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ODE AL GIORNO FELICE (Pablo Neruda)

Post n°351 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da violascoppia

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

 

 

 
 
 

Una Poesia che, tanto tempo fa, lui mi ha dedicato

Post n°350 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da violascoppia

Soltanto non sarebbe

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io non ti
avessi mai incontrata

 

Meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che verrà

 

E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l’impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica

 

La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrato
Soltanto non sarebbe la mia vita

Erich Fried

 
 
 

Due giorni e mezzo.

Post n°349 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da violascoppia

Sì lo so. Come al solito mi prenderò della cretina, ma me lo merito, quindi accetto. Dopo aver sofferto le pene dell'inferno fino al primo sera, naturalmente, mi sono presentata all'appuntamento in perfetto spolvero il 2, quando lui si è reso disponibile. E naturalmente, per non fare la zitella acida e rompiballe, non ho detto nulla: felice di ritrovarti, finalmente un po' di tempo insieme, un po' silenziosa (il rancore, comunque, ti rimane dentro), ma disponibile come sempre. E di nuovo promesse a lungo termine, ammissioni di avere sbagliato, ma di avere bisogno di tempo... (si vabbè, avessimo 20 anni avremmo tutto il tempo davanti a noi, ma essendo io quasi cinquantenne lui quasi sessantenne... l'osservazione può diventare decisamente ridicola). Tentando di dimenticare, ho passato due giorni e mezzo nella solita nuvoletta rosa (e questo, a quanto ho capito, per lui dovrebbe essere quello che mi tiene a galla, quello che mi ripaga di tutto, quello che mi fa stare zitta per il resto del tempo. Io dovrei vivere nel ricordo dei defunti minuti insieme ed essere piena di amore  riconoscenza ed entusiasmo per tutto quello che invece mi toglie). L'ultimo giorno, prima di tornare a casa (naturalmente alle sei, perché lui doveva far pesenza a casa, mentre avrei potuto stare anche a cena con lui, ma non mi sono osata di chiedergli tanto, poiché, quando ho saputo di questa possibilità, mi è sembrato titubante), gli ho fatto presente che ad agosto, molto probabilmente, faremo le ferie separate: una settimana marito da solo, una settimana insieme, una settimana io da sola)... Gravissimo problema (dammi tempo le cose cambieranno: cavolo alle vacanze mancano sei mesi, quanto tempo vuoi ancora, sono tre anni e mezzo che vivo nella speranza): lui ha, come sempre, intenzione di prenotare al solito posto per le solite tre settimane, con la famiglia. Quindi niente è cambiato, niente cambia, niente cambierà. La sola possibilità è fare la mia settimana con lui l'ultima di agosto: così lui si para il culo con la famiglia e, quando sono tutti abbronzati, rilassati e contenti, può stare con me. 

E poi... Naturalmente, si torna in montagna con moglie e figli a festeggiare l'Epifania. E da lì, quasi più nessun contatto. Ci si sveglia tardissmo (quindi poca possibilità di scrivere sms prima che si sveglino qui), non si esce di casa (quindi pochissime telefonate a ore impensate e possibili solo perché io sono in una situazione diversa dalla sua), blindato in casa con tutti gli altri, cene con il colonnello suo amico a orario Molinette. E io di nuovo completamente sola. Sabato (speravo cenasse in casa per poter messagiare almeno un po' con lui) figlio fuori con gli amici, marito dalla fidanzata e io, come sempre più spesso mi capita, di nuovo qui, completamente abbandonata, davanti al computer.

Certo non devo lamentarmi. La colpa è mia e solo mia. Sono un'imbecille e ho solo quello che mi merito: stare male, da sola, senza speranza, ma cocciutamente legata a lui, che millanta, che fa lo slalom cercando di salvare capra e cavoli e facendomi un male da morire, ma tanto chi se ne frega, io sono sempre a disposizione.

Coglioni si nasce. E io sono nata così. So solo una cosa: quando non ce la farò più scoppierà una bomba che distruggerà tutto. Tutto di me, ma tutto anche di lui. Quando mi avrà atterrato, con il suo finto progetto di vita insieme che non si avvererà mai, e quando io me ne sarò accorta, per lui sarà finita. Questa volta, ha trovato una stupida, ma che non mollerà fino a quando non lo verdrà davvero a terra. Perché gli ho dato la mia fiducia, perché ho creduto in lui, perché sapeva cosa aveva per le mani dal primo giorno in cui mi ha conosciuta. Se vuole giocare con me ha sbagliato giocattolo: ha trovato una bomba a orologeria, che può essere tutto quello che lui vuole, ma che può fare terra bruciata prima di distruggere se stessa. Perché è vissuta nell'abbandono ed è di nuovo abbandonata, perché di nuovo si ritrova a rosicchiare gli ossi che cadono dalla tavola, perché insiste a credere a una chimera, ma prima o poi si sveglierà. E quando questo succederà, non si ritirerà in silenzio. Mi dispiace: lui sapeva, sapeva tutto di me, la sola cosa che gli ho chiesto non è stata stai con me, ma non mi fare male, ne ho già patito troppo.

Persone così non dovrebbero esistere. E nemmeno persone come me. Ma la fine, quando arriverà, non sarà lieve per nessuno dei due.

 
 
 

Vita da casalinga... frustrata!

Post n°348 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da violascoppia

E' dal 29 sera che lavo, stiro, pulisco case, pulisco bagni, passo aspirapolvere, lavo e stiro. La signora che mi aiuta di solito è in vacanza (beate lei), io invece sono qui. Cambia le lenzuola, pulisci gli specchi, spolvera, aspira e aspira, cerca di far asciugare tutto quello che hai lavato... Accidenti, non sono fatta per questa vita! Beh, di buono c'è che non ho il problema della parrucchiera per la festa di fine d'anno e nemmeno della depilazione. Posso rimanere pelosa e spettinata. Tanto nessuno mi vedrà. Oggi sono stata a un passo dal comprarmi un anello che mi piaceva davvero tanto, che avevo segnalato per il mio ex compleanno, ma che era stato giudicato di gusto assolutamente inammissibile (forse oggi ho capito perchè): poi ho desistitio. Sarebbe stata una spesa inconsulta, soprattutto di questi tempi. Una doppia soddisfazione, ma irrazionale. Invece mi sono comprata un buffo paio di parigine "da letto", non so quando le userò, ma mi è piaciuto. Stanno tanto bene con la camicia corta e plissettata che ho comprato un po' di tempo fa. Ora sono a casa. Mi sono fatta un'accurata pedicure, aspetto che asciughino le ultime lavatrici, e così festeggerò il mio capodanno. Ieri sera ho anche acceso una delle mie candele. Non avevo mai avuto il coraggio di farlo: mi sembravano troppo belle per essere usate davvero. Ma ieri sera ci voleva. Non ho assolutamente niente in casa per la mia cena. Non ho nemmeno voglia di prepararmela. Non ci penso proprio. Non ho nemmeno mangiato a pranzo... Tanto non ho fame. Natale e Santo Stefano mi sono bastati. Cosa farò questa sera? Niente. Con chi parlerò? Con nessuno. Con chi riderò? Non riderò. Con chi parlerò del prossimo anno:prospettive e speranze? Con me davanti allo specchio. Progetti? Sì, per me. Liberasi della zavorra, vedere come sto per conto mio, con me stessa, cercare di uscire di qui. Mettere il naso fuori... Per vedere. I pesi inutili riceveranno un avviso: durata 40 giorni. Se non succede nulla, si passerà a vie legali. mi dispiace, ma qualcosa devo pur mollare! Non ho letto il mio oroscopo per l'anno prossimo. Poco male, tanto non funziona mai, ma per lo meno si parte subito con le orecchie basse e buonanotte! Uomo avvisato... Va bene. Ora chiudo: fate un brindisi anche per me e in bocca al lupo per il prossimo anno!

 
 
 

Sono alla frutta

Post n°347 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da violascoppia

 

Lascialo, mollalo, digli di non chiamarti e di non contattarti più per almeno due mesi, se mi fosse arrivato il messaggio “grazie mi togli un problema” quando gli hai scritto di non venire da te lo avrei impalato…  Mio fratello che mi chiama e mi dice: dato che so che sei sola a capodanno vieni da noi, siamo in casa, almeno non sei con noi… sono diventata un caso umano. Un caso al quale molti danno consigli che so essere giusti. “lui non ti ama, o almeno non ti ama come vorresti tu, quindi liberati e comincia a vivere la tua vita”… E’ tutto vero, lo so. Sono una cogliona (passatemi il termine, data la situazione) lo sono sempre stata. Ho sempre accettato situazioni che non mi piacevano perché non potevo credere che non funzionasse. Ho passato 20 anni dietro a un uomo che non mi amava e non mi aveva mai amato e al quale, non so perché, facevo paura, per cercare di risolvere i problemi, con lui che quando parlavo si addormentava appoggiato al frigo. Io non ce la faccio più. Non ce la faccio più a cercare di capire i problemi degli altri e a non trovare nessuno che possa prendere in considerazione i miei. Non ce la faccio più a sentirmi rifiutata, messa da parte nei giorni di festa, usata solo nei giorni lavorativi per poche ore  e di fretta. Non ce la faccio più sentirmi dire ti amo e poi ritrovarmi lasciata in un angolo. Non ce la faccio più. Non ce la faccio più a sentirmi l’amata, la sola, l’unica quando c’è tempo e “mi dispiace, ma il lavoro (la famiglia) vengono prima di te, quindi sei tu che devi pagare, sei tu che devi ritirarti in un angolo, sei tu che devi sparire”. Non ho più cartucce. Mi hanno spremuta a dovere. Non c’è più polpa. 

 

 
 
 

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