i fatti che sopraggiungeranno nei prossimi cinque?
Sono preoccupato perché mi sembra che ormai la politica sia legata alla cronaca. Non riesco ad intravedere quale sia il cammino. Andare alla cieca, saltando gli ostacoli che da mondo è mondo la vita ci frappone, non concede al cammino anche l’entusiasmo di una corsa.
Non entro e non voglio entrare nel merito di un decreto piuttosto che l’altro. Non mi interessa, o meglio, mi interessa per il ruolo civico che mi spetta. Ma quello che voglio è poter vedere chiaro; ambire ad avere una informazione libera che, lontana da logiche mirate alla sua strumentalizzazione, possa analizzare e approfondire gli eventi senza che, gli stessi, ci vengano solamente “comunicati”. I titoli dei giornali li ho sempre intesi importanti per catturare l’attenzione ma quello che dà valore ad un articolo, per quello che mi riguarda, è il suo contenuto, la capacità del giornalista di analizzare il fatto per poi tesserlo al contesto della società civile che l’ha prodotto.
Continua ad esserci, a mio avviso, un lavoro ai fianchi fatto di colpi alle nostre coscienze. Il mondo inquina? E’ colpa tua che consumi! C’è la crisi? E’ colpa tua che non consumi! Ci sono gli stupri? E’ colpa degli immigrati o del tuo modo di accettarli. Insomma, risposte secche che lasciano poco spazio ad una discussione vera.
L’assenza di un ragionamento condito di assunti sociologici e dello studio dei vari fenomeni partendo dalla base storica e culturale, determina a mio avviso la nascita della confusione e la sopravvivenza di un governo che, anziché tendere ai prossimi 5 anni, legifera la legge necessaria al giorno dopo per poi, magari, sostituirla nei due giorni a venire perché i fatti hanno deciso che così doveva andare.
Intanto continuo a vivere come un pesce immerso nell’acquario che, nel suo vagare fra le quattro mura di vetro, aspetta quotidianamente il mangime per la sua sopravvivenza. E come quel pesce, mi sento condotto in un ambiente artificioso in cui si è privati della naturale capacità di trovare il cibo necessario a nutrire l’esile corpo. A questo punto, non resta quindi che sperare nella memoria dell’uomo a cui siamo affidati per poter giovare delle briciole a noi necessarie e , nel caso ciò non dovesse accadere, urlare tutti in coro, a squarcia gola:
”RICORDATI DI NOI, CARO PROPRIETARIO DI CASA! NUOTIAMO E VIVIAMO PER ABBELLIRE IL TUO HABITAT E  PER COLORARE I TUOI GIORNI DI MOMENTI SPENSIERATI.
AFFIDIAMO A TE LE NOSTRE SORTI IN CAMBIO DI DANZE, D’AMORI, DI GESTI NATURALI OFFERTI AL TUO PERSONALE GRANDE FRATELLO!”   
 
Don Pablo - Giovanni Marotta -