Creato da parlo.con.te il 15/06/2004
per un futuro diverso

 

O Signore, la cui voce sento
nei venti
e il cui respiro dà vita
a tutto il mondo,
ascoltami.
Vengo davanti a Te,
uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole:
ho bisogno della tua forza
e della tua saggezza.
Lasciami camminare
tra le cose più belle
e fa’ che i miei occhi ammirino
il tramonto rosso e oro.
Fa’ che le mie mani rispettino
ciò che tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute
nell'udire la tua voce.
Fammi saggio,
così che io conosca le cose
che tu hai insegnato,
le lezioni che hai nascosto
in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza,
non per essere superiore
ai miei fratelli,
ma per essere abile a combattere
il mio più grande nemico: me stesso.
Fa’ che io sia sempre pronto
a venire con Te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce
come la luce del tramonto,
il mio spirito possa venire
a Te senza vergogna.

Preghiera di Yellow Lark, capo indiano Sioux

 

Da bambini si è se stessi

e si sa e si capisce tutto,

come dei piccoli profeti.

Poi all'improvviso accade qualcosa

e si cessa di essere se stessi,

si diventa ciò che gli altri

costringono a essere.

Si perde la saggezza, e l'anima.

  Jean Rhys

 

 

 

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ECOMAFIE

Post n°2210 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da parlo.con.te

 

 

Ci si può dichiarare vivi, in un mondo che organizza morte?

 

 

 

Permettete! Scusate, ma stasera sono proprio di pessimo umore. Accendi  la televisione e scopri tante orrende brutture, molte solo ora stanno venendo a galla, cose che continuavano da tempo , ma si perpetravano in modo ristretto e venivano subito coperte. Ora vedo, ascolto di gente che passa la vita con l’insaziabile scopo di sentirsi autore di  oltraggi, al gusto mordace di procurarsi soldi a palate, crepi pure chi si mette di mezzo .

Da  quando il mondo va avanti così? Gli uomini da tanto si  fanno la guerra . Ma quando la bufera era placata con la pace tornavano invoglianti pronostici. Ma ora? 

È che non si tratta di un circoscritto, confinato drappello di banditi, è che non si tratta d’ isolate incursioni, è che non si tratta di una lotta obbligata, qui è in mora l’intero globo indotto a soccombere.

 Non si tratta di isolate devastazioni, sono annientamenti e chi resta non potrebbe  ricominciare…

Qui è in gioco l’intero pianeta, ammorbato da una spazzatura tangibile e perversa, di cui non riuscirà più a disfarsi, qui si tratta di un futuro di migliaia di anni da pagare per poche decine di anni di colossale bagarre.

  Appellativi diversi , sempre di mafie si tratta, che intrallazzano ormai a tutto spiano a danno dell’intera umanità, che impotente, non può scampare alla intensità dell’ ingiuria.

Ecomafia!

E  siamo davvero alla fine! gente senza un briciolo di ritegno, gente senza possibilità  di ripiego, e nella sua sfrenata distruttiva rovina  rimorchia  il resto del mondo.

Ma davvero è così dissennato l’inasprimento mentale di alcuni uomini? Orrore! Uomini piccoli, uomini sordidi, sudditi scomposti di quotidiane nefandezze e triviali imbecillità. Che rivolgimento!  

Una  grande angosciosa sofferenza attanaglia l’animo e appesantisce ogni pensiero, ma , a questo punto, m’avvedo che è inutile  seguitare così, non lo sopporterei e non voglio gravarmi di più,  ho bisogno di una tregua  per tirarmi fuori.

Per questo cerco  più miti disposizioni su cui  concentrarmi

E, pian piano mi torna in mente tutta l’altra gente, gente comune, gente che si arrabatta, che lotta e che suda e certo non si piegherebbe mai a sottostare a queste nefaste sistemazioni.

Penso con sollievo che la maggior parte delle persone sia ancora favorita per non essere costretta a doversi paragonare,  gente in tutta modestia lontana da queste indecorose baldanze. 

Penso a tutte quelle persone che, ogni giorno  si applicano in devoto lavoro, e in scrupoloso impiego dello spirito, persone che sono felici appena rivolgono lo sguardo verso l’ alto, e in gesti leggeri si compiacciono nel prodigarsi per gli altri, e di ripagarsi del dovuto, condito di concilianti sorrisi.

Pian  piano la mia rabbia si attenua, e un’indefinita fiducia mi viene in soccorso.

Istintivamente si scioglie  il nodo e avanza impulsiva una lacrima in un dolore che chiede perdono.  

Perdono  per te, uomo, chiunque tu possa essere, o quali siamo i panni che vesti.

 Mi sembra vederti, sei imbrigliato in una rete che credi più forte del tuo volere, più resistente di ogni richiesta che pure affiora.  Hai  chiuso il tuo cuore e l’hai trasformato in spazzatura. Noncurante  a segnali sbiaditi, ma sempre presenti,  di altro attaccamento, tenero ma pure costoso, che vorrebbe consigliarti di lasciar tutto per infiammarti di altri trasporti.

E, in questo circolo di rimpianti, in un momento di ricomposta nostra comune dignità, si potrebbe ratificare e consolidare una vera rafforzata speranza!…

Cosi tanto che il mondo possa tornare a confidare che la fine di questo pianeta non sia davvero il nucleare, sia esso prodotto di bomba o di abietto sfruttamento.

 

 

 
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