Creato da giulatesta0 il 20/11/2008

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Le prese di posizione, i condizionamenti dell'informazione, a favore di uomini e donne che fanno politica, non mi appartengono, se pur ai condizionamenti nessuno resta immune, io voglio restare con un minimo di autonomia di pensiero, e questo sarà lo spazio che dedico alla mia mente per la Società alla quale appartengo

 

 

« tutto sempre a difesa di...Con largo anticipo..... »

la guerra ai "fannulloni" costa 4.000.000,00 di euro alla cittadinanza

Post n°10 pubblicato il 20 Novembre 2008 da giulatesta0
 

dal quotidiano "Il Messaggero"

Stipendi da 300mila euro
agli esperti che valutano gli statali

di Pietro Piovani
ROMA (17 novembre) - Salvo imprevisti, l’anno prossimo nascerà una nuova agenzia:

l’agenzia per la meritocrazia nel pubblico impiego. Sarà costituita da cinque componenti,

cinque esperti il cui compito sarà di «indirizzare, coordinare e sovrintendere all’esercizio

 indipendente della valutazione». Detto in parole più semplici, dovranno fare in modo

che in tutte le amministrazioni pubbliche italiane si misuri la produttività del personale

con meccanismi il più possibile oggettivi. In base a queste misurazioni si dovranno

distribuire i premi e gli avanzamenti di carriera.

L’istituzione dell’agenzia per la valutazione è prevista nel disegno di legge Brunetta,

in discussione al Senato. Il testo iniziale del provvedimento prevedeva che il nuovo

organismo nascesse a costo zero. Nei giorni scorsi, però, è stato votato un emendamento

 che ha cambiato la situazione. Ora l’agenzia costa, e neanche poco: ben 4 milioni di euro

 nel 2009, destinati a diventare 8 milioni dal 2010 in poi.

Non è ben chiaro a cosa servano tutti questi soldi. Prima di questo emendamento, era

circolata una stima di spesa più contenuta (2 milioni di euro nel 2009 che diventano

4 milioni a regime), e in questa stima si prevedeva che un milione e mezzo di euro fosse

destinato a retribuire i cinque membri dell’agenzia. Gli esperti della valutazione insomma

avrebbero un compenso medio annuo da almeno 300 mila euro a testa. Una cifra superiore

al tetto di stipendio previsto per i dirigenti pubblici, pari a circa 290 mila euro.
 
La norma non prevede particolari vincoli di incompatibilità per i cinque membri.

Per esempio, se il nominato è un professore universitario può conservare il suo

incarico e cumulare i due redditi.

L’emendamento sull’agenzia per la valutazione è stato approvato in commissione al Senato

anche con i voti di quasi tutta l’opposizione. Maria Fortuna Incostante, senatrice del Pd,

spiega che il testo votato è molto migliorato rispetto al testo iniziale proposto dal governo:

«Prima si prevedeva un organismo che di fatto era un’emanazione del governo. Ora invece

per le nomine è prescritta una procedura a maggioranza qualificata, che garantisce una reale

indipendenza». Quanto ai costi, «non è detto che alla fine questi debbano essere fissati nella

 legge: potrebbero essere definiti dai decreti del governo».

Michele Gentile della Cgil commenta: «Che strano: si istituisce un'agenzia per fare in modo

che le retribuzioni dei dipendenti pubblici siano legate ai risultati ottenuti, ma come prima

cosa si prevede uno stipendio fisso destinato ai componenti di questa agenzia».

 
 
 
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