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Due giorni e mezzo.

Post n°349 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da violascoppia

Sì lo so. Come al solito mi prenderò della cretina, ma me lo merito, quindi accetto. Dopo aver sofferto le pene dell'inferno fino al primo sera, naturalmente, mi sono presentata all'appuntamento in perfetto spolvero il 2, quando lui si è reso disponibile. E naturalmente, per non fare la zitella acida e rompiballe, non ho detto nulla: felice di ritrovarti, finalmente un po' di tempo insieme, un po' silenziosa (il rancore, comunque, ti rimane dentro), ma disponibile come sempre. E di nuovo promesse a lungo termine, ammissioni di avere sbagliato, ma di avere bisogno di tempo... (si vabbè, avessimo 20 anni avremmo tutto il tempo davanti a noi, ma essendo io quasi cinquantenne lui quasi sessantenne... l'osservazione può diventare decisamente ridicola). Tentando di dimenticare, ho passato due giorni e mezzo nella solita nuvoletta rosa (e questo, a quanto ho capito, per lui dovrebbe essere quello che mi tiene a galla, quello che mi ripaga di tutto, quello che mi fa stare zitta per il resto del tempo. Io dovrei vivere nel ricordo dei defunti minuti insieme ed essere piena di amore  riconoscenza ed entusiasmo per tutto quello che invece mi toglie). L'ultimo giorno, prima di tornare a casa (naturalmente alle sei, perché lui doveva far pesenza a casa, mentre avrei potuto stare anche a cena con lui, ma non mi sono osata di chiedergli tanto, poiché, quando ho saputo di questa possibilità, mi è sembrato titubante), gli ho fatto presente che ad agosto, molto probabilmente, faremo le ferie separate: una settimana marito da solo, una settimana insieme, una settimana io da sola)... Gravissimo problema (dammi tempo le cose cambieranno: cavolo alle vacanze mancano sei mesi, quanto tempo vuoi ancora, sono tre anni e mezzo che vivo nella speranza): lui ha, come sempre, intenzione di prenotare al solito posto per le solite tre settimane, con la famiglia. Quindi niente è cambiato, niente cambia, niente cambierà. La sola possibilità è fare la mia settimana con lui l'ultima di agosto: così lui si para il culo con la famiglia e, quando sono tutti abbronzati, rilassati e contenti, può stare con me. 

E poi... Naturalmente, si torna in montagna con moglie e figli a festeggiare l'Epifania. E da lì, quasi più nessun contatto. Ci si sveglia tardissmo (quindi poca possibilità di scrivere sms prima che si sveglino qui), non si esce di casa (quindi pochissime telefonate a ore impensate e possibili solo perché io sono in una situazione diversa dalla sua), blindato in casa con tutti gli altri, cene con il colonnello suo amico a orario Molinette. E io di nuovo completamente sola. Sabato (speravo cenasse in casa per poter messagiare almeno un po' con lui) figlio fuori con gli amici, marito dalla fidanzata e io, come sempre più spesso mi capita, di nuovo qui, completamente abbandonata, davanti al computer.

Certo non devo lamentarmi. La colpa è mia e solo mia. Sono un'imbecille e ho solo quello che mi merito: stare male, da sola, senza speranza, ma cocciutamente legata a lui, che millanta, che fa lo slalom cercando di salvare capra e cavoli e facendomi un male da morire, ma tanto chi se ne frega, io sono sempre a disposizione.

Coglioni si nasce. E io sono nata così. So solo una cosa: quando non ce la farò più scoppierà una bomba che distruggerà tutto. Tutto di me, ma tutto anche di lui. Quando mi avrà atterrato, con il suo finto progetto di vita insieme che non si avvererà mai, e quando io me ne sarò accorta, per lui sarà finita. Questa volta, ha trovato una stupida, ma che non mollerà fino a quando non lo verdrà davvero a terra. Perché gli ho dato la mia fiducia, perché ho creduto in lui, perché sapeva cosa aveva per le mani dal primo giorno in cui mi ha conosciuta. Se vuole giocare con me ha sbagliato giocattolo: ha trovato una bomba a orologeria, che può essere tutto quello che lui vuole, ma che può fare terra bruciata prima di distruggere se stessa. Perché è vissuta nell'abbandono ed è di nuovo abbandonata, perché di nuovo si ritrova a rosicchiare gli ossi che cadono dalla tavola, perché insiste a credere a una chimera, ma prima o poi si sveglierà. E quando questo succederà, non si ritirerà in silenzio. Mi dispiace: lui sapeva, sapeva tutto di me, la sola cosa che gli ho chiesto non è stata stai con me, ma non mi fare male, ne ho già patito troppo.

Persone così non dovrebbero esistere. E nemmeno persone come me. Ma la fine, quando arriverà, non sarà lieve per nessuno dei due.

 
 
 
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